Phil Spencer di Xbox condanna il razzismo contro gli asiatici. Rami Ismail polemico: 'quindi andrete contro Six Days in Fallujah?'
"Un gioco americano che guadagna cancellando violenza e crimini di guerra contro asiatici".
Six Days in Fallujah continua a far discutere. Il gioco racconta gli avvenimenti accaduti nel 2004 durante la seconda battaglia di Fallujah dal punto di vista degli USA e, stando agli sviluppatori, nella raccolta delle testimonianze da parte dello studio non ci sarebbero conferme riguardo l'uso di armi al fosforo contro i civili.
In realtà, gli USA avevano prima negato e poi confermato l'uso di tali armi ma, come riporta BBC, le armi al fosforo sarebbero state usate contro i soldati nemici e non contro i civili.
L'utilizzo di questa tipologia di armi è ritenuto un crimine di guerra e secondo l'Organization for the Prohibition of Chemical Weapons (OPCW) le armi al fosforo non possono essere usate come armi chimiche, ma solo per illuminare e creare dei diversivi.
Come segnalato da Spaziogames, Rami Ismail, uno sviluppatore molto noto nella scena indie che sta seguendo la discussione intorno a Six Days in Fallujah, è ora intervenuto collegando quanto detto da Phil Spencer riguardo l'odio contro gli asiatici e il gioco in questione.
Pochi giorni fa, il boss di Xbox ha preso una decisa posizione contro l'ondata di crimini d'odio verso gli asiatici americani e, ora, lo sviluppatore ha esortato Spencer a fare qualcosa anche in merito a Six Days in Fallujah.
"Spero che ciò significhi che il gioco statunitense che mira a guadagnare dollari USA cancellando intenzionalmente crimini di guerra statunitensi reali e la violenza statunitense contro una città asiatica, piena di persone asiatiche innocenti che vivono in Asia, avrà difficoltà nel lancio su una piattaforma statunitense che afferma di sostenere gli asiatici", si legge in un tweet di Ismail.
Al momento, Phil Spencer e Xbox non hanno fornito una risposta, ma vi riporteremo tutti gli aggiornamenti sulla vicenda appena sarà possibile.
Fonte: Twitter.