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Gli sviluppatori di Dear Esther non sono molto contenti delle nuove politiche di rimborso Microsoft

Secondo The Chinese Room le politiche danneggiano alcuni giochi.

Da qualche tempo i giocatori possono richiedere un rimborso se non contenti del proprio acquisto su Steam. Anche Microsoft ha deciso di adottare una politica simile, annunciando che i clienti insoddisfatti potranno riavere indietro i soldi spesi su Xbox e Windows Store a patto che rispettino alcune clausole.

Una condizione in particolare ha scatenato le ire di The Chinese Room, sviluppatori tra gli altri di Dear Esther. Secondo il developer britannico infatti è inconcepibile che i giocatori possano chiedere il rimborso di qualsiasi gioco entro le due ore di utilizzo totali. Titoli come appunto Dear Esther, la cui longevità si aggira proprio intorno alle due ore, ne sarebbero estremamente penalizzati in quanto un utente potrebbe acquistarli, completarli e chiedere un rimborso.

In una serie di tweet al vetriolo, The Chinese Room ha espresso la sua rabbia nei confronti di questa politica. Per loro c'è qualcosa di profondamente sbagliato in tutto ciò e le condizioni dei rimborsi dovrebbero invece basarsi su una percentuale di completamento del gioco, così da adattarsi meglio anche ai titoli più brevi.

Avatar di Andrea Piano
Andrea Piano: Andrea si avvicina alla stampa specializzata nella speranza di poter dare visibilità alle sue molte lamentele. Oltre ai videogiochi, ama mangiare cose unte, bere scotch, leggere classici e soprattutto scrivere.
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Dear Esther

PS4, Xbox One, PC

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