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Oculus definisce "ingiusta" la causa intentatale da Zenimax

L'azienda presenta in tribunale la risposta all'azione legale.

Oculus ha bollato come "ingiusta e fuorviante" la causa intentata ai suoi danni dallo studio Zenimax, da cui è accusata di violazione del copyright relativo ad alcune sue tecnologie.

La dichiarazione è contenuta in una risposta alla causa depositata presso la United States District Court for the Northern District of Texas, in cui Oculus accusa a sua volta Zenimax di voler trarre vantaggio dalla recente acquisizione da parte di Facebook.

"Non c'è una singola linea di codice appartenente a Zenimax o ad alcuna delle sue tecnologie in tutti i prodotti di Oculus VR", si legge nella dichiarazione depositata. "Zenimax non ha mai identificato alcun codice 'rubato' o alcuna sua tecnologia in un prodotto di Oculus VR, sebbene Zenimax possedesse l'intero codice sorgente del software di Oculus VR da più di un anno e mezzo, avendolo ricevuto direttamente da Oculus VR molto prima che venisse rilasciato pubblicamente, e avesse potuto consultarlo in ogni momento online".

Oculus ha inoltre puntualizzato che prima della causa, Zenimax non ha mai avanzato dubbi circa un'eventuale violazione del copyright. Secondo l'accusato, Zenimax starebbe deliberatamente disseminando false informazioni per minare la credibilità dell'azienda agli occhi dei propri investitori.

"La condotta appena descritta è stata fuorviante, irresponsabile, ingiusta e segnata da una mancanza di buona fede", ha concluso Oculus.

Via: GameInformer

Avatar di Matteo Tabai
Matteo Tabai: È un ragazzo abbastanza alto, appassionato di videogiochi, musica, montagna e buon cibo. Onnivoro sia a tavola che con un controller in mano, ha l'assurda pretesa di fare dei videogames la sua professione. Chi vivrà, vedrà.
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