Night Call - recensione
Una Parigi noir nella morsa di uno spietato serial killer.
Permetteteci di toglierci subito un sassolino dalla scarpa: nonostante il voto espresso alla fine di questa recensione, Night Call non è assolutamente un gioco da dimenticare né tanto meno da ignorare. Nella (purtroppo spesso vaga) speranza che non abbiate letto semplicemente il fatidico numerino e bollato questo indie come una delle tante opere da dimenticare, vale la pena sottolineare come questo progetto sia per certi versi imperdibile, appassionante, toccante, profondo e originale. Almeno a metà.
Presentato all'E3 2018 praticamente in contemporanea a Sable ma passato in sordina di fronte allo stile incredibile e alle atmosfere sognanti di quest'ultimo, l'opera dei francesi di Monkey Moon e Black Muffin Studios meritava comunque la nostra attenzione. Di fronte a delle premesse molto interessanti e a un'impostazione da noir investigativo originale sotto diversi punti di vista, credevamo di aver messo le mani su quella che normalmente viene definita una "sleeper hit", una gemma inaspettata e nascosta che la scena indipendente spesso regala.
Night Call è innanzitutto il punto d'incontro di due anime, due anime che però non sembrano assolutamente volersi accettare, figuriamoci combaciare alla perfezione. Da una parte c'è quella non particolarmente convincente, lineare e molto poco interattiva che purtroppo arriva anche a intaccare l'altra anima, quella spesso molto riuscita e splendida ma martoriata da una struttura che rende effettivamente ottimo solo metà dei contenuti di gioco o quasi. Non ci vuole poi molto a capire che se un titolo presentato come un noir investigativo non funziona al meglio proprio durante le indagini allora c'è evidentemente qualcosa che non va.
Fumo, pioggia, luci, rumori, persone. Vita. In una fredda notte parigina una vita può cambiare radicalmente semplicemente trovandosi nel posto sbagliato in un momento sbagliatissimo. Una vita già piena di piccole, grandi disgrazie che faticosamente sta cercando di rimettersi in sesto dimenticando molto di un passato complicato e cercando di basarsi sulla semplicità di un lavoro che sembra essere cucito addosso a un talento davvero particolare. Non ci sono ragioni precise o motivazioni chiare ma la gente si fida di te e quando sale sul tuo taxi nelle ore più buie della notte si apre, si lascia andare, si "confessa". Poi però arriva quell'attimo fatidico, quella fitta lancinante nel fianco, il freddo asfalto sul viso. Buio. Luce. Non è ancora la fine, bisognerà ancora soffrire.
L'incipit tratteggiato dagli sviluppatori è sostanzialmente identico per tutti e tre i casi in cui il nostro protagonista, un tassista parigino, dovrà forzatamene imbarcarsi a causa delle pressioni della polizia. Le forze dell'ordine sono alla disperata ricerca di qualcuno da incolpare per gli efferati crimini del serial killer di turno e il nostro obiettivo non è necessariamente quello di trovare la verità ma di raccogliere un numero sufficiente di prove tale da spingere la polizia verso un altro indiziato. Nel caso fallissimo saremo noi il capro espiatorio della situazione.
Per trovare un possibile colpevole abbiamo sette notti tra le strade dell'affascinante capitale francese in questo caso declinata in salsa noir in maniera semplice ma efficace. Il comparto tecnico e artistico (e così anche quello sonoro) è ridotto ai minimi termini e si basa solo su alcune schermate caratterizzate da una manciata di animazioni ma ciononostante riesce a tratteggiare delle atmosfere niente male e a introdurre sin dalle prime fasi un "mood" molto azzeccato per le vicende dei serial killer che cercheremo di catturare e per la profondità e complessità dei temi trattati.
L'obbiettivo del tassista protagonista e quindi il nostro è semplice: lavorare nei suoi classici turni notturni accompagnando più clienti possibile per guadagnare il denaro necessario per conservare il proprio posto di lavoro e nel mentre indagare, interrogare e drizzare per bene le orecchie per captare qualsiasi voce di corridoio e pettegolezzo in grado di regalarci la svolta fondamentale per arrivare a una soluzione quanto meno credibile. Il tutto tenendo in considerazione il tempo a nostra disposizione dato che ogni azione, ovviamente, ci porterà verso la fine del turno o, nel caso in cui fossimo a casa ad analizzare gli indizi raccolti, verso il suo inizio.
Le premesse per un'opera ottima, come detto, ci sono eccome ma purtroppo qualcosa inizia a scricchiolare, soprattutto dopo aver giocato almeno un caso su tre. Una delle anime su cui si poggia Night Call è quella investigativa. Raccogliere indizi è fondamentale e per riuscirci possiamo sfruttare le informazioni in arrivo direttamente dalla polizia, ciò che sanno clienti e i commessi dei benzinai, radio e giornali, e infine delle particolari zone legate in qualche modo alle vittime del serial killer o ai sospettati.
Verrebbe da pensare che per ottenere degli indizi sia necessario sfruttare a pieno il sistema di dialogo a scelta multipla, no? Sbagliato perché nella maggior parte dei casi gli indizi in sostanza ci piovono dal cielo, immediatamente dopo aver fatto salire a bordo un cliente. Stesso discorso per i benzinai mentre la situazione varia leggermente nelle zone legate direttamente al caso.
In queste aree, in qualche occasione, abbiamo dovuto spendere del denaro per delle informazioni o comportarci/rispondere nel modo giusto per ottenere più dettagli possibili. Le meccaniche di gameplay risultano quindi molto semplici e spesso guidate, soprattutto se si pensa che i vari indizi raccolti vengono associati ai vari sospettati in maniera automatica all'interno di una sorta di "lavagna" in cui vengono raccolti tutti i dettagli dell'indagine. In parole povere viene eliminato tutto l'aspetto deduttivo che dovrebbe essere alla base di un investigativo degno di questo nome.
Anche la scelta del colpevole da indicare alla polizia risulta estremamente guidata con le ipotesi più strampalate che vengono prontamente sottolineate spingendoci praticamente a tornare sui nostri passi e a indicare un altro colpevole. Una scelta sulla carta vitale (nel vero senso della parola dato che la vita del protagonista dipende da essa) perde evidentemente di valore rivelandosi tristemente quasi completamente vuota. Come se questi difetti non bastassero, l'aspetto investigativo e la presenza di tre casi non permettono di valorizzare a pieno la secondo anima di Night Call, quella che a conti fatti sembrerebbe funzionare al meglio.
Parlare con i cittadini di Parigi che si siedono sul sedile posteriore del nostro malandato taxi è straordinario. È divertente e rilassante, è vero e proprio nutrimento per la mente in grado di farci riflettere su una marea di temi importanti, profondi, complessi e delicati senza essere banali ma fornendoci una sguardo vero sulla realtà attraverso punti di vista molto diversi ma quanto mai autentici. L'impatto dei social network, il concetto di giustizia e i valori passati e attuali, discriminazione, sessismo, terrorismo, omofobia, amore, politica ma anche il venire a patti con il proprio passato accettando ciò che si era e ciò che è stato fatto, nel bene e nel male.
Certo bisogna impegnarsi in un minimo di sana sospensione dell'incredulità e accettare l'idea di sconosciuti in grado di aprirsi e confidarsi così in profondità ma la scrittura dei personaggi e delle loro storie è così notevole (a patto di conoscere l'inglese) da spingerci a chiudere un occhio da questo punto di vista. È inoltre interessante notare come incontrare due volte lo stesso personaggio durante il medesimo caso porti in spesso a interazioni differenti con lo sviluppo di una sorta di rapporto tra il tassista e il suo passeggero che dà ulteriore profondità al character design abilmente plasmato dai team francesi.
Purtroppo però lo sviluppo di questo rapporto non continua di caso in caso. Abbiamo trascorso quasi 14 ore in compagnia di Night Call, il primo caso è stato completato in circa 5 ore e poi ci siamo dedicati agli altri due non incontrando tutti i possibili passeggeri ma andandoci molto vicino. Il problema sta nella ripetitività inevitabile che già a metà del secondo caso inizia a insinuare un pizzico di fastidiosa frustrazione.
Incontrare gli stessi passeggeri ritrovandosi a fare le stesse conversazioni non può che far storcere il naso e rifiutare costantemente le corse in cerca di altri clienti non è sempre possibile dato che si perde prezioso tempo che avremmo potuto spendere lavorando per cercare di non perdere il nostro posto di lavoro. Il punto in questo caso è molto semplice: ritrovarsi a cliccare continuamente "continua" perché di fronte a un dialogo già visto e a una storia già raccontata non è di certo positivo. Probabilmente sarebbe stato più indicato suddividere i passeggeri in tre gruppi, uno per ogni singolo caso, non andando a intaccare il senso di scoperta e di pura meraviglia narrativa che con questa struttura viene purtroppo smorzata.
Night Call è un titolo che fino alla metà dei contenuti che ha da offrire ha saputo convincerci quasi su tutta la linea ma che poi ha iniziato lentamente a inciampare e a scadere in casi di ripetitività e frustrazione che di fronte alla linearità del gameplay intaccano in parte la grandissima qualità della narrazione e degli npc. Va però sottolineato come le storie di questa Parigi videoludica siano delle autentiche gemme e forse per molti questo basterà eccome anche considerando che il gioco fa parte del Game Pass per PC.