Ubisoft fatica a voltare pagina dopo le accuse di molestie sessuali e comportamenti tossici
Un nuovo report indica che si è fatto ben poco.
Lo scorso anno Ubisoft è stata oggetto di discussione dopo alcune testimonianze relative ai comportamenti tossici e agli abusi sessuali perpetrati all'interno della società. Nonostante diversi licenziamenti ed una dichiarazione ufficiale da parte di Yves Guillemot, la società sembra aver fatto ben poco per arginare il problema.
Un report del sito francese Le Telegramme pubblicato ad inizio maggio dichiara che sarebbe dovuta iniziare una prima ondata di procedimenti legali sulle molestie. L'azione collettiva è guidata da Solidaires Informatique Jeu Vidéo, un sindacato dei lavoratori che in precedenza aveva chiesto testimonianze per costruire un caso contro Ubisoft.
La direttrice delle risorse umane Cécile Cornet, che si è dimessa in seguito alle accuse insieme ad altri dirigenti Ubisoft nel luglio 2020, ha appena lasciato l'azienda ed è stata sostituita da Anika Grant, che in precedenza aveva trascorso tre anni in Uber. Nonostante ciò, alcuni dipendenti Ubisoft hanno affermato di non "aspettarsi nulla da queste nomine" poiché il personale delle risorse umane che ha coperto le questioni relative alle molestie è ancora in carica.
Anche in altre sedi le cose sembrano praticamente uguali a prima, con diverse persone accusate che continuano comunque a ricoprire i loro ruoli. Tra le modifiche apportate, l'azienda ha recentemente rielaborato il suo codice di condotta, che fino ad ora non menzionava le molestie. 20.000 membri del personale hanno ricevuto una formazione di mezza giornata dopo questa crisi, con i manager che hanno ricevuto sessioni più avanzate incentrate sulla responsabilità. Insomma, a quanto pare quello che si è fatto è molto poco.
Fonte: GamesIndustry