Foxconn: un'inchiesta indaga sulla condizione dei lavoratori nelle fabbriche
Produce componenti per molte console da gioco.
Il sito de Il Manifesto ha appena pubblicato un interessante articolo sul libro-inchiesta "Nella fabbrica globale, Vite al lavoro e resistenze operaie nei laboratori della Foxconn", a cura di Ferruccio Gambino e Devi Sacchetto ed edito da Ombre Corte, che tratta della condizione dei lavoratori all'interno delle fabbriche Foxconn.
Il tema ha sicuramente un importante risvolto sociale, ma tocca in particolare noi videogiocatori perché la società Foxconn produce componenti per produttori a noi molto vicini, come Apple, Sony, Microsoft e Nintendo, oltre ovviamente a tanti altri famosi nomi dell'industria tecnologica.
Sapere quindi come, da chi, ma soprattutto in che condizioni vengono prodotte le nostre console da gioco dovrebbe essere per noi una priorità.
L'azienda in questione è nata a Taiwan e opera prevalentemente sul territorio cinese, ma sta già espandendo i propri confini in America Latina e in Europa. L'indagine condotta da Gambino e Sacchetto mette infatti in luce l'esportazione dei diritti negati che sta già avvenendo anche in paesi come la Repubblica Ceca da parte dell'azienda taiwanese.
All'interno dell'inchiesta è possibile trovare molte testimonianze degli operai che lavorano in catena di montaggio, la maggior parte dei quali per più di dieci ore al giorno, sottopagati e obbligati per contratto di lavoro a vivere ammassati in dormitori comuni.
Da molto tempo Foxconn è al centro della cronaca a causa dell'elevato tasso di suicidi registrato tra i dipendenti e della mancanza di diritti riservati anche agli studenti.
È di poco più di un anno fa la notizia che migliaia di giovani dell'Università della Tecnologia Xi'an sono stati costretti, in cambio di pochi crediti universitari, a lavorare in turni di undici ore per la fabbricazione di PlayStation 4.
Si tratta di un argomento molto delicato, che spesso banalizziamo o dimentichiamo, ma che andrebbe trattato in modo più approfondito, mettendo da parte il lato ludico dell'industria che muove il nostro passatempo preferito.