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The Medium e la sua doppia realtà: "Non è un semplice split screen"

Parola di sviluppatore.

La peculiarità saliente di The Medium è senza dubbio la sua meccanica di gioco che porta la protagonista fuori dalla nostra realtà e dentro un altro mondo, decisamente più oscuro. Gli sviluppatori, il Bloober Team, ha più volte affermato che è proprio per via di questa complessa meccanica che il titolo aveva bisogno della potenza della next-gen: non si tratta di un semplice split screen.

Jacek Zięba, produttore del gioco, ha confermato questo punto nuovamente e fermamente sulle pagine di Xbox Wire. Sostanzialmente, mentre uno split screen mostra due versioni dello stesso scenario, i due mondi di The Medium, anche se paralleli, sono completamente diversi in termini di asset, texture, modelli, illuminazione ed effetti, e tutto ciò ha un costo di risorse tecniche non indifferente.

In più ci sono elementi specifici, come gli effetti di motion blur, che devono essere calcolati e renderizzati due volte, e le richieste in termine di VRAM diventano ingenti, così come quelle di memoria veloce. Non bisogna farsi trarre in inganno dal fatto che, in teoria, è la stessa location vista con occhi differenti.

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Ed è anche per questo che, per girare ottimamente, il gioco richiede configurazioni tecniche notevoli. The Medium, lo ricordiamo, è da poco disponibile per PC e Xbox Series X/S, e si è rivelato un piccolo-grande successo, che ha già ripagato i costi di produzione.

Fonte: Xbox Wire via Gamingbolt