The Last of Us Part II: Neil Druckmann svela molti dettagli su Ellie, le decisioni e le dinamiche del gioco
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Durante un'intervista, Neil Druckmann ha svelato una serie di interessantissimi dettagli dedicati al tanto atteso The Last of Us Part II. Innanzitutto Druckmann spiega da cosa è scaturita l'idea di creare questo gioco e la scelta dell'attrice: "Incontrai Ashley Johnson per illustrarle l'idea di Left Behind", racconta. "Ma quel giorno le descrissi anche l'altra idea a cui stavo lavorando. E così siamo seduti al ristorante e lei è lì che piange ed io penso: 'Oddio, speriamo che nessuno creda che la stia maltrattando!'. È questo il primo momento in cui ricordo di aver elaborato l'idea".
Nel secondo capitolo del gioco anche Ellie subisce un'evoluzione rispetto al precedente episodio: "Nel primo gioco, Ellie era alla ricerca di qualcuno di cui fidarsi. Racconta a Joel che tutti coloro che conosceva sono morti o l'hanno abbandonata, eccetto lui. E questo crea un legame tra loro". Da ragazza con una vita agiata Ellie diventerà una vera macchina da guerra, decisa a vendicare tutti coloro che sono morti.
The Last of Us Part II vede l'arrivo anche di un nuovo infetto, lo shambler, un grottesco mutante in grado di emettere esalazioni letali che però è comunque legato alla storia originale del gioco. "Abbiamo i runner, che si avvicinano velocemente al bersaglio", racconta Druckmann. "Poi abbiamo i clicker, che si muovono più lentamente ma possono uccidere con un singolo colpo. Gli shambler hanno un attacco ad area, basato su una nube di gas acido che corrode qualsiasi materiale e che può bruciare la pelle. Nella demo, gli shambler sono perlopiù a sé. Ma la questione diventa interessante quando, per esempio, i vapori tossici occludono la visuale permettendo ai runner di sopraggiungere di sorpresa".
Non solo mostri quindi, ma anche esseri umani ed animali entreranno a far parte della cerchia dei nemici di Ellie. I cani ad esempio rappresentano uno strumento aggiuntivo in mano ai nemici umani, che permette loro di 'fiutare' letteralmente il giocatore. "Vogliamo riprodurre la violenza nel modo più realistico possibile per un videogioco d'azione", spiega Druckmann. "Per esempio, ogni essere umano nel gioco ha ora un nome, come Omar o Joe". In questo modo quando si ucciderà un bersaglio i suoi amici urleranno disperati il suo nome. Sopraffatti dalle emozioni, alcuni impazziscono di rabbia e diventano imprevedibili nei combattimenti. Tutto contribuisce a ricreare un'esperienza viscerale, ma comunque credibile.
Sarà possibile anche evitare i combattimenti e ciò non inficerà sull'esplorazione dell'ambientazione del gioco: "Come in Uncharted 4 e L'Eredità Perduta, stiamo sperimentando livelli di dimensioni molto più estese. E vogliamo usarli al servizio della storia. In alcuni momenti, l'obiettivo sarà proprio ridurre la tensione, per permettere al giocatore di pensare 'Cosa faccio ora? Cosa voglio esplorare?'".
Infine Druckmann ha un pensiero per tutti i fan di The Last of Us: "Siamo impegnati in questo progetto da anni ed ormai siamo in dirittura d'arrivo. Abbiamo scelto consapevolmente di non mostrare molto, soprattutto sulla storia e sul perché è così speciale. A questo punto non vediamo l'ora che i fan possano giocare al nostro titolo".
Vi ricordiamo che The Last of Us Part II sarà disponibile in esclusiva su PlayStation 4 a partire dal 21 febbraio del prossimo anno.
Fonte: PlayStation Blog