PD: Mafia City è 'un subdolo strumento di propaganda mafiosa' in un nuovo caso di politica contro videogiochi
Intanto a Piacenza i carabinieri ricreano The Shield. Questione di priorità.
Mentre a Piacenza diversi membri di una caserma dei carabinieri fanno il bello e il cattivo tempo dando vita alla versione nostrana di quel capolavoro televisivo che è The Shield, che cosa viene in mente a una parte della politica italiana?
Francamente non sappiamo come sia venuto in mente al PD (dopo Calenda di nuovo la sinistra. Pardon, "sinistra") e in particolare al responsabile sicurezza del partito, Carlo Miceli. Sappiamo solo che sui social e con dei virgolettati su alcuni siti di informazione ci siamo trovati di fronte alla classica idiozia inevitabile quando la politica nostrana si confronta con un medium che semplicemente non conosce. E si sa, l'ignoto fa paura e ignoranza unita a paura crea una classica caccia alle streghe.
Ma andiamo con ordine, con chi ce l'hanno il PD e Miceli? Con un gioco mobile piuttosto dimenticabile chiamato Mafia City, una sorta di strategico/simulativo come se ne vedono a bizzeffe sugli store dei nostri smartphone. Ora, un giochino del genere, uscito da diversi anni, sarebbe diventato un pericoloso nemico pubblico.
"In queste ore sta girando molto sui social la pubblicità di uno schifoso videogame chiamato MafiaCity. Parliamo di un gioco al quale stanno partecipando milioni di ragazzini (la pagina Facebook ha abbondantemente superato 1 mln di Like!) che calandosi nei panni di un boss, tra saccheggi, occupazioni, pestaggi e omicidi puntano a fare diventare il proprio Clan tra i più forti della "mafia italiana" e a ottenere il titolo di Capo dei Capi", scrive su Facebook Miceli.
"Un subdolo strumento di propaganda mafiosa e di istigazione alle pratiche delinquenziali che da una accezione positiva della "mafia" e del "padrino" e che rischia di corrompere le giovani generazioni. Cosa che da siciliano, cittadino italiano e da componente la Commissione parlamentare Antimafia non posso accettare. Già da lunedì depositerò una interrogazione parlamentare per accertare come sia possibile che gioco così immorale sia libero di circolare sui social Italiani e ne chiederò immediatamente l'oscuramento".
Capiamo che questa sia tutto sommato una crociata facile ma in un momento come questo forse, e diciamo forse, sarebbe meglio preoccuparsi di ciò che non va nelle forze dell'ordine e non solo per quello che è successo a Piacenza ma anche per tanti altri casi che meritavano e meritano l'esposizione mediatica che viene concessa a un giochino mobile che al massimo può fare male alle tasche di qualcuno con le sue microtransazioni
Davvero un membro della Commissione parlamentare Antimafia non ha di meglio da fare?
Fonte: adnkronos