Fortnite: Epic Games dopo tre anni chiude una causa legale contro un cheater allora 14enne
"A nessuno piace un cheater. E a nessuno piace giocare con uno di loro".
Epic Games ha risolto una causa legale durata tre anni contro un giocatore adolescente di Fortnite che era stato accusato di aver usato trucchi nel gioco. Il ragazzo, che aveva 14 anni al momento della causa nel 2017, avrebbe utilizzato e pubblicizzato gli hack di Fortnite sul suo canale YouTube.
La società ha ripetutamente definito il minore un "cheater" nella sua denuncia originale del 2017, accusando il giocatore di "rovinare l'esperienza di gioco agli utenti che non barano. A nessuno piace un cheater e a nessuno piace giocare con uno che imbroglia". Epic ha affermato che il giovane giocatore stava modificando il proprio gioco cambiando il codice e utilizzando diversi tipi di hack. Non solo, ma l'utente era già stato bannato 14 volte dato che riusciva a rientrare nel gioco cambiando nome ogni volta.
Il caso ha sollevato numerose domande in tribunale nel corso degli anni riguardo all'etica intorno alla punizione per i cheater e se è davvero giusto citare in giudizio bambini di 14 anni per aver utilizzato strumenti di hack. La madre del giocatore ha accusato Epic Games di aver preso di mira un minore invece dei siti web di hacking pubblicizzati sul suo canale YouTube. In una lettera del 2017 scritta alla corte, ha affermato che Epic stava "usando un bambino di 14 anni come capro espiatorio per fare di lui un esempio". Ora Epic Games ha deciso di cancellare tutte le azioni intraprese nei confronti del giocatore, ponendo la parola fine a questa causa.
La causa esiste praticamente fin dall'inizio della modalità Battle Royale di Fortnite. Il gioco aveva solo 10 milioni di giocatori al momento della causa, mentre ora vanta oltre 350 milioni di giocatori.
Fonte: PC Gamer