Resident Evil: Operation Racoon City è un risposta a chi non ama i controlli della serie
"Siamo sempre stati criticati sotto questo aspetto".
Per Capcom, lo shooter in terza persona Resident Evil: Operation Raccoon City vuol'essere una risposta ai tutti i fan che si lamentavano dei controlli nei precedenti giochi della serie.
RE: ORC vede i giocatori vestire i panni di un membro delle Umbrella Special Forces in un gioco fortemente basato su una campagna co-op per quatro giocatori e su multi da otto contro otto.
Senza dubbio un cambiamento molto drastico di gameplay per una serie che da sempre si è concentrata prevalentemente sulle atmosfere horror.
"Ci sono alcune persone che hanno giocato a Resident Evil 4 e al 5, che dicono cose tipo 'Il gioco mi è piaciuto ma i controlli sono troppo macchinosi'", spiega il produttore del gioco, Mike Jones.
"Nelle recensioni veniamo sempre criticati sotto questo aspetto. Quindi ci siamo detti, "'fanculo, facciamolo! Creiamo un TPS e speriamo che piaccia alla gente"
RE: ORC è stato sviluppato dallo studio canadese Slant Six, già creatori di alcuni giochi del marchio SOCOM, ed è il primo titolo di Resident Evil sviluppato fuori dal Giappone.
Nonostante le previsioni di vendita siano state abbassate da 2,5 milioni di copie a un solo milione, Capcom si è comunque detta molto fiduciosa del successo del gioco.
Jones ha ammesso che il titolo è un enorme rischio per Capcom, ma che è essenziale per attrarre più casual gamer verso Resident Evil.
"Sappiamo che ci sono alcuni fan di Resident Evil che vorrebbero solo giocare ai survival horror", ha spiegato. "Che vorrebbero solo Revelations o un remake di Resident Evil 2. E probabilmente queste persone non saranno felici con ORC".
"Questo prodotto rappresenta un rischio molto alto e spaventoso. Lo realizziamo fuori dal Giappone, ed è la prima volta che questo sviluppatore crea qualcosa di cross-platform, con un look così cinematografico e così fortemente basato su una storia. Stiamo inserendo il gameplay di un TPS nell'universo di Resident Evil ed è una cosa veramente nuova per noi. Tutte le volte che ci si prendono rischi così grandi la cosa ti spaventa, sia da un punto di vista creativo che finanziario".
"Ci stiamo investendo un sacco di soldi. Adesso sviluppare un gioco costa molti soldi e se poi non piace o le persone non lo trovano interessante è un bel casino. Stiamo percorrendo una strada difficile ma abbiamo avuto molti feedback positivi. Siamo emozionati e speriamo che venda bene.
Jones ha poi aggiunto che Capcom ha scelto Slant Six perché li riteneva in grado di sviluppare un TPS che potesse competere con Gears of War o Uncharted.
"Il motivo per cui siamo usciti dalla nostra zona di sicurezza è che volevamo creare un titolo che fornisse un'esperienza TPS che piacesse al pubblico occidentale, qualcosa che fosse per loro familiare", continua Jones.
"Il team giapponese di Capcom non si sentiva certo di riuscire a creare uno shooter che ricreasse lo stesso feeling di Uncharted o GOW. Slant Six, grazie alla sua esperienza con SOCOM, è sembrata subito la scelta giusta. Inoltre hanno creato un ottimo prototipo del gioco. Hanno aggiunto quel qualcosa in più, definendo cosa vuol dire TPS per loro, cosa ci sarà di divertente in questo titolo e come mai è così fico far parte di un corpo scelto. Inoltre sono grandissimi fan di Resident Evil, quindi sanno di cosa ha bisogno questa serie per funzionare".
"Speriamo che piaccia molto agli amanti dei giochi action e casual, soprattutto a chi non ha mai giocato a Residen Evil. Vogliamo soprattutto far conoscere la saga a chi non l'ha mai provata e questa è la ragione principale per cui abbiamo deciso di svilupparlo fuori dal Giappone".