Quattordicenne "malato di videogiochi": botta e risposta tra l'assessore Gennuso e l'avvocato Miraglia
Si torna sulla delicata vicenda.
Pochi giorni fa vi avevamo riportato la delicata vicenda con protagonista un ragazzo di quattordici anni che rischia di essere portato via alla madre a causa della sua dipendenza dai videogiochi.
Il ragazzo, complice anche una difficile situazione familiare, si è abbandonato al mondo virtuale dei videogiochi a tal punto che ha cominciato a saltare anche le lezioni. Inizialmente, il caso fu seguito dal reparto di neuropsichiatria infantile e da un insegnante di sostegno, grazie all'aiuto degli esperti furono notati segni di miglioramento. Tuttavia, dopo l'estate, i problemi sono tornati a galla e il giovane è tornato ad assentarsi da scuola.
La colpa di tutto ciò è ricaduta sulla madre del ragazzo, accusata di negligenza da parte dei servizi sociali e perciò è stato emesso un provvedimento che prevede l'allontanamento del giovane dalla famiglia, con sistemazione all'interno di una comunità.
Al momento il provvedimento non è stato ancora attuato e sulla delicata vicenda è intervenuto l'Assessore e vicesindaco di Crema Michele Gennuso che, come riporta giornaleditreviglio.it, dichiara:
"La situazione è iniziata due anni fa. Smentisco quanto affermato dalla mamma e dal ragazzo circa il fatto che non abbiano avuto l'assistenza necessaria, perché sono state messe in campo tutte le misure previste. Un giudice non arriva ad allontanare un minor dalla famiglia, questa è una soluzione drastica che serve a tutelarlo e a seguirlo perché evidentemente fra le mura domestiche non vive una situazione normale. Si è deciso di non allontanarlo ieri (20 novembre ndr.) per la presenza massiccia di giornalisti e per evitare eventuali gesti sconsiderati che il ragazzo avrebbe potuto compiere. Il giovane so che si è detto sconvolto dal fatto di non poter trascorrere le festività insieme alla madre: ho lavorato in comunità di recupero e non esistono , soprattutto all'inizio, possibilità di vicinanza alla famiglia e non c'è Natale che tenga. Non conosco la signora e il ragazzo ma ho intenzione di andare a parlare con loro"
In seguito, attraverso un comunicato stampa, è arrivata la risposta dell'Avvocato Francesco Miraglia:
"Dopo l'intervento pubblico dell'Assessore Michele Gennuso, sento il dovere di intervenire pubblicamente, non certo per entrare nel merito della vicenda giudiziaria che appartiene ad altre sedi, ma soprattutto per fare alcune puntualizzazioni. E' incredibile, che un assessore alle politiche sociali si esprima nei termini riportati nel suo intervento pubblico. Come può un Assessore sostenere che è stato fatto tutto il possibile, che è stata data tutta l'assistenza necessaria a questo ragazzo se poi l'unica soluzione è quella di allontanarlo dalla propria famiglia e di collocarlo in una struttura? Come può un Assessore alle politiche sociali sostenere che la casa famiglia "è un bene" solo perché lui ha lavorato in struttura? Come può un Assessore alle politiche sociali sostenere che per il ragazzo non c'è Natale che tenga? Penso, senza entrare nel merito politico, che un Assessore si dovrebbe chiedere qual è stato e quali sono le competenze dei suoi operatori se poi si decide che per il minore l'unica soluzione è l'allontanamento. Piuttosto, è di competenza di un Assessore spiegare quali sono le politiche giovanili, quali sono le iniziative a favore dei ragazzi, qual è l'alternativa per gli adolescenti nel suo comune piuttosto che giudicare, senza addirittura conoscere la famiglia o la mamma stessa. Ancora più incredibile è che ad oggi nessuno ha spiegato alla mamma quali sono eventualmente le competenze della struttura rispetto alle esigenze del ragazzo, quale dovrebbe essere il progetto di recupero, e quali sono le competenze degli operatori della struttura rispetto a quelli degli operatori che fino ad oggi si sono occupati della vicenda. Penso, che sia sbagliato per un Assessore porre in essere una difesa d'ufficio invece di mettersi a disposizione della famiglia e capire tutti insieme come aiutarlo. Se è vero come è vero che l'Assessore sostiene che dopo tanta assistenza l'unica soluzione per questo ragazzo è l'allontanamento, suggerisco subito di allontanare immediatamente dal proprio lavoro tutti gli operatori che fino ad adesso hanno seguito il minore. L'intervento dell'Assessore mi ricorda un vecchio detto del chirurgo che uscendo dalla sala operatoria rassicura i parenti: "L'intervento è riuscito, ma il paziente è morto!". E' stata data tutta l'assistenza possibile a questa famiglia, ma il minore deve essere allontanato."
Che ne pensate del botta e risposta tra L'assessore Michele Gennuso e L'avvocato Francesco Miraglia? E, soprattutto, cosa ne pensate voi di questa delicata vicenda?