Riot Games raggiunge un accordo per la class action riguardante molestie sessuali e discriminazioni di genere
Si chiude un capitolo importante per lo studio.
Riot Games, lo studio dietro League of Legends, ha annunciato di aver raggiunto un accordo per la class action avviato lo scorso anno per le "discriminazioni di genere per stipendi e promozioni, molestie sessuali e ritorsioni contro le donne" all'interno della compagnia.
La causa era stata registrata lo scorso anno dopo i report di Kotaku sui fenomeni di sessismo all'interno di Riot. La vicenda ha avuto ulteriore rilevanza mediatica lo scorso maggio, quando oltre 150 dipendenti di Riot organizzarono una protesta alla notizia che Riot aveva presentato delle mozioni per prevenire due casi di discriminazione di genere, consigliando ai querelanti di firmare accordi di arbitrato forzato.
"Abbiamo preso un impegno con i nostri dipendenti per il quale faremo i passi necessari per creare un rapporto di fiducia e dimostrare che siamo seri riguardo alla volontà di far evolvere Riot in un luogo di lavoro eccellente per tutti i Rioters. In queste circostanze, abbiamo dovuto guardare con occhio critico il nostro approccio contenzioso alla class action.", afferma Riot Games tramite un comunicato stampa.
Per questo motivo la compagnia ha deciso di chiudere pacificamente la causa con un accordo tra le parti. Tuttavia i dettagli dello stesso non potranno essere svelati finché non verranno analizzati e approvati dalla corte.
In un altro comunicato, Rioters Against Forced Arbitration, il gruppo che ha organizzato la protesta dello scorso maggio, afferma:
"Trovare un accordo per questa class action è una vittoria per le donne nei videogiochi. Crediamo che questo e i cambiamenti alla politica interna di Riot aiuteranno nel continuare i progressi verso l'equità che abbiamo fatto lo scorso anno."
Rioters Against Forced Arbitration tuttavia precisa che ci sono tutt'ora altre cause legali in corso contro Riot Games per discriminazione e molestie. A queste si aggiunge l'investigazione iniziata dalla California Department of Fair Employment and Housing per "salari non equi, molestie sessuali, violenza sessuale, ritorsioni e discriminazioni di genere.".
Fonte: Eurogamer.net