Ex Riot: "parlare ai giocatori come sviluppatori è intimidatorio e spaventoso"
Un ex sviluppatore di League of Legends dice la sua sulla tossicità.
Aaron Rutledge è un ormai ex sviluppatore di Riot Games che è salito agli "onori" della cronaca per le pesanti parole rivolte a un importante giocatore e streamer di League of Legends, parole che tra l'altro non sono di certo passate inosservate ma che hanno addirittura fatto perdere il lavoro a Rutledge (che ammette di aver sbagliato anche in preda a un possibile abuso di alcol).
L'ex Riot è stato intervistato in un pezzo molto interessante di Glixel in cui ammette i propri errori ma in cui parla brevemente anche del problema tossicità all'interno delle community dedicate al gaming. Si tratta di una questione molto delicata che era stata affrontata da Jeff Kaplan (game director di Overwatch) ma anche dal veterano dell'industria Charles Randall.
Rutledge ha rivelato dei dettagli piuttosto interessanti basandosi sulla propria esperienza e su ciò che succedeva tra i suoi colleghi.
"Parlare ai giocatori come sviluppatori è spaventoso e intimidatorio. So di parecchi membri di Riot Games che non aggiungono la tag da sviluppatori ai loro nomi, certe volte per paura di essere presi di mira o altre semplicemente perché vogliono giocare a League of Legends come un giocatore qualsiasi. Avere una pelle dura e un buon giudizio rende le cose più facili. Sono assolutamente d'accordo con la politica di Riot e con la volontà di voler parlare direttamente alla community quando ci si sente a proprio agio nel farlo. Penso che aiuti davvero a umanizzare il team di sviluppo e a far capire ai giocatori di essere davvero ascoltati.
"Penso che sia chiaro il fatto che gli sviluppatori abbiano sempre più la propensione a mantenere il comportamento dei giocatori in un certo standard. I team di League of Legends, Overwatch, PlayerUnknown's Battlegrounds e molti altri stanno lavorando attivamente per difendere la qualità dei loro giochi in favore della maggior parte degli utenti. Mi aspetto l'introduzione di nuovi strumenti a livello di IA ma in definitiva penso che stia ai giocatori stessi continuare a evidenziare ciò che va e ciò che non va intorno a loro".
Cosa pensate delle parole di Rutledge e della questione tossicità?