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The Last of Us: Parte II vittima della macchina del fango di giocatori che agiscono come un 'gruppo mafioso'

L'opinione del giornalista Rob Fahey.

Nel corso di questi mesi, The Last of Us Parte II si è sfortunatamente fatto "diversi nemici" nel mondo videoludico poiché alcuni giocatori a quanto pare continuano a non accettare il fatto che il gioco contenga al suo interno delle tematiche LGBTQ+, ad iniziare dal personaggio, Ellie.

Rob Fahey, giornalista di GamesIndustry.biz, ha stilato un'analisi completa che spiega approfonditamente perché le proteste contro i temi affrontati da Naughty Dog sono ancora così tanto accese. Il giornalista per spiegare con chi abbiamo a che fare, utilizza forse un termine un po' forte, ma senza dubbio esaustivo.

Fahey indica come si siano creati dei gruppi che utilizzano dei metodi che assomigliano molto a quelli "mafiosi". Il motivo per cui il gioco rende queste persone furiose si traduce nel fatto che stiamo parlando di un titolo AAA con un grande budget il cui la caratterizzazione dei personaggi osa attingere in quei temi che di solito sono prerogativa dei titoli indie. Il giocatore preso in esame si sente offeso, perché nella sua visione distorta avrebbe voluto impersonare un uomo virile, che comunica prettamente con la violenza o, come male minore, avrebbe desiderato poter scegliere una Ellie prorompente e senza dubbio più femminile.

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Fortunatamente a pensarla così sono pochi rispetto alla moltitudine di persone "open minded" che non aspettano altro che mettere le mani sulla storia del gioco: ed è proprio questo uno dei motivi per cui studi AAA stanno passando a queste tematiche. A questo link potete leggere l'opinione di Fahey che spiega per filo e per segno tutto ciò che è successo fino ad oggi.

Vi ricordiamo che The Last of Us Parte II sarà disponibile per PlayStation 4 dal 19 giugno.

Fonte: GamesIndustry