Quattro anni dopo, Ubisoft racconta gli sbagli compiuti con Assassin's Creed Unity
"Probabilmente, siamo volati troppo vicino al sole".
Nel corso del panel "10 Years of Evolution of the Assassin's Creed Brand" che si è tenuto nell'ambito della GDC 2018, il creative director Jean Guesdon ha potuto parlare dei tanti problemi che hanno caratterizzato il lancio di Assassin's Creed Unity, il capitolo del franchise uscito nel 2014 ambientato nella Parigi della rivoluzione francese.
Come riporta Eurogamer.net lo sviluppo del gioco era cominciato nel 2011, una volta conclusi i lavori su Brotherhood, e Unity era progettato per essere il primo vero titolo next-gen per le nuove console di Microsoft e Sony, Xbox One e PlayStation 4. Guesdon ha spiegato le somiglianze tra questo capitolo e il primo della serie, che hanno in comune la volontà degli sviluppatori di dare priorità all'aspetto tecnologico piuttosto che a quello contenutistico.
"Se vi ricordate Assassin's Creed 1, ci sono alcune somiglianze", ha dichiarato Guesdon durante il panel. "Perché c'era molto lavoro svolto a un livello molto basso in termini di tecnologia. Il motore era stato pesantemente rinnovato... ancora oggi, Unity è ancora uno dei videogiochi più belli".
"Allo stesso tempo, avevamo adottato la scala 1:1 per gli edifici e questo aveva avuto un impatto sul gameplay, sulla navigazione e sullo sviluppo degli elementi co-op. Siamo caduti nuovamente nella trappola di lavorare molto sulla tecnologia non permettendo ai team interni di avere tempo per creare contenuti che fossero nuovi".
Guesdon ha proseguito. "Alla fine, ecco come la penso. Abbiamo creato le condizioni perfette per la tempesta perfetta. Avevamo un gioco che era straordinario dal punto di vista artistico, ma che non rinnovava abbastanza l'esperienza". Il creative director ha poi mostrato alla platea una immagine della mappa del gioco piena di icone, che rappresentava alla perfezione le criticità evidenziate da Guesdon.
"Oltre a tutto questo, abbiamo avuto anche questa ciliegina sulla torta", riferendosi al famoso bug della faccia dei personaggi che occupava la slide successiva. "Il gioco ha sofferto da tutto questo", ha poi aggiunto. "Anche se lo doveste giocare oggi, con tutte le correzioni che abbiamo apportato, sarebbe comunque un bel gioco. Ma per farla breve, siamo volati troppo vicino al sole".
"Proprio per questo con Syndicate abbiamo dovuto concentrarci sulla qualità, e il team ha fatto molto, molto bene", ha concluso Guesdon. Che ne pensate delle parole del creative director? Credete che Ubisoft abbia dato la giusta svolta al franchise con Assassin's Creed: Origins?