Gli sviluppatori di Pokémon vanno incontro ad alcune controversie diplomatiche dopo la visita a un santuario Shinto
Alcuni fan cinesi e coreani non hanno gradito.
In casa Pokémon è scoppiato un piccolo incidente diplomatico con i fan di alcune regioni. Lo riferisce Kotaku parlando di quanto accaduto qualche giorno fa, quando alcuni membri dello staff di Creatures Inc. - la consociata Nintendo che detiene i diritti sul brand Pokémon - si sono recati in visita al santuario shintoista di Yasukuni, a Tokyo.
Si tratta di un edificio controverso, risalente alla seconda metà dell'Ottocento e da sempre destinato ad accogliere le sepolture di quanti hanno combattuto in difesa dell'Impero del Sol Levante. Qui, fino al 1978, erano custodite anche le spoglie di quattordici criminali di guerra di classe A e numerosi altri criminali di classe B e C; motivo per il quale il santuario di Yasukuni ha sempre suscitato polemiche ogniqualvolta esponenti politici vi si recavano.
Così è stato anche per lo staff di Creatures Inc. che, seguendo la tradizione di celebrare l'hatsumode, cioè la prima visita dell'anno in un luogo di culto Shinto, ha scelto questo santuario in quanto geograficamente più vicino alla sede di lavoro della compagnia. Inutile dire che numerosi utenti cinesi e coreani (che delle aggressioni militari giapponesi portano ancora il segno nella memoria) hanno reagito con violenza alle foto pubblicate dalla pagina ufficiale della società via Twitter. Il post è stato rimosso in breve tempo, ma il focolaio di polemiche è divampato comunque, tanto che l'hashtag #Yasukuni è balzato tra i trend dell'uccellino blu.
Un incidente diplomatico in piena regola quindi, che riacutizza ferite ben lontane dall'essere cicatrizzate. Qual è la vostra opinione sull'argomento?