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Una nuova tassa sui giochi violenti: l'idea di un politico americano dopo la sparatoria di Parkland

Da applicare solo nel Rhode Island, almeno per ora.

Se in passato si è guardato spesso alla musica metal (l'associazione tra la musica di Marilyn Manson e la tragedia di Columbine è molto celebre) di questi tempi sono più i film e i videogiochi a destare le preoccupazioni dei politici americani dopo la sparatoria di Parkland, Florida.

Dopo le dichiarazioni di Trump torniamo a parlare di giochi ritenuti troppo violenti e di possibili iniziative dei politici americani. In questo caso il protagonista è il politico del Rhode Island, Robert Nardolillo. Come riportato da Gamepur, Nardolillo ha proposto una nuova tassa da applicare almeno per il momento solo nello stato di Rhode Island. La tassa sui giochi considerati violenti permetterebbe un +10% sui prezzi (attualmente è presente un +7%). Se un gioco costa $60 attualmente ne costa $64,20 nel Rhode Island e con la nuova tassa potrebbe costarne $70,20.

Nardolillo spiega questa scelta sottolineando come i soldi extra verranno sfruttati per dare vita a un fondo pensato per "attività in grado di risolvere i conflitti" e per programmi legati a problemi mentali e al finanziamento di terapie. Nardolillo non si ferma qui ma rincara la dose attaccando i videogiochi con alcune dichiarazioni in linea con quelle di Trump, il tutto senza citare alcuna fonte o studio preciso a sostegno delle proprie parole.

"Il nostro obiettivo è rendere ogni scuola del Rhode Island un luogo d'apprendimento calmo e sicuro per gli studenti. Proponendo ai bambini risorse per gestire la loro aggressività oggi, possiamo assicurare un futuro più pacifico. Ci sono prove del fatto che i bambini esposti a giochi violenti in giovane età tendono ad agire in maniera più aggressiva rispetto a quelli che invece non sono esposti. Questa tassa darebbe alle scuole le risorse aggiuntive necessarie per aiutare gli studenti a gestire questa aggressività in maniera positiva".

Pare proprio che i videogiochi siano ancora una volta il capro espiatorio prediletto di almeno una parte della politica e staremo a vedere se ci saranno iniziative concrete contro il nostro medium preferito.