La Federal Trade Commission americana difende le loot box: "non sono gioco d'azzardo"
Un passo indietro nella lotta alle casse premio?
Nel lungo processo che sta portando un sempre maggior numero di istituzioni nazionali a interrogarsi sulle analogie tra gioco d'azzardo e loot box nei videogiochi, ha fatto recentemente scalpore la richiesta della senatrice americana Maggie Hassan, che ha spinto la Federal Trade Commission ad aprire un'inchiesta su questo tema.
"È tempo che la FTC investighi su questi meccanismi per assicurare che i bambini siano adeguatamente protetti", dichiarava Hassan nella sua richiesta. "È inoltre tempo di educare i genitori sulla potenziale dipendenza e sugli altri effetti negativi che potrebbero scaturire dall'utilizzo di questi videogiochi."
Dopo aver accolto la richiesta della senatrice, la commissione ha indagato sulle loot box e ha recentemente reso noto l'esito dell'indagine, schierandosi clamorosamente in difesa delle casse premio e di altri meccanismi simili nei videogiochi.
"Le loot box sono un modo per gli utenti di migliorare l'esperienza offerta dai videogiochi. Contrariamente alle diffuse asserzioni, le loot box non sono gioco d'azzardo", spiega la commissione in una nota recapitata a Polygon. "Non hanno valore nel mondo reale, i giocatori ricevono sempre qualcosa che migliori la loro esperienza, e sono totalmente opzionali. Possono migliorare l'esperienza di coloro che scelgono di utilizzarle, ma non hanno impatto su coloro che non lo fanno."
Le dichiarazioni della Federal Trade Commission suonano alquanto anacronistiche, dal momento che molti organi nazionali europei chiamati a investigare sulle loot box sono finite con il condannarle duramente e col combattere il loro utilizzo. Che ne pensate dell'esito dello studio della commissione? Vi aspettavate che un organo di controllo americano potesse criticare l'utilizzo delle loot box?