Perché gli sviluppatori di PlayerUnknown's Battlegrounds hanno attaccato proprio Epic Games e Fortnite?
Le motivazioni del vicepresidente di Bluehole, Changhan Kim.
Che il fenomeno di un particolare momento si possa sentire in qualche modo attaccato da dei cloni più o meno evidenti è inevitabile e anche PlayerUnknown's Battlegrounds non è esente da questa "paura".
Recentemente vi abbiamo parlato delle accuse di plagio neanche troppo velate che gli sviluppatori hanno fatto nei confronti della modalità Battle Royale di Fortnite. La domanda però sorge spontanea: perché gli sviluppatori se la sono presa proprio con Epic Games e non con altri cloni più o meno palesi? Il vicepresidente di Bluehole, Changhan Kim, ne ha parlato in un'intervista pubblicata da PCGamer.
"Per prima cosa vorrei chiarire che il punto non è la modalità battle royale in sé. Ci sono state altre modalità di questo tipo pubblicate quest'anno, per esempio quella di GTA V, non abbiamo mai sollevato alcun problema e penso che sia fantastico che ci sia più competizione e che tutti dovrebbero essere in grado di creare la propria visione della modalità. Non riguarda l'idea in sé ma Epic Games e questa cosa non era esattamente chiara".
Kim sottolinea che altri giochi che hanno usato le idee di Brendan Greene (creatore di PlayerUnknown's Battlegrounds) avevano una licenza per farlo. King of the Kill e PUBG stesso rientrano in questo gruppo mentre Fortnite evidentemente no.
Un altro problema è anche il rapporto tra Epic e PlayerUnknown's Battlegrounds dato che i creatori dell'Unreal Engine potrebbero apportare dei miglioramenti che non verranno condivisi anche per il titolo di Bluehole. Ultimo problema, ma non certo meno importante, il fatto che Epic sfrutti PlayerUnknown's Battlegrounds all'interno del materiale per pubblicizzare la modalità di Fortnite non ha di certo fatto piacere a Kim e soci.
Cosa pensate delle preoccupazioni degli sviluppatori di PlayerUnknown's Battlegrounds e di tutta questa particolare vicenda?