Nintendo Classic Mini: Super Nintendo Entertainment System - recensione
Mario, Zelda, Metroid, Donkey Kong e Starfox a 16-bit e sul palmo di una mano.
L'anno scorso Nintendo ha dimostrato di avere avuto una trovata geniale lanciando sul mercato Nintendo Classic Mini NES, la retroconsole in miniatura che riprendeva in tutto e per tutto stile, forma e soprattutto effetto nostalgia della prima console a 8-bit da salotto lanciata a metà degli anni '80: il NES. La console includeva una trentina di giochi preinstallati non espandibili, tra cui bestseller e grandi classici, e ha avuto un successo tale che è praticamente stata irreperibile o quasi per tutti i pochi mesi in cui è rimasta in produzione.
Operazione commerciale che si è dimostrata un test più che (con)vincente e così la grande N ci riprova quest'anno con il Nintendo Classic Mini SNES, una retroconsole che segue le orme del Mini NES, ma che stavolta riproduce l'aspetto ed i giochi del Super Nintendo, la console a 16-bit ricordata come una delle più riuscite di sempre dal punto di vista di capacità e qualità/quantità di titoli first party e third party. La console offre ventuno giochi preinstallati non espandibili e nella lista è compreso un titolo mai rilasciato perché cancellato prima del lancio, parliamo dell'ormai leggendario StarFox 2. Un gioco completamente in 3D con poligoni ed effetti speciali che fanno sembrare il SNES una console a 32-bit in stato embrionale.
Il NES è stato certamente il sistema che ha lanciato Nintendo nell'olimpo dei videogiochi negli anni '80, ma è col SNES che la casa di Kyoto ha ingranato la quinta e ha fatto vedere ciò di cui era capace sia dal lato software sia da quello hardware. Il Super Nintendo non era certamente la console più potente sul mercato nei primi anni '90 (basti pensare che la CPU Ricoh a 3,58MHz era largamente più lenta del Motorola 68000 a 7,6MHz del Mega Drive e console come Turbografix-16 e SNK Neo-Geo potevano contare su un hardware avanzato, precursore delle prime console a 32-bit), ma poteva contare su una palette di colori estremamente ampia e un chip audio di tutto rispetto. Inoltre, nella seconda metà del suo ciclo vitale Nintendo decise di dotare le cartucce di alcuni titoli del SNES di chip aggiuntivi come i DSP, il Super-FX e l'SA1, con lo scopo di estendere le potenzialità tecniche della console.
Il Nintendo Classic Mini SNES arriva sul mercato tentando di correggere i difetti più aspramente criticati del suo predecessore Mini NES. Prima di tutto, la console viene ora distribuita con due controller e non uno (ed il pad opzionale per il Mini NES è risultato praticamente introvabile, così come la console stessa). In secondo luogo, i cavi dei controller ora hanno una lunghezza soddisfacente di 152 cm, quasi doppia rispetto ai totalmente insufficienti 90 cm dei cavi del Mini NES, che costringevano praticamente a giocare incollati allo schermo, e se a casa avevamo un 55 pollici non era proprio un'esperienza piacevole. La buona notizia riguardo ai controller è che sono utilizzabili anche sul Mini NES e viceversa, essendo compatibili con l'interfaccia del Classic Controller del Wii.
Queste due migliorie però non arrivano in via indolore, visto che il prezzo del pacchetto è stato aumentato di ben €20 arrivando così a €79, non proprio una bazzecola per la riproposizione di una vecchia console, seppur fatta bene e dalla stessa casa madre. Il resto della dotazione rimane invariata: un cavo HDMI mentre manca ancora una volta un alimentatore, ma troviamo un cavo micro USB che se collegato alla porta della TV o di un dispositivo analogo che fornirà alla mini console l'energia necessaria. Trovate una panoramica su contenuto della confezione, impressioni e confronto con l'hardware originale nel video unboxing qui sopra.
Anche l'emulazione risulta più rifinita, e rasenta quasi lo stato dell'arte. L'interpolazione software è ora più curata, e non si nota più quell'effetto di stuttering orizzontale sperimentato sul Mini NES; ora tutto è più fluido e stabile e, come evidenziano i nostri amici inglesi del Digital Foundry >, anche sotto la lente d'ingrandimento le immagini risultano più nitide e meno impastate. È stato anche ridimensionato il problema del ritardo nell'audio, che nel caso del Mini NES poteva arrivare anche cinque frame, mentre ora arriva a tre frame nel peggiore dei casi, ma è comunque un problema presente che idealmente non dovrebbe esserci.
Ma l'ottimizzazione è puramente a livello software perché, contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, il Mini SNES monta lo stesso identico hardware del suo predecessore, ovvero un SoC R16 (system on chip) Allwinner, con quattro core ARM Cortex A7 accoppiati a una GPU ARM Mali 400 MP2. La scheda tecnica si completa con un singolo modulo di RAM DDR3 da 256MB DDR3 e 512MB di storage NAND: un potenziale comunque sufficiente non solo a riprodurre i giochi standard per SNES, ma anche tutti quelli che fanno uso dei chip ausiliari come il Mode 7, l'SA1, i DSP, ma soprattutto il Super FX GSU-2, su cui sono basati sia Yoshi's Island sia StarFox 2. Questo chip finora non era mai stato emulato ufficialmente da Nintendo sulle sue Virtual Console.
Passiamo ora al sodo, al piatto caldo della discussione, la lista dei giochi inclusi. Come sappiamo, Nintendo ha deciso anche questa volta di chiudere il sistema non permettendo l'espandibilità della libreria neanche a pagamento, e questo è già un bel motivo di disappunto. Ma quel che rattrista di più è che il numero dei titoli inclusi è stato ridotto rispetto a quello del Mini NES, passando da 30 a 21, trovate la lista completa nel box a lato. Certamente, ci sono dei titoloni che hanno letteralmente fatto la storia dei videogiochi in questa scatoletta che sta in una mano, basti pensare a Super Mario World e Yoshi's Island, a Donkey Kong Country, a Super Metroid, a StarFox o Super Mario Kart (il primo di una fortunatissima serie divenuta iconica e che perdura tutt'oggi), o Super Mario RPG, Zelda: A Link to The Past o a Final Fantasy VI (forse il titolo più amato dell'intera serie di RPG). Ma è anche vero che è pure eccellente la lista dei grandi esclusi.
A €80 questo sistema avrebbe dovuto quanto meno offrire anche titoli che hanno fatto vendere tanto la console come Donkey Kong Country 2 & 3, Actraiser, Chrono Trigger, Nba Jam, Killer Instinct, Demon's Crest, TMNT 4, Pilotwings, Alladin, The Lion King ed i porting dei fantastici picchiaduro arcade Mortal Kombat e Final Fight.
Se da un lato queste assenze si fanno sentire e la lista di titoli può sembrare certamente ristretta, Nintendo ha cercato di indorare la pillola, mettendo nella lista non solo un titolo mai rilasciato come StarFox 2, ma anche Earthbound (Aka Mother 2), un iconico RPG per il sistema mai rilasciato in Europa che finalmente ci potremo godere appieno. È quindi innegabile che ventun titoli non sono un gran numero, ma la qualità non può essere messa minimamente in discussione. Per portare a termine giochi come A Link to the Past, Super Metroid, Final Fantasy VI o Super Mario RPG ci vorranno settimane se non mesi, a seconda del vostro grado di abilità e tempo libero, sia che non li abbiate mai giocati, sia che li abbiate macinati a suo tempo (25 anni possono fare brutti scherzi alla memoria del resto). E se poi vi metterete a giocare con gli amici o coi parenti a Super Mario Kart o Street Fighter II, beh...le ore di divertimento potrebbero estendersi a dismisura.
Il sistema operativo della console è molto simile a quello del Mini NES: abbiamo una piacevole interfaccia grafica di selezione dei titoli, con i background relativi ai giochi che si alternano sullo sfondo in maniera dinamica. A livello di opzioni di visualizzazione e di feature non cambia quasi nulla, con ogni gioco che offre le tre modalità di visualizzazione CRT, 4:3 e Pixel Perfect, e tre slot di salvataggio rapido per interrompere il gameplay in qualsiasi momento e riprenderlo quando più ci fa comodo. C'è una nuova funzionalità introdotta, ovvero il rewind. Se commettiamo un errore o vogliamo ripetere in maniera migliore l'ultima fase di gioco, non c'è problema: avremo la possibilità di riportare indietro il tempo fino a 60 secondi, una caratteristica adottata ultimamente dai giochi moderni, che 25 anni fa sull'hardware originale non era nemmeno minimamente ipotizzabile. In più, è stata aggiunta una cornice personalizzabile attorno alle immagini dei giochi.
Sul fronte tecnico, tutti i titoli sono riprodotti a 60Hz, quindi sono state scelte le versioni americane. Sappiamo infatti che il SNES PAL offriva un segnale video interlacciato a 50Hz, e questo è un bel passo avanti per rigiocare quei titoli, poiché un gameplay a 60fps offre sicuramente un'esperienza più reattiva e godibile. Il tutto è riprodotto ancora una volta con un segnale HD 720p. Se questo poteva andare tutto sommato bene con il NES, stavolta avremmo desiderato che l'output arrivasse a 4K (vista la veloce diffusione di questi tipi di schermi di questi tempi) o quanto meno 1080p, ma ciò avrebbe richiesto sicuramente una revisione hardware, ed un conseguente rallentamento nella produzione.
Fortunatamente, Nintendo ha risolto col Mini SNES quello che forse è stato il problema più grosso del Mini NES, ovvero le scorte. Nonostante la copiosa domanda ed i preordini che terminavano sistematicamente prima del lancio, la console è largamente reperibile presso rivenditori fisici e non anche a qualche giorno dal suo lancio, e Nintendo ha assicurato che la produzione viaggerà a buon regime fino alle vacanze natalizie, quindi non si dovrebbe aver difficoltà a metterne una sotto l'albero come regalo a voi stessi o ai vostri cari.
Tirando le somme, il Nintendo Classic Mini: SNES è esattamente ciò che Nintendo intendeva fornire: un Super Nintendo in miniatura che offre una selezione di titoli rappresentativi della console a 16-bit degli anni '90, con qualche miglioria al gameplay e correzioni ai difetti del Mini NES. Certamente, ci sono degli assenti illustri nella lista dei giochi, ed è anche vero che esistono delle soluzioni alternative sul mercato più versatili e in grado di riprodurre sia le cartucce originali che le rom, ma qui l'effetto nostalgia non si può contrastare. Vogliamo mettere l'emozione di tenere un SNES in miniatura nella nostra mano, collegarlo alla TV e giocare ad alcuni dei titoli che hanno fatto la storia del medium? Probabilmente il SNES Mini non è una macchina che accontenterà tutti, e molti non saranno disposti a spendere €80 per 21 giochi non espandibili (anche se acquistarli fisicamente uno ad uno costerebbe più del doppio!), ma l'idea, il fattore nostalgia e la release prenatalizia faranno sicuramente di questo gioiellino uno degli oggetti più desiderati da tutti gli amanti dei videogiochi, grandi e piccini.