Skip to main content

Videogiochi, tossicità e sessismo: il 59% delle videogiocatrici nasconde il proprio sesso per evitare molestie online

Un sondaggio che sicuramente fa pensare.

Che piaccia o meno l'universo videoludico non è (ancora) un paese per videogiocatrici e il sessismo e la tossicità sono elementi quanto mai centrali delle community online sempre più "abitate" anche da gamer di sesso femminile. Un nuovo sondaggio getta nuova luce su questi e altri aspetti.

Reach3 Insights e Lenovo hanno pubblicato i risultati di un sondaggio che ha coinvolto circa 900 donne tra Stati Uniti, Germania e Cina. Il sondaggio si concentra sulle abitudini legate al gaming e sulla percezione rispetto alla rappresentazione femminile all'interno dei videogiochi. Uno dei dati che salta immediatamente all'occhio? Il 59% delle donne nasconde il proprio sesso mentre gioca online per evitare delle molestie.

Purtroppo i risultati negativi su questa particolare questione non si fermano qui. Il 77% delle donne intervistate ha confermato di aver subito discriminazioni legate al proprio sesso mentre giocavano online. Se il rapporto con la community pare quindi molto difficile, la situazione a livello di rappresentazione è però molto più positiva.

L'80% delle videogiocatrici si è definita felice della rappresentazione dei personaggi femminili all'interno degli AAA mentre addirittura il 91% è soddisfatta della rappresentazione all'interno dell'industria indie. Un aspetto che si potrebbe migliorare secondo il sondaggio è quello della pubblicità. Per il 71% si dovrebbero mostrare più donne e anche a livello esport, il 61% crede che le compagnie dovrebbero creare team completamente femminili per competere ai livelli più alti.

Sicuramente interessanti anche le percentuali sui tipi di esperienze più amate. L'88% gioca a titoli competitivi, il 75% ad action/survival e il 66% a shooter, tutti generi in larga parte considerati "core".

Se a livello di rappresentazione ci sono diversi numeri positivi il problema sembra essere soprattutto uno: la community. Generalizzare è sempre sbagliato ma purtroppo le percentuali parlano piuttosto chiaro e come recitava il nostra articolo di un paio di mesi fa: questo non è ancora un paese per videogiocatrici.

Fonte: Games Industry