Nintendo coinvolta nello scandalo del lavoro forzato degli Uiguri? La compagnia nega le accuse
Arriva la risposta del presidente Shuntaro Furukawa.
Nintendo ha negato le accuse di lavoro forzato all'interno delle fabbriche che producono i suoi prodotti.
Le accuse derivano da un report della BBC pubblicato l'anno scorso che affermava che migliaia di musulmani della minoranza uigura cinese lavoravano in condizioni coercitive in numerose fabbriche.
Come notato da VGC, durante l'assemblea generale degli azionisti di questa settimana un azionista ha interrogato i membri del consiglio di amministrazione di Nintendo sul report.
Il presidente di Nintendo Shuntaro Furukawa ha confermato che alcune fabbriche citate nel report facevano parte della catena di approvvigionamento della grande N, ma la società non è a conoscenza di alcun lavoro forzato.
"Siamo consapevoli che è stato riferito che gli uiguri potrebbero essere stati costretti a lavorare nelle fabbriche della nostra catena di approvvigionamento", ha detto Furukawa. "Tuttavia, per quanto abbiamo indagato sulla fabbrica indicata nel report, non siamo riusciti a trovare alcuna registrazione che sia nostro partner commerciale, né abbiamo ricevuto segnalazioni di lavoro forzato nella nostra catena di approvvigionamento".
"Per garantire che il lavoro forzato non si verifichi nella nostra catena di approvvigionamento, abbiamo stabilito una politica di approvvigionamento CSR (Corporate Social Responsibility) e chiediamo ai nostri fornitori di rispettare le nostre attività in base alle Linee guida per gli appalti CSR di Nintendo".
"Svolgiamo la nostra attività in base alla politica che se c'è un rischio reale o serio di lavoro forzato, non solo per gli uiguri, smetteremo di fare affari con determinate compagnie".
Fonte: Gamesindustry.biz.