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PS5 tra un pizzico di dubbi e sfiducia? 'PlayStation e Jim Ryan devono creare una narrazione migliore'

Per il giornalista Jeff Grubb è tutta una questione di "storie".

"È tutta una questione di storie e di narrazione" dice il buon Jeff Grubb e probabilmente è davvero così.

PS5 sta vendendo parecchio considerando le scorte limitate e in molti mercati domina sulla concorrenza. PlayStation nella "lotta" con Xbox è l'unica compagnia che sta effettivamente pubblicando esclusive con una che uscirà proprio a fine mese, l'interessante Returnal. Insomma, la divisione PlayStation sta continuando a macinare numeri record proseguendo l'ottima generazione PS4. Eppure sembra esserci meno entusiasmo intorno a PlayStation.

Sicuramente Microsoft e la sua divisione Xbox sono nettamente più in salute rispetto al lancio della generazione PS4/Xbox One con una immagine rivitalizzata dal lavoro di Phil Spencer, dalle tante acquisizioni e dal successo dell'Xbox Game Pass. Il problema delle esclusive first party rimane gigantesco considerando che dal lancio della console non è uscito sostanzialmente nulla dai team first party e che fino ad Halo Infinite (che dovrebbe uscire a fine 2021) si è costretti a rimanere a bocca asciutta. Però intorno alla compagnia di Redmond c'è sicuramente molta più fiducia rispetto al passato.

Sony d'altro canto si sta scontrando con quelli che sono report sotto diversi aspetti negativi. Focus esasperante sui blockbuster e basta (i progetti più contenuti sono da sempre uno degli aspetti più apprezzabili di Sony, spariranno davvero?), un presunto remake di The Last of Us piuttosto inutile, e la possibilità che una IP interessante e con tanto potenziale come Days Gone venga abbandonata con la presunta bocciatura di Days Gone 2.

Sono solo rumor che però si ricollegano a una riorganizzazione di Japan Studio che è sembrata un esodo e alla questione chiusura PlayStation Store di PS3, PS Vita e PSP che fa storcere il naso a molti. Sono diversi tasselli che hanno spinto il giornalista di VentureBeat, Jeff Grubb, a pubblicare un articolo che ha poi commentato su Twitter. Per Grubb è tutta una questione di storie e di narrazioni che il CEO di PlayStation, Jim Ryan sta almeno in parte sbagliando.

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"Le persone sembravano più fiduciose riguardo il primo anno di PS4 rispetto a quanto non lo siano per PS5 nonostante quest'ultima abbia una lineup di giochi più solida. Penso che questo accada perché la narrazione di Jim Ryan secondo cui 'creeremo giochi che non potete ignorare' è meno potente di 'tutto ciò che facciamo è For the Players'. Quando personalità come Iwata o Shawn Layden si alzano e affermano 'sono un videogiocatore' o 'sono davvero orgoglioso di lavorare qui', ciò che sentiamo sono persone che tengono davvero ai videogiochi e questo ci aiuta a credere che i videogiochi di quella compagnia siano qualcosa a cui tenere altrettanto profondamente.

"Quando spendi $500 su una PS5 e pensi allo spendere $70 sui videogiochi ogni volta credere a quel tipo di storie è più importante di quanto possiate pensare. E sentire Ryan che afferma che questi videogiochi sono importanti perché prestigiosi e di conseguenza più costosi è leggermente meno efficace. Tutto è storie. PS4 che usciva con un prezzo di $400 era importante ma quasi non era altrettanto importante dell'avere persone che si convincevano di acquistare la console da una compagnia che teneva davvero a loro, soprattutto rispetto a una Xbox che era la compagnia che si interessava solo a TV, TV, TV".

In parole povere Jim Ryan sta "vendendo male" PS5 e PlayStation. La console è ottima, i giochi stanno uscendo e sono di qualità ma la storia che Ryan sta raccontando è meno efficace di quella che Satoru Iwata, Adam Boyes e Shawn Layden raccontavano ai tempi di PS4. Cosa ne pensate?

Fonte: Jeff Grubb