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Sony non è interessata ai battle royale ma è aperta all'acquisizione di nuovi studi first-party e punta a creare meno giochi di maggiore qualità

Layden: "primi, migliori e dovere".

Sony non è di certo la compagnia che segue i trend del momento ma negli anni l'universo PlayStation si è spesso rivelato assolutamente vincente in decisioni che sembravano andare controcorrente rispetto a una buona fetta del mercato AAA. La compagnia continuerà sulla propria personalissima strada, cederà a fenomeni come il battle royale o continuerà a consolidare la propria strategia cercando allo stesso tempo di espandere gli studi interni?

Anche a queste domande ha risposto il chairman dei SIE Worldwide Studios, Shawn Layden, recentemente intervistato da CNET. Partiamo dalla questione battle royale: Sony seguirà il trend più in voga del momento?

"Non voglio rientrare in una situazione in cui ci siamo anche noi. Penso che attualmente il mondo abbia tutti i battle royale di cui ha bisogno. Penso che negli ultimi tre o quattro anni abbiamo fatto molto per arrivare nel punto in cui ci troviamo attualmente in cui stiamo realizzando meno giochi all'anno rispetto a quanto abbiamo mai fatto ma stiamo spendendo più tempo, più energia e sicuramente più soldi nel farlo.

"Quindi stiamo realizzando tutto ciò che vogliamo e stiamo ottenendo successo sia dal punto di vista della critica che da quello commerciale. Vediamo cosa possiamo aggiungere al nostro arsenale. In passato ho analizzato alcune opportunità, è un'opportunità per cercare coloro che sono più adatti a noi dal punto di vista culturale".

Per quanto riguarda acquisire nuovi sviluppatori? Su cosa si basano i vertici di PlayStation quando devono prendere decisioni di questo tipo?

"Esploriamo sempre delle opportunità. Se troviamo un partner o un team o un gioco che sentiamo sia particolarmente significativo e interessante, anche nell'area dei servizi, cercheremo di legarlo a noi. Siamo sempre aperti a quel tipo di esperienza. Cerchiamo di rendere molto semplice per i nostri team il concentrarsi su ciò che è la nostra visione per il futuro e abbiamo semplificato questo focus con tre parole: "first, best o must (primi, migliori o dovere).

"Se il tuo titolo sarà "primo" e crea un genere, o "primo" e crea una nuova attività di gioco allora ci daremo un'occhiata da vicino. Se si desidera creare un action adventure allora è meglio che sia il "migliore" della classe. Poi abbiamo la terza categoria chiamata "dovere" (must) che consiste nel fatto che abbiamo il dovere di supportare la piattaforma, dobbiamo essere presenti quando una nuova tecnologia arriva sul mercato". Un discorso che si lega alla VR e alla necessità di essere delle guide e di supportarla a pieno.

Cosa pensate delle parole di Layden, delle parole chiave dell'universo PlayStation, della decisione di realizzare meno giochi puntando sulla qualità e sulla grandezza dei progetti e della possibilità che Sony si espanda grazie a nuovi studi?

Avatar di Alessandro Baravalle
Alessandro Baravalle: Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.
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