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"Con Homefront: The Revolution volevamo creare un Half-Life open-world"

Il director Hasit Zala parla delle prime fasi dello sviluppo.

Mentre la recensione di Homefront: The Revolution domina la nostra homepage, arrivano delle nuove dichiarazioni piuttosto importanti da parte degli sviluppatori, i ragazzi di Dambuster Studios.

La software house, e in particolare il director Hasit Zala, ha parlato con Trusted Reviews dello sviluppo del gioco, dei problemi incontrati e delle tante ambizioni che sono confluite all'interno di questo titolo.

"Il nostro obiettivo era quello di creare un Half-Life open-world. Questo era ciò che volevamo fare. Quando abbiamo presentato l'idea allo studio tutti erano estremamente entusiasti ma dopo due settimane c'era tanta preoccupazione dato che sarebbe stato necessario lavorare tantissimo per cercare di soddisfare quella ambizione.

"La più grande critica che mi sento di fare al primo gioco era il modello molto lineare e scriptato utilizzato. Era qualcosa di completamente diverso da ciò che volevamo fare. Volevamo dare il potere nelle mani del giocatore, immergerlo all'interno della storia ma anche garantire una narrativa guidata e coinvolgente."

Gli sviluppatori volevano, quindi, allontanarsi dalla formula "alla Call of Duty". Cosa pensate delle parole di Zala e di Homefront: The Revolution?