Homefront: The Revolution è più un reboot che un vero e proprio sequel
"Dimenticatevi tutto ciò che ricordate del primo Homefront".
La storia di Homefront è una di quelle sfortunate epopee che sembrano non avere mai fine, un'odissea causata dai problemi economici di tutte le aziende che in questi anni si sono avvicinate al marchio.
Prima il fallimento di THQ, poi il passaggio nelle mani di Crytek e infine in quelle più salde (almeno dal punto di vista economico) di Koch Media e Dambuster Studios (un team composto dagli sviluppatori che erano al lavoro su Homefront 2). Il titolo è, nonostante i tanti problemi, previsto per il 2016 e il senior narrative designer, CJ Kershner, ha deciso di svelare alcune caratteristiche della produzione e di sottolineare come Homefront: The Revolution non sia un sequel ma una sorta di reboot.
"Tutto è nuovo all'interno di Homefront: The Revolution. Nuovo team, nuovo publisher, nuovo stile di gioco, nuova storia. Siamo tornati al concept principale di Homefront, una America in mano alla Corea del Nord e una resistenza formata dai civili, espandendolo a 360 gradi. Dambuster sta sviluppando la propria visione del mondo di Homefront quindi dovreste dimenticare tutto ciò che sapete dal primo gioco. Non è un sequel di quella storia o di quello stile di gameplay. C'è un motivo per cui non lo chiamiamo Homefront 2.
"C'è del potenziale nell'idea di una guerriglia organizzata tra vicini di casa contro una forza militare decisamente più avanzata ma le meccaniche di gioco sono molto diverse. Optando per un open world in Philadelphia, possiamo rendere al meglio il caos, le battaglie inaspettate in mezzo alle strade, il sabotare strutture e incoraggiare la popolazione a reagire contro l'occupazione."
Cosa pensate di queste dichiarazioni? Avevate apprezzato il primo Homefront o un cambiamento nelle meccaniche di gioco era comunque necessario?
Fonte: MCV