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Le loot box vengono etichettate come gioco d'azzardo anche dalla Chiesa Anglicana

E dovrebbero essere vietate ai bambini.

Non solo il governo inglese, ma questa volta anche la Chiesa Anglicana si scaglia control le loot box e le microtransazioni nei giochi per bambini.

La Chiesa li ha specificatamente indicati come dannosi, poiché sostengono che possono portare a cattive abitudini, fino ad arrivare al gioco d'azzardo. Il reverendo Alan Smith è stato chiaro: molte aziende aggiungono le loot box per danneggiare e scommettere sulla vita dei bambini. Il vescovo chiede ora al governo di vietare ai bambini la vendita di giochi contenenti loot box, caratteristiche di gioco che dispensano oggetti digitali randomizzati, descrivendoli come "porta per il gioco d'azzardo".

Smith, che è il portavoce della Chiesa, ha dichiarato: "La relazione della commissione mette in evidenza ciò che i genitori e tutori già percepiscono: giochi apparentemente innocui con possibilità di loot box destinati ad un pubblico di minori sono un trampolino di lancio per il gioco d'azzardo. I prodotti dannosi ma allo stesso tempo avvincenti che catturano l'interesse dei bambini, proiettano un'ombra scura sul colorato mondo del gioco d'infanzia. I giochi dovrebbero essere un luogo di avventura e scoperta, non un veicolo per fare profitto a spese dei bambini. Accolgo con fermezza la chiarezza del rapporto sul potenziale danno che il gioco comporta, in linea con le posizioni sia del Servizio Sanitario Nazionale che dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sui disturbi del gioco. Serve un'azione urgente da parte del governo se non vogliono che sia troppo tardi".

Il reverendo ha anche rimproverato l'industria del gioco, accusandola di "mettere il profitto davanti alla vita dei bambini". "Invece di spostare continuamente l'enfasi su genitori e figli stessi, l'industria deve svegliarsi e iniziare ad assumersi la responsabilità. Mettere la vita dei bambini davanti ai loro margini di profitto mi sembra una domanda elementare che si devono porre queste grandi industrie".

A seguito dei commenti del vescovo, il dott. Jo Twist, CEO di Ukie, l'ente che rappresenta l'industria dei giochi britannica, ha dichiarato: "L'industria dei videogiochi ha sempre e continuerà a porre il benessere dei giocatori al centro di ciò che facciamo. Il Comitato riconosce che la maggior parte delle persone gioca a tutti i tipi di videogiochi in modo positivo, sicuro e responsabile. I giochi sono un mezzo importante, divertente, appagante e creativo per la stragrande maggioranza dei milioni di persone, in particolare i bambini, e possono aiutare a sviluppare le competenze di alfabetizzazione digitale del 21° secolo, collegare le persone con gli amici, imparare, raccontare storie e divertirsi con le loro famiglie. L'industria non contesta che, per una minoranza, trovare un equilibrio può essere un problema. Questa è una responsabilità condivisa e vitale per un'era digitale sana e continueremo a dare a giocatori, genitori e assistenti la possibilità di gestire la loro esperienza videoludica".

Fonte: Telegraph