Vi ricordate di Paragon? Il progetto fallito di Epic Games torna in vita come Predecessor
Tornerà per restare, stavolta?
Probabilmente ricorderete il promettente MOBA di Epic Games uscito nel 2016, Paragon. Nonostante avesse acquisito in poco tempo uno zoccolo duro di appassionati, Epic non riuscì a capitalizzarne il piccolo successo, assorbita anche da quello, decisamente più travolgente, di Fortnite, arrivando alla dolorosa notizia della chiusura dei server e del supporto al gioco nell'aprile 2018.
Una perdita minore, per l'industria del videogioco, ma molto sentita dai suoi fan, che da allora non si sono dati per vinti, data la volontà di Epic Games stessa di rendere open source tutti i materiali del gioco se qualcuno avesse voluto crearne versioni open create da fan per i fan.
La sfida è stata, infine, raccolta dallo streamer Robbie Singh, che alla chiusura di Paragon era diventato un beniamino della community, con stream seguiti da 50 mila persone. Nel gennaio 2020 ha così unito le forze con i sodali Andrea Garella e Steven Meilleur per fondare Omeda Studios e ricreare Paragon sotto il nuovo nome di Predecessor.
Il team è attualmente formato da dodici persone e lavora sotto la benedizione di Epic Games stessa, che seppur non direttamente coinvolta (finanziariamente e a livello di produzione tecnica) col progetto ha fornito tutti gli asset iniziali necessari (del valore tecnico di 20 milioni di dollari). La cordata di investitori è stata, probabilmente, la parte più ardua da mettere insieme: lo stesso Singh afferma che ha cercato solo gente che fosse appassionata quanto lui e comprendesse la visione d'insieme di un progetto simile, creato sulla base di un pool di giocatori già esistente e che non vede l'ora di (ri)mettere le mani sul gioco, attualmente già presente su Steam nella sua pagina placeholder.
Interessante, inoltre, il pensiero di Singh a proposito della nascita di progetti simili, probabilmente da lui auspicati, ma non sempre facilmente realizzabili: "Se Electronic Arts rilasciasse in open source gli asset di Anthem, ad esempio, difficilmente degli appassionati potrebbero riprenderli in mano e farne qualcosa di buono, dato che si tratterebbe di sviluppo su tool specifici e proprietari" mentre Paragon è stato realizzato in Unreal Engine, un motore che in tanti semi-professionisti apprezzano e sanno usare.
Fonte: Venturebeat