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The Last of Us: Parte II riempito di premi è la 'celebrazione del crunch'? Geoff Keighley dice la sua

L'uomo dietro ai The Game Awards commenta una diatriba molto accesa.

The Last of Us: Parte II verrà probabilmente ricordato come uno dei titoli più controversi della storia dei videogiochi. L'ultima polemica è legata a doppio filo ai tanti premi vinti ai The Game Awards 2020 e non solo e a una pratica che sta facendo parecchio discutere all'interno dell'industria: il crunch.

I periodi estremi di straordinari legati a scadenze o a lanci inderogabili sono una pratica che soprattutto negli ultimi anni è sotto la lente d'ingrandimento e ha dato vita anche a opinioni molto nette che vorrebbero non vedere premi a titoli realizzati anche attraverso il crunch. Ovviamente c'è anche chi la pensa all'esatto opposto ma quali sono le riflessioni di Geoff Keighley, noto giornalista e figura di spicco dietro ai The Game Awards? Premiare così tanto The Last of Us: Parte II può essere considerata una sorta di celebrazione del crunch?

"Sì, guardate è una discussione e un dibattito che indubbiamente è positivo avere. Io personalmente sono lontano dalla questione dei premi come ho anche spiegato in passato parlando di Death Stranding. Lasciamo scegliere ai media e ai diversi membri della giuria sia nomination che poi vincitori. Sono molto immerso nell'industria e quindi cerco di stare lontano dalla questione premi.

"Sicuramente The Last of Us: Parte II è un gioco polarizzante e penso che per alcune persone questo faccia anche parte del suo fascino, no? È per certi versi controverso. In un anno con un gioco come Breath of the Wild è per certi versi unanime, no? Ci sono giochi come Half-Life: Alyx, che è stato uno dei miei giochi preferiti dell'anno, che non sono nemmeno stati nominati per Game of the Year quindi ogni annata succede qualcosa di diverso, dipende.

"Quello che dirò di The Last of Us è che noi organizziamo il nostro premio Players Voice che è votato al 100% dai fan e iniziamo con 30 giochi per poi arrivare al vincitore e i due giochi più votati alla fine sono stati Ghost of Tsushima e The Last of Us: Parte II quindi i fan ci sono eccome. Vedo tutti questi commenti in rete sul fatto che i The Game Awards siano truccati e così via e le persone possono dirlo, possono dire cosa vogliono ma non ci sono prove che supportino queste posizioni. A volte è dura vedere che ci sono persone che danno per scontato che ci sia stato qualche trucco o che io sia stato pagato da Neil Druckmann. È semplicemente così assurdo ma le persone hanno il diritto di avere l'opinione che vogliono.

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"La questione della cultura di uno studio è sicuramente una discussione positiva. È difficile determinare sul serio come giudicare questo aspetto a livello di premi o cose come quando un gioco diventa ineleggibile o come prendere in considerazione queste cose nelle votazioni? Parlarne fa bene, sono certo che sia un fattore nella percezione che le persone hanno verso un gioco sia per quanto riguarda il pubblico che la giuria. È giusto parlarne ma per me è a livello dello show è difficile pensare a come tenerne conto per la selezione dei giochi, per la loro eleggibilità. È un terreno minato perché poi come puoi valutare per esempio la diversità e scegliere che un gioco diventa ineleggibile e l'altro invece è ok? Quindi tendiamo a dire che tutti sono eleggibili e che sta alla giuria valutare questi aspetti.

"È difficile perché qualcosa come il crunch è ovviamente un problema nell'industria videoludica ma non so come si possa guardare oggettivamente attraverso l'intera industria e scegliere se un gioco sia o meno eleggibile o debba perdere dei punti perché c'è stato del crunch o altri problemi con lo studio. Sono aperto alla discussione ma non so se siamo a un punto in cui possiamo davvero capire come approcciare la questione. Siamo comunque aperti a idee e feedback".

Cosa pensate dell'intera vicenda The Last of Us: Parte II/crunch/premi e in generale delle parole di Geoff Keighley?

Fonte: Game Informer