Nintendo: cosa succede adesso? - editoriale
Dopo la scomparsa di Satoru Iwata, chi raccoglierà le redini di Nintendo e in quale direzione porterà l'azienda?
La morte di Satoru Iwata è stata un duro colpo a livello emotivo per tutti noi appassionati di videogiochi. I personaggi come lui, capaci di occupare con autorevolezza ruoli di primissimo piano e mantenere al tempo stesso un rapporto costante, diretto ed estremamente umile con il pubblico, nella nostra industria si contano sulle dita di una mano. Come dice una sua stessa citazione che negli ultimi giorni è rimbalzata senza sosta in Rete, prima ancora che un CEO Iwata si riteneva un appassionato, un game designer e un gamer. Non c'è alcun dubbio che tutti noi sentiremo la sua mancanza.
Ma Satoru Iwata non era soltanto il "presidente amico" dei videogiocatori, una sorta di Papa Francesco della games industry: era anche un brillante uomo d'affari, un leader che dietro la sua incrollabile gentilezza nascondeva una determinazione e una capacità di visione eccezionali. È lui l'uomo che nel 2002 raccolse le redini di una Nintendo in piena crisi, durante l'era GameCube, e nel giro di pochi anni la riportò ad essere una delle aziende più importanti, conosciute e floride del mondo.
La chiave di volta furono ovviamente il Wii e il DS: due prodotti dal dirompente potenziale innovativo, capaci di creare nuovi mercati grazie all'ormai nota filosofia "Blue Ocean", che alienò le simpatie di molti gamer d'annata ma a livello di impatto culturale e di mercato ottenne un successo straordinario, tanto da partorire l'hardware domestico e quello portatile più venduti nella gloriosa storia della Grande N.
Il contraccolpo causato dalla scomparsa di Iwata, dunque, è tutt'altro che limitato alla sola sfera emotiva: avrà innanzi tutto delle conseguenze pratiche di enorme importanza. Per Nintendo si è appena aperta una fase interamente nuova, fatta di grandi incertezze e sfide formidabili, a maggior ragione vista la posizione estremamente delicata in cui l'azienda è tornata a trovarsi, con il fallimento ormai conclamato del Wii U e un 3DS che fatica a ricalcare i passi del suo ingombrante predecessore.
Per capire l'importanza della situazione, occorre ricordare un fatto: Nintendo non è la tipica multinazionale di matrice occidentale, che cambia presidenti come se fossero calzini. Nei suoi centoventisei anni di storia, a partire dalla fondazione nel 1889, Nintendo ha cambiato solamente quattro presidenti.
Il predecessore di Iwata, il "samurai d'acciaio" Hiroshi Yamauchi, aveva guidato l'azienda di famiglia per oltre 50 anni, trasformandola da produttrice di carte e giocattoli nel colosso dell'home entertainment che tutti noi conosciamo oggi. In sostanza, il presidente di Nintendo non è soltanto l'espressione momentanea di un consiglio di amministrazione, ma è davvero l'uomo nelle cui mani risiedono al 100% il futuro dell'azienda, la sua visione culturale e la strategia a lungo termine.
Chi sarà quest'uomo d'ora in poi? Dalla risposta a questa domanda dipende una fetta enorme del ritorno al successo di Nintendo, e potrebbero derivare non poche sorprese anche per noi gamer. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che Iwata ha lasciato il timone in quello che si preannunciava già come un grandissimo momento di trasformazione: sul piatto c'è il lancio del nuovo sistema NX, sulla cui natura si specula ormai da mesi nel buio più assoluto, ma anche il governo di una delle operazioni più importanti e potenzialmente rischiose nella storia di Mario e soci: la transizione verso i dispositivi mobile.
È evidente che il profilo della persona chiamata a raccogliere le redini dell'azienda influirà enormemente sul futuro di tutte queste operazioni. Quando si trattò di scegliere il suo successore, il "grande vecchio" Hiroshi Yamauchi sorprese tutto il mondo indicando non un manager titolato e d'esperienza, bensì un semplice creatore di giochi, uno sviluppatore dotato della giusta creatività e visione per guidare un'azienda che ha sempre fatto del puro divertimento il suo stendardo.
Oggi Iwata, che probabilmente ha avuto il tempo di segnalare a sua volta un erede (la sua malattia durava infatti da lungo tempo), potrebbe proseguire lungo lo stesso percorso e lasciare di nuovo l'azienda nelle mani di un creativo. In tal caso, il primo nome che salta alla mente non può che essere quello di Shigeru Miyamoto: ad oggi è tra i più grandi veterani dell'azienda e forse l'unico uomo dotato di un'immagine abbastanza potente da lanciare un segnale al mondo intero: Nintendo c'è ancora, e da oggi è guidata dal suo game designer e creatore più noto e talentuoso in assoluto.
Una scelta del genere, però, è tutto fuorché scontata: non è affatto detto che Miyamoto, nonostante i suoi innumerevoli meriti, abbia le capacità necessarie per guidare un'azienda tra le più grandi del mondo, specialmente in periodi così delicati dal punto di vista finanziario.
Per garantire più stabilità e rassicurare gli azionisti, magari in via transitoria, la scelta potrebbe ricadere su altri veterani dal profilo più manageriale, come ad esempio il grande ex Minoru Arakawa (fondatore di NoA), l'attuale presidente di NoE Satoru Shibata o anche Genyo Takeda, una delle principali menti dietro alla creazione del Wii. Le chance di Reggie Fils-Aimé, attuale ed energico presidente di NoA, sono invece limitate dalle sue origini americane, che probabilmente creano una barriera culturale troppo grande per una delle aziende giapponesi più storiche e tradizionaliste in assoluto.
Qualunque sia il nome, probabilmente lo conosceremo molto presto. Al che la domanda diventerà: quale sarà la sua visione per il futuro dell'azienda? Il nuovo presidente di Nintendo vorrà proseguire sulla stessa rotta dell'"oceano blu" che ha portato alla nascita di Wii e DS, all'inseguimento dei nuovi mercati e all'abbandono della competizione con le altre console "tradizionali" come PlayStation e Xbox? Oppure la sua idea di Nintendo sarà radicalmente diversa? E, in tal caso, la nuova visione farà in tempo a materializzarsi già con la nuova console NX?
Qui, la valutazione è esclusivamente temporale: se il futuro hardware Nintendo, come molti immaginano, è già sui binari per un rilascio nel corso del 2016, allora è da escludersi che il nuovo presidente possa in qualche modo alterarne la natura. Se invece i piani sono più a lungo termine, magari con un'uscita nel 2017... allora la partita potrebbe essere molto più aperta.
Non meno interessante sarà scoprire le scelte comunicative della nuova dirigenza: Iwata, tra i suoi molti meriti, ha avuto quello di instaurare un rapporto incredibilmente diretto e positivo con il pubblico, tramite i consueti appuntamenti con Nintendo Direct, Iwata Asks e simili.
Non tutti i manager hanno il profilo giusto per realizzare con successo simili iniziative: la comunicazione allegra e scherzosa della Nintendo degli ultimi anni, che è culminata con le versioni "muppet" di Iwata, Miyamoto e Reggie apparse allo scorso E3, potrebbe anch'essa subire un netto cambio di rotta (sotto il "regno" dell'austero Yamauchi di certo non avremmo mai visto niente del genere).
Infine: durante il suo incarico Iwata ha sorpreso il mondo intero annunciando una mossa che in molti avrebbero categoricamente escluso, ossia la partnership con DeNA e l'ingresso nel settore mobile. E se il nuovo presidente avesse idee ancora più radicali e innovative riguardo al futuro di Nintendo, magari proprio a cominciare da quella collaborazione con Disney di cui non è mai esistito alcun segnale concreto, ma che figura ormai puntualmente tra i rumor e le speculazioni più gradite in assoluto da Internet?
Presto cominceremo a conoscere le risposte a tutti questi interrogativi. Qualunque sia la scelta di Nintendo riguardo al suo nuovo presidente, comunque, possiamo solo augurarci che si tratti di una figura autorevole e positiva per l'intera industria come indiscutibilmente è stato Satoru Iwata nel corso degli ultimi 13 anni, che sappia rilanciare nuovamente la più storica tra le aziende della games industry e garantirle ancora decenni di successo, traghettando Mario e soci nel futuro mondo dell'intrattenimento elettronico.