Peter Moore racconta il passato con SEGA: "Li ho mandati a quel paese per Sonic"
Uno scambio che è anche un confronto tra due visioni del mercato.
Che Sonic sia in difficoltà da, diciamo, un bel po' di tempo, è cosa nota. Quello che forse non tutti sanno è che Peter Moore, ex Microsoft ed Electronic Arts e oggi, così per sorprenderci un po', presidente del Liverpool FC, ha un passato anche in SEGA.
Da un'intervista riportata e tradotta da VG247, scopriamo che l'addio di Moore a SEGA è stato piuttosto burrascoso, con tanto di parole forti volate da parte del britannico all'indirizzo dei dirigenti del colosso nipponico.
Tutto nasce da un'indagine di mercato: "Al tempo facemmo un gruppo di discussione qui a San Francisco, probabilmente era il tardo 2001 o agli inizi del 2002, perché avevo bisogno di provare ai giapponesi che il nostro brand stava iniziando a perdere di rilevanza", spiega Moore.
"E quindi chiesi al gruppo di discussione, un gruppo di ragazzi tra i 18 e i 19 anni, una domanda classica: Se i publisher di videogames fossero un familiare o un amico, chi sarebbero?"
Moore racconta che per gli intervistati EA era "l'arrogante quaterback", Rockstar lo "zio ubriaco, l'anima della festa per un po' ma che poi non si fa vivo per lungo tempo", mentre SEGA il "il nonno, quello che una volta era cool, ma che è passato talmente tanto tempo che neppure lui ricorda perché lo era".
Dopo un'indagine così interessante, chiaramente, è il momento di proporla ai giapponesi.
"Naka e io avevamo un rapporto di amore/odio all'epoca. Gli mostrammo il filmato sottotitolato in giapponese, e quando arrivammo al pezzo che riguardava SEGA lui sbatté la sua mano sul tavolo ed esclamò: Questo è ridicolo. Li hai costretti ha dire questo. SEGA è un grande brand, nessuno direbbe mai una cosa del genere, tu lo hai falsificato!"
"Al che ho detto al mio traduttore "digli di andare a farsi fottere". E quel povero ragazzo mi guarda e mi dice "Non esiste un espressione del genere in giapponese", al che gli rispondo "So bene che c'è ne è una". E quella fu l'ultima volta che misi piede là dentro".
"Raramente mi arrabbio, ma essere accusato di aver falsificato un video è troppo, perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, no? Ho amato SEGA, tutt'ora amo SEGA, ma era comandata da sviluppatori a tal punto che la compagnia non andava avanti se Suzuki, Nakagawa, Kazuma e Iguchi non fossero stati presenti."
Insomma, uno scambio davvero interessante e che dimostra come non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire.