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Uno studio esclude qualsiasi correlazione tra videogiochi e violenza

Lo psicologo Christopher Ferguson smentisce l'accusa più diffusa rivolta ai videogame.

L'accusa più diffusa che viene rivolta ai videogiochi da chi, fondamentalmente, non sa nulla di questa forma d'intrattenimento, è quella di essere una delle cause scatenanti della violenza: in sintesi, secondo questi individui, se tu giochi a un Call of Duty qualsiasi poi avrai voglia di sparare a caso per strada.

A smentire anni di polemiche ci ha provato lo psicologo Christopher Ferguson, che con la sua squadra di ricercatori ha esaminato la correlazione tra violenza nei media ed effettivo tasso di criminalità attraverso l'analisi del materiale presente appunto nei media dal 1920 al 2005. Dallo studio è emerso che non c'è nessun nesso tra gli atti criminali e ciò che viene rappresentato al cinema, in televisione e, ovviamente, anche nei videogiochi.

Un dato molto interessante che si evince dall'analisi di Ferguson è che, addirittura, la violenza nei media aumenta col diminuire di quella nella società. Lo psicologo, inoltre, ritiene che i videogiochi e tutte le altre forme d'intrattenimento siano un mezzo per distrarre l'opinione pubblica dai veri problemi, come la povertà e le diseguaglianze sociali.

Questo studio smentisce in un solo colpo tutte le voci che nascono dalla disinformazione, ma, molto probabilmente, non sarà sufficiente a far tacere chi vorrà dire la sua su qualcosa di cui non sa nulla.

Fonte: VG247.it

Avatar di Massimiliano Conteddu
Massimiliano Conteddu: Nato nel 1981, si è fatto le ossa su un Amstrad CPC 464 per poi scoprire tutta la bellezza degli 8-bit con un possente SEGA Master System. Adoratore di Shigeru Miyamoto e delle sue creature, ama scrivere, leggere e ascoltare storie, soprattutto sul divano col joypad in mano.
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