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Itagaki: Tecmo mi raggirò facendo uscire Dead or Alive 2 ancora incompleto

Michael Bay e gli Aerosmith lo hanno salvato.

Parlando al DICE di Las Vegas, come riportato da Wired, Tomonobu Itagaki ha rivelato che all'epoca dell'uscita di Dead or Alive 2 su PlayStation 2 al suo team vennero dati appena due mesi e mezzo per la realizzazione della conversione.

"Tutto lo staff, guidato da me, ha lottato con tutte le proprie forze", ha detto Itagaki. "Sfortunatamente, però, i risultati non furono quelli che ci saremmo aspettati".

All'approssimarsi della scadenza, a quanto pare, il sales general manager della compagnia andò alla scrivania di Itagaki e gli chiese di prestargli una copia ancora incompleta del gioco per farci qualche partita. Non vedendoci nulla di male il designer accettò, senza sapere che, in realtà, l'esecutivo Tecmo avrebbe portato immediatamente il disco in fabbrica per avviare la produzione di massa.

Le vendite del gioco furono un successo per Tecmo, ma questa vicenda gettò Itagaki in una spirale di depressione, facendogli quasi pensare di abbandonare l'industria dei videogiochi.

Secondo quanto ha raccontato al pubblico, passò giorni a bere guardando Armageddon di Michael Bay assieme alla figlia di tre anni, piangendo come una fontana ogni volta che ascoltava il main theme I Don't Want to Miss a Thing degli Aerosmith.

Successivamente, per fortuna, riuscì a riprendersi, tornando a lavoro per realizzare Dead or Alive 2: Hardcore.

"Non mi importa di cosa dice la gente. Gli Aerosmith e Armageddon hanno salvato la mia vita, la mia compagnia, i miei amici e la mia famiglia", ha concluso Itagaki.

Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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