Secondo uno studio non esiste alcun collegamento tra videogiochi violenti e il comportamento aggressivo degli adolescenti
L'Università di Oxford descrive lo studio come "uno dei più definitivi fino ad oggi".
Un nuovo studio condotto dall'Oxford Internet Institute sostiene di non aver trovato alcun collegamento tra il tempo trascorso a giocare a videogiochi violenti e il comportamento aggressivo dei teenager adolescenti, riporta Games Industry.
Pubblicato su Royal Society Open Science, lo studio Violent video game engagement è "uno dei più definitivi fino ad oggi" secondo l'Università di Oxford.
Mentre molti studi hanno già fatto affermazioni analoghe e contrarie, il professor Andrew Przybylski, ricercatore capo, ha affermato che "l'idea che i videogiochi violenti guidino l'aggressività nel mondo reale è molto popolare, ma non è stata testata molto bene nel tempo".
Secondo l'università, questo studio si distingue dai precedenti lavori in cui i ricercatori pubblicavano le loro ipotesi, i metodi e la tecnica di analisi prima di iniziare la ricerca.
"Parte del problema nella ricerca tecnologica è che ci sono molti modi per analizzare gli stessi dati, che produrranno risultati diversi", ha detto Przybylski.
"Un risultato selettivo e scelto appositamente può aggiungere un peso ingiustificato al panico morale che circonda i videogiochi. L'approccio di uno studio accademico è una salvaguardia contro ciò".
Questo è supportato dalla Dr Netta Weinstein dell'Università di Cardiff che ha dichiarato: "i nostri risultati suggeriscono che i pregiudizi dei ricercatori potrebbero aver influenzato studi precedenti su questo argomento e hanno distorto la nostra comprensione degli effetti dei videogiochi".
Sebbene non sia stata trovata alcuna correlazione tra i videogiochi e il comportamento aggressivo negli adolescenti, i ricercatori hanno notato che i giochi possono provocare sentimenti o reazioni rabbiose.
Questa ricerca giunge in un momento cruciale per il settore in quanto il dibattito sull'effetto dei videogiochi violenti è tornato con rinnovato vigore negli ultimi 12 mesi. L'anno scorso il presidente americano Donald Trump ha suggerito che i videogiochi violenti fossero in parte responsabili della strage nella scuola di Parklands, in Florida, dove ci sono stati 17 morti, e ha convocato un incontro con i dirigenti delle società di videogiochi per discutere la questione.
A febbraio il rappresentante dello stato del Rhode Island, Robert Nardolillo III, ha proposto una tassa sui videogiochi violenti sostenendo che "i bambini esposti a videogiochi violenti in giovane età tendono ad agire in modo più aggressivo di quelli che non lo sono".
Inoltre, proprio la settimana scorsa è stato riproposto un progetto di legge in Pennsylvania che proponeva una tassa del 10% sui giochi violenti che l'ESA ha definito "violazione della Costituzione degli Stati Uniti".
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