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State of Decay 2 genera proceduralmente loot, nemici e interi luoghi della mappa di gioco

Come riempire un open-world secondo Undead Labs.

State of Decay era un progetto ricco di idee buone se non eccelse ma era anche un titolo che cozzava con la dura realtà dei fatti: Undead Labs d'altronde non era di certo uno studio gigantesco e il budget inevitabilmente era quello che era. In questo senso State of Decay 2 dovrebbe rappresentare quel "bigger and better" in cui molti fan speravano sin dall'annuncio del primo gioco.

C'è la co-op, ci sono animazioni e grafica migliorate, un gameplay sulla carta più complesso e anche un mondo di gioco molto più vasto. Proprio per gestire al meglio questo mondo palesemente più grande, gli sviluppatori hanno deciso di affidarsi alla generazione procedurale per inserire elementi come nemici, loot ma anche interi luoghi. A parlare di questa feature i ragazzi di Undead Labs all'interno di un ampio articolo pubblicato da Gamasutra.

Iniziamo dal loot. Gli sviluppatori hanno utilizzato diversi sistemi procedurali che ricoprono mansioni differenti. Si tratta comunque di un sistema ibrido dato che i container che contengono il loot sono piazzati da una mano umana mentre i loot drop sono gestiti da un meccanismo non propriamente casuale ma volto a garantire un certo bilanciamento tra i vari materiali nell'economia a lungo termine dell'esperienza di gioco.

Per quanto riguarda i nemici anche in questo caso ci sono più sistemi al servizio degli sviluppatori. Il più importante è l'Ambient Population Manager, un sistema che fu tra i primi a essere creato come prototipo e che ha continuato ad evolversi per tutto lo sviluppo. Un altro elemento chiave è stato l'Environmet Query Systems, uno strumento interno dell'Unreal Engine 4 che è legato al comportamento delle IA e alla loro consapevolezza spaziale. La stessa gestione dello spawn degli zombie è particolare: non sono sempre presenti sulla mappa ma vengono creati mentre il giocatore si muove in un'area non popolata o in seguito all'uccisione degli zombie presenti nella zona in cui si trova il giocatore.

Un fatto sicuramente da non sottovalutare è anche la principale fonte di ispirazione del team al lavoro su State of Decay 2, quel The Legend of Zelda: Breath of the Wild che è stato accolto come una piccola rivoluzione nel panorama open-world. Naturalmente creare un titolo di quella qualità è decisamente complicato ma anche solo avvicinarsi all'esclusiva Nintendo sarebbe un grandissimo risultato.

Cosa vi aspettate da State of Decay 2? Attendete con impazienza l'esclusiva Microsoft in arrivo (forse anche su Steam) il 22 maggio?