Ni no Kuni II: Revenant Kingdom - prova
C'era una volta in un paese lontano lontano.
C'era una volta, in un paese lontano lontano, un piccolo re che, per riconquistare il suo regno caduto nelle mani di un malvagio usurpatore, ha intrapreso un lungo viaggio, tra luoghi incantati e città meravigliose.
Il piccolo re, per sua fortuna, non era solo, ma era accompagnato da un gruppo di amici simpatici ed affidabili che avevano promesso di aiutarlo nella sua perigliosa impresa. Perché il piccolo re, in realtà, era ancora giovane, puro di cuore e inesperto e si sarebbe trovato presto ad affrontare pericoli di ogni sorta, come battaglie contro esseri giganti e intrighi di corte.
Lo stesso misterioso personaggio che gli aveva portato via tutto, infatti, stava girando sotto mentite spoglie per tutti i regni della terra. Il suo scopo, infatti, era quello di ingraziarsi le simpatie dei governanti, in modo da tradirli una volta che questi gli avessero concesso la loro incondizionata fiducia.
Per contrastare questa minaccia non bastava semplicemente mettersi sulle sue tracce e fermare le sue oscure macchinazioni, ma occorreva anche organizzare una linea di difesa efficace, capace di respingere gli eserciti nemici e dare ai suoi alleati un porto sicuro dove riprendersi dalle battaglie e vivere in tranquillità con le proprie famiglie.
Per questo motivo il piccolo re ha deciso di creare un nuovo regno dove poter vivere e prosperare assieme ai suoi amici e alle tante persone desiderose di mettersi in gioco in questa nuova avventura. Oltre ai viaggi e alle esplorazioni necessarie per stringere nuove alleanze e contrastare le attività di questo misterioso nemico, il piccolo re dovrà governare il suo regno in modo da renderlo una fiorente economia e per difenderlo dagli eserciti invasori.
Grazie a questa premessa narrativa, Level-5 ha potuto affiancare alla classica struttura da gioco di ruolo due nuove esperienze con le quali spezzare il ritmo dell'avventura principale e ampliare il numero di attività da svolgere in Ni no kuni 2: Revenant Kingdom. Senza considerare che in questo modo semplificheranno la crescita delle abilità del protagonista e dei suoi alleati, consentendo loro di ottenere nuovi oggetti e abilità.
La modalità Kingdom Buiding, come si può intuire dal titolo, ci consente di costruire ed espandere il nostro regno. Non si tratta di un gestionale complesso come può essere un Sim City o un Age of Empire, ma nondimeno questa novità garantisce un discreto grado di flessibilità ai regnanti in erba. Ogni edificio che sarà possibili costruire sarà specializzato in qualcosa: dalla miniera arriveranno i metalli, il ristorante produrrà cibo, mentre l'emporio magico svilupperà nuove pozioni e ricette.
Per ottenere queste cose dovremo sia spendere dei soldi e del tempo nella ricerca, sia arruolare delle persone in grado di avviare l'attività. Il grado di affinità dei personaggi con la mansione svolta determinerà la velocità con la quale le nuove ricette e i nuovi oggetti saranno creati. Reclutare nuovi cittadini non avverrà in maniera automatica, ma dovremo cercarli nelle diverse città e convincerli a seguirci, solitamente portando a termine una quest secondaria a loro legata.
Avere un regno fiorente ci consentirà di avere un flusso di cassa costante, nuovi oggetti e nuove armi con i quali semplificare l'avventura, oltre che di sviluppare in maniera migliore il nostro esercito.
Questo perché oltre alle classiche battaglie che re Evan Pettiwhisker Tildrum e i suoi amici dovranno combattere ce ne saranno altre caratterizzate da uno speciale stendardo. Queste saranno da affrontare alla testa del proprio esercito e serviranno per respingere l'invasione dei regni nemici.
Le skirmish, infatti, si sviluppano in maniera completamente diversa rispetto al resto del gioco. Si tratta di combattimenti più strategici nei quali dovremo essere bravi a gestire la posizione delle nostre truppe in modo da opporre quella più adatta a contrastare le caratteristiche degli avversari. Il sistema è apparentemente una semplice variante della morra cinese, con le truppe a distanza forti contro quelle corazzate, che invece battono gli spadaccini, forti contro gli arcieri.
Non basterà, però, la semplice strategia per arrivare al termine della battaglia. Evan, infatti, disporrà anche di alcuni abilità speciali in grado di aiutare le truppe, togliendo le castagne dal fuoco nelle situazioni più complesse. Per esempio c'è un'abilità per bloccare i soldati avversari per qualche istante, così come sarà possibile scatenare un bombardamento a tappeto in grado di spazzare via un gran numero di avversari assembrato nello stesso luogo.
Nonostante la semplicità della formula, non bisognerà sottovalutare le skirmish. Basteranno, infatti, pochi livelli di differenza tra le nostre truppe e quelle nemiche per giungere ad una cocente sconfitta. Inoltre, perlomeno all'inizio, le opzioni a disposizione saranno piuttosto limitate, cosa che ci costringerà a centellinare le risorse e a preservare i soldati per le sfide successive.
Queste modalità di gioco sono comunque secondarie e complementari rispetto al cuore dell'esperienza. Ni no Kuni II: Revenant Kingdom non ha mutato di una virgola la sua natura di gioco di ruolo action a mondo aperto, nel quale la storia, l'evoluzione dei personaggi e i combattimenti sono la parte più importante del gameplay. Ognuno di questi aspetti è stato rivisto e potenziato da Level-5 in modo da superare le limitazioni emerse col primo capitolo e provare ad offrire ai videogiocatori di tutto il mondo un'esperienza ancora più appagante da tutti i punti di vista.
Sotto il profilo artistico è inutile dilungarsi: il tratto di Yoshiyuki Momose, ex character designer dello Studio Ghibli, è meraviglioso e mantiene una coerenza stilistica eccellente con quanto visto nel primo capitolo. Anche coloro che non conoscono in maniera approfondita i lavori dello studio di animazione nipponico non potranno non notare le tante similitudini con Ni no Kuni II: Revenant Kingdom e i vari Laputo o Porco Rosso. Inoltre, in più di un'occasione, il videogioco sembra omaggiare le pellicole di Miyazaki in molte sequenze e personaggi.
Questa coerenza è rafforzata anche dalla presenza di Joe Hisashi, anche lui ex Ghibli. Il compositore ha creato una colonna sonora originale e variegata, che passa da pezzi più classici ad altri più ritmati, sempre piacevoli da ascoltare e perfetti per sottolineare il contesto.
Infine l'ultima figura chiave del progetto è Akihiro Hino, ovvero colui che ha amalgamato tutti gli elementi di Ni no Kuni II: Revenant Kingdom in modo da dargli una coerenza tecnico/stilistica notevole. Il viaggio di Evan, infatti, sarà una continua sorpresa e una festa per gli occhi, grazie alle tante esplosioni di colori e rumori che si alterneranno sullo schermo.
Per esempio la città di Goldpaw è meravigliosamente ricca di luci al neon e architetture orientaleggianti, ispirate a quelle di Taiwan. Si tratta di una città-casinò gigantesca nella quale tutto è deciso attraverso le scommesse, anche il peso delle tasse. I suoi cittadini sono prevalentemente dei canidi parlanti (simili a quelli di Sherlock Holmes, per esempio) completamente indebitati per via di una colossale truffa che sta condizionando l'economia della città.
Ovviamente il nostro compito sarà quello di trovare le prove per smascherare gli impostori e riportare tutta Goldpaw alla normalità. La missione consisteva nell'interrogare prima le persone coinvolte, andando poi a cercare le prove del misfatto rovistando nella fabbrica di produzione dei dadi truccati. Nonostante la linearità dei compiti, si ha l'impressione di fare qualcosa di diverso dal semplice combattere e la natura open world consente anche di prendersi lunghe pause durante la quest per assoldare un nuovo cittadino del nostro regno o andare alla caccia di uno dei tesori sparsi per la mappa.
I combattimenti sono in tempo reale e potremo controllare un solo personaggio durante la battaglia. Oltre alla possibilità di menare fendenti, difendersi e scatenare quattro abilità specifiche, Evan e i suoi amici potranno sfruttare le abilità degli Higgledy, degli speciali spiritelli che solo i puri di cuore possono vedere.
Questi esserini, che ricordano i Pikmin, sono caratterizzati da un colore specifico che ne determinerà l'utilità. Quelli verdi, per esempio, potranno curare, quelli bianchi attaccheranno i nemici, mentre quelli rossi proteggeranno dalle fiamme. Il loro utilizzo durante le battaglie sarà fondamentale per mantenere in vita i compagni, oltre che per causare dei danni aggiuntivi.
In questo modo il sistema di combattimento risulta essere un mix tra azione e strategia veloce e divertente, nel quale ognuno può cercare di combattere nella maniera preferita, ovvero se affidarsi ai compagni e agli Higgledy o se gettarsi in prima linea. Al momento il livello di difficoltà non sembra essere particolarmente elevato, ma non sappiamo ancora come la curva di apprendimento sarà bilanciata nel gioco finale.
Ni no Kuni II: Revenant Kingdom si conferma essere, quindi, uno dei giochi più interessanti di questo inizio di 2018. Oltre ad un comparto tecnico/artistico eccezionale che, fatto salvo alcuni rari rallentamenti nella fase open world, è in grado di rivaleggiare con un film dello Studio Ghibli, Levl-5 ha costruito un sistema di gioco piuttosto vario e divertente, che non vediamo l'ora di testare in tutte le sue sfaccettature.
Manca poco più di un mese all'uscita del gioco, fissata per il 23 marzo su PS4 (con il supporto alla versione Pro) e Pc.