Skip to main content

Un politico americano propone una tassa sui videogiochi violenti per aumentare la sicurezza nelle scuole

Non sarebbe più semplice una restrizione sulla vendita delle armi?

Gli Stati Uniti sono tristemente famosi per le decine di sparatorie avvenute negli edifici scolastici ad opera di studenti che per vari motivi (spesso anche a causa di bullismo) decidono di procurarsi un'arma da fuoco ed usarla contro i loro stessi compagni. Come principali colpevoli sono (come sempre) chiamati in causa i videogiochi ed infatti l politico repubblicano Chris Quinn ha proposto una tassa del 10% su tutte le versioni fisiche dei cosiddetti "videogiochi violenti", ovvero quelli valutati come M for Mature ed Adults-Only dall'ESRB.

Come riporta Gamespot, Quinn intende destinare i proventi della tassa ad un fondo speciale che servirà per aumentare la sicurezza delle scuole, la proposta di legge era stata già presentata nel 2018 (non riuscì ad uscire dall'aula) ed è stata ripresentata ora. Il politico afferma che i videogiochi violenti possano aumentare il rischio di queste tragedie, citando anche rapporti di altri enti:

"Un fattore che potrebbe contribuire ad aumentare il rischio delle stragi è il materiale con cui i ragazzi vengono in contatto, attraverso i videogames."

Naturalmente l'Entertainment Software Association oppone una dura resistenza contro la proposta di legge, eccone una dichiarazione:

"Numerose autorità come medici, scienziati, agenzie governative e la stessa Corte Suprema americana hanno provato che i videogiochi non sono correlati agli episodi di violenza. Incoraggiamo gli uomini di legge della Pennsylvania a lavorare con noi al fine di far comprendere meglio il sistema di classificazione ESRB."

Per quanto la proposta di istituire un fondo volto alla sicurezza nelle scuole sia una lodevole iniziativa, non sarebbe meglio imporre una restrizione sul sistema di vendita e circolazione delle armi?