Il 69% dei consumatori ritiene accettabili le microtransazioni per gli oggetti cosmetici
Mentre il 6% non procede mai ad acquisti in-game.
Uno dei temi più caldi dell'intero mondo videoludico sono, sicuramente, le microtransazioni che, insieme alla famosa questione delle loot box, hanno concentrato su di sé l'attenzione in seguito al caso di Star Wars Battlefront 2. Giocatori, organi preposti alla regolamentazione del gioco d'azzardo e sviluppatori hanno detto la loro in merito e, tra questi ultimi, è risultata interessante la posizione di CD Projekt RED.
Ora, le microtransazioni tornano protagoniste grazie alla piattaforma di rilevamento dati Qutee che, come segnala Games Industry, ha confermato che per il 69% dei consumatori le microtransazioni per gli oggetti cosmetici sono accettabili, mentre il 6% dei giocatori non spende nulla per gli acquisti in-game.
Emergono altri numeri: il 22% delle persone che hanno partecipato all'interessante studio sui videogiochi ritiene "tossiche" le microtransazioni sul modello pay-to-win, ovvero quelle feature a pagamento che garantiscono vantaggi a chi è disposto a spendere di più. Inoltre, l'1,3% delle persone partecipanti alla discussione si ritiene "fan" delle microtransazioni.
Infine, da segnalare che il 71% delle persone intervistate, ritiene giusto che i videogiochi valgano i soldi che costano, di parere contrario il 9%.
Che ne pensate di questo studio?