NieR: Automata - The End of YoRHa Edition, la recensione
2B-9S-A2 è ancora la combinazione giusta.
Il genere umano è ormai estinto (o meglio, i pochi superstiti si sono dati alla fuga) e la Terra è preda di una guerra spietata tra macchine assassine e androidi. Vista in superficie la trama di Nier: Automata ha sempre raccontato una guerra apparentemente banale, forse neanche degna di apparire sui romanzi di fantascienza d'appendice.
Ma dietro quel progetto c'era quel pazzo furioso di Yoko Taro, un game disegner mai banale che all'interno del progetto riuscì a celare una quantità impressionante di sorprese. Divenne un gioco di culto oltre che, ovviamente, il punto più alto raggiunto finora dalla sfaccettata serie Nier. In molti vorrebbero un sequel ma sinceramente siamo rimasti talmente appagati da quell'esperienza (anzi, per certi versi sarebbe meglio dire “svuotati”) che va bene così... non c'è bisogno di dire altro.
C'era invece bisogno di una versione per Switch, che venne annunciata all'inizio dell'estate durante un Nintendo Direct e che proprio in questi giorni si materializza nello store digitale sotto forma di The End of YoRHa Edition. Tre console, tre diversi titoli per lo stesso gioco. Ci sta, in fondo è solo l'ultima delle tante scelte particolari ma dannatamente intriganti che Taro e i suoi hanno fatto per questo gioco, come ideare oltre 25 finali diversi (uno per ogni lettera dell'alfabeto, incluso quello “vero” che chiede di sacrificare REALMENTE il proprio salvataggio per aiutare altri giocatori) o nascondere un segreto talmente bene che qualcuno è riuscito a scoprirlo solo tre anni dopo l'uscita del gioco.
Con queste premesse come si fa a non voler giocare un titolo simile, che per la cronaca è un ottimo mix tra azione, sparatutto e GDR con vari protagonisti e massicci cambi di scena e registro tra una campagna e l'altra? Sono vari i “giochi nel gioco” offerti da Nier Automata, una sorta di scatola cinese che inizialmente sembra ridotta in pezzi ma che, con la progressione, assume un suo senso unico... in tutti i sensi! Giochi di parole a parte, stiamo parlando di un prodotto che a fronte di meccaniche di gioco abbastanza “normali” vanta una struttura decisamente inconsueta.
Portando a termine la campagna iniziale si può avere l'impressione di aver terminato il gioco e francamente immaginare che ci sia qualcosa dopo non è facile, visto che comunque la durata di questo primo atto si aggira sulle 10 ore. Quella però è solo la punta dell'iceberg: solo al termine dei titoli di coda l'arcano viene svelato e la seconda parte inizia con un cambio di personaggio: il posto dell'affascinante androide da battaglia YoRHa-2B viene preso dall'androide scanner YoRHa-9S, che vi farà rivivere l'avventura sotto un altro punto di vista e con meccaniche ed elementi di gameplay totalmente diversi. Una volta portata a termine anche questa campagna si riparte per un altro giro sulle montagne russe, altrettanto esaltante e capace per la terza volta di proporre contenuti nuovi.
Sono davvero pochissimi i titoli che nella storia sono stati capaci di fare tanto e sappiate che non è neanche finita qui. Sarebbe però pura cattiveria “spoilerarvi” gli ulteriori contenuti di un gioco che continua a offrire contenuti, senza soluzione di continuità, per un periodo di tempo variabile tra le 25 e le 35 ore... condite tra l'altro da una miriade di altre piccole sorprese, alcune addirittura degne del maestro Kojima.
Anche l'edizione Switch di NieR: Automata - The End of YoRHa Edition accoglie ovviamente tutti i DLC a suo tempo usciti sulle altre piattaforme, che oltre ad una mezza tonnellata di elementi estetici con cui personalizzare i protagonisti includono tre arene e costumi speciali provenienti da NieR: Replicant, sbloccabili portando a termine alcune nuove missioni secondarie. Il pacchetto nel suo complesso vale ancora buona parte del suo peso in oro, sebbene in questa incarnazione non sia esente da difetti.
Le conversioni Switch di titoli usciti in precedenza per macchine più performanti hanno spesso comportato dei sacrifici, soprattutto in termini di risoluzione, fluidità e livello di dettaglio. Anche in questo caso le rinunce ci sono e alle volte sono abbastanza evidenti, nonostante i cinque anni passati dall'uscita dell'opera Platinum Games. Ricordiamo che su PS4 Standard il gioco girava ad una risoluzione 900p, non tanto distante dai 720p della modalità portatile di Switch, che salgono a 1080p (pari quindi alla versione PS4 Pro) quando la console è adagiata nel suo dock.
Noterete forse ancora più marcatamente la mancanza dei 60 fps, che su PS4 Pro e Xbox One erano piuttosto stabili. Qui ci fermiamo a 30 e la differenza purtroppo non passa inosservata, soprattutto nelle fasi di volo e di combattimento più concitato. Non manca inoltre qualche rallentamento di troppo quando su schermo gli oggetti in movimento diventano più di una dozzina. La sensazione è che qualcosa di più nell'opera di conversione probabilmente si poteva fare, così da dare al giocatore un'esperienza un po' meno “traballante”.
Discorso controlli: come sempre in giochi particolarmente frenetici i “tastini” dei JoyCon non offrono un comfort particolarmente elevato, soprattutto per chi ha le mani di medie/grandi dimensioni. Anche gli stick analogici non sono il massimo, quindi se volete giocare NieR: Automata - The End of YoRHa Edition nelle migliori condizioni ergonomiche, vi consigliamo di utilizzare un Pro Controller. Ci sarebbe piaciuto inoltre il supporto all'ormai (quasi) dimenticato Rumble HD, che in un titolo come questo avrebbe potuto dare discrete soddisfazioni.
Come parziale risarcimento a tutto questo la console Nintendo offre il solito Plus della portabilità, che per un gioco del genere è in effetti una ciliegina sulla torta piuttosto gustosa. I nostri test (effettuati su una console Switch del 2020, non OLED) hanno mostrato risultati più che discreti anche per quanto riguarda la durata della batteria, arrivata al suo limite poco dopo lo scoccare della quarta ora.
Possiamo quindi consigliare spassionatamente NieR: Automata - The End of YoRHa Edition? La risposta è un decisissimo “sì” nel caso non abbiate mai giocato questo piccolo/grande capolavoro. Al contrario, se lo avete già spolpato in ogni sua forma e declinazione (sbloccando addirittura QUEL finale), il suddetto plus della portabilità forse non sarà sufficiente per convincervi all'esborso dei 40 euro richiesti.