Hideo Kojima spiega la bellezza e la difficoltà nella creazione dei videogiochi
"Devo amare ciò che faccio, altrimenti sarebbe impossibile".
Hideo Kojima nel corso di un recente incontro col pubblico avvenuto alla sede Apple Ginza a Tokyo, ha colto l'occasione per parlare del suo rapporto generale col processo di creazione dei videogiochi.
In particolare, come riporta IGN.com, ad incalzare la riflessione è stato un membro della folla, che ha domandato al game designer giapponese il modo in cui gestisce la grande pressione derivante dal suo attuale ruolo di sviluppatore solitario ed esposto, a causa della ben nota diatriba professionale avvenuta con Konami. Kojima ha risposto con le seguenti parole:
"A volte può essere molto dura. Quando mi sento giù di tono in genere mi siedo, e mi riguardo il making of di produzioni come The Abyss, di James Cameron, oppure il documentario di Nicolas Winding Refn relativo ai suoi fallimenti cinematografici. Questi contenuti audaci mi regalano una carica molto forte, mi incoraggiano. Ingoio qualche pillola di antidolorifici e vado avanti", ha ammesso lo sviluppatore.
"Penso proprio che io debba amare alla follia ciò che faccio, ed infatti è quello che provo per il mio lavoro. Se mi fossi abbattuto, al contrario, non avrei raggiunto nessun obbiettivo importante. Quindi devo solo avere fiducia in me stesso".
Quando poi un altro componente del pubblico ha chiesto a Kojima delle modalità con cui cura la fase creativa di una nuova opera, il game designer ha dato delle impressioni soggettive, ma assai precise:
"L'ispirazione ti deve avvolgere 24 ore su 24. Devi solo reagire agli stimoli che ti circondano. Ascoltare la musica, parlare con la gente, viaggiare, vedere un film, leggere un libro, fare una passeggiata nel quartiere, osservare il volo degli uccelli o guardare il cielo. L'input di tutti questi elementi influenzano il mio modo di pensare. La parte difficile, di contro, è trasformare tutte queste idee e ispirazioni in qualcosa di concreto".
Ricordiamo che Kojima era presente a questo incontro per promuovere il nuovo film del regista Refn (celebre per pellicole come Valhalla Rising e Drive), The Neon Demon. I due diventarono amici nel 2009, quando lo stesso Hideo Kojima apprezzò fortemente la pellicola Valhalla Rising.
"Rimasi davvero affascinato da ciò che aveva fatto fino a quel momento Kojima, poiché era parecchio differente da quello che avevo realizzato io. Lui stava andando a Londra, quindi ho preso il volo da Copenhagen e cenammo insieme. C'era una particolare calma nella nostra relazione. Non parlammo molto, ma sapevamo benissimo ciò che ci saremmo detti, e ciò edificò le fondamenta della nostra amicizia", ha raccontato il regista danese.
Kojima ha poi proseguito condividendo un suo punto di vista relativo all'arte creativa, in riferimento a Refn:
"Nei videogiochi, proprio come nei film, la musica è tutto. Il 50%-60% della bellezza è in mano alla colonna sonora. Penso che l'utilizzo che Refn faccia della musica nelle sue pellicole sia fantastico. Alcuni registi girano i loro film, e poi aggiungono le tracce musicali nella fase di montaggio. Refn, dal canto suo, ha la musica in mente nell'esatto momento in cui stende la sceneggiatura, e il risultato è che le sequenze visive e il comparto audio si fondono in una cosa sola".
A concludere gli interventi è stato infine Refn, il quale ha commentato una situazione a dir poco sensibile, nonché ricorrente nella vita degli artisti:
"Una cosa comune nella creatività è che è altamente difficile da condividere con gli altri, persino a tua moglie o ai tuoi bambini. Si tratta molto spesso di un'attività piuttosto solitaria, è molto difficile anche condividere la gioia che provi con qualsiasi persona, se quest'ultima non ha la minima idea di cosa sia o di come interpretarla. Questa è una delle cose che abbiamo in comune (con Kojima, ndr), e quindi nonostante apparteniamo a due settori artistici differenti, abbiamo coronato un matrimonio in tal senso".
Insomma, riflessioni di certo interessanti. Vi ricordiamo che Hideo Kojima è attualmente impegnato nello sviluppo dell'esclusiva PlayStation 4 Death Stranding, portato avanti dalla sua stessa software house, Kojima Productions.