Nintendo Direct 2015: cosa ci ha convinto e cosa no - editoriale
Le novità annunciate per il 2015 sono sufficienti per ribaltare una situazione di mercato difficile?
Ieri abbiamo assistito al primo Nintendo Direct del 2015, l'ormai canonico appuntamento tramite il quale la casa di Mario entra in contatto diretto con i suoi fan e svela le novità per i mesi successivi.
Ci sono numerose cose da dire a riguardo, a partire dal fatto che la scelta di comunicazione fatta da Nintendo si conferma felicissima: è quasi ironico che, tra tutte le aziende della games industry, sia proprio Nintendo (ossia quella tradizionalmente meno forte sull'online) ad aver saputo sfruttare per prima lo strumento di Internet per rivoluzionare la sua comunicazione, sfilarsi dalla grandeur (e dai costi) degli eventi organizzati, come l'E3 e simili, e scavalcare in modo semplice ed efficace tutti i ponti che la separavano dai suoi fan.
A fronte di tanta modernità, è quasi ironico il fatto che l'uso della lingua inglese resti, diciamo... "particolare". Ascoltare il buon Satoru Iwata che ci accoglie e, con la sua smodata educazione, ci fa anche gli auguri per l'anno nuovo è sempre piacevole, ma da lì in poi sarebbe bello lasciare la parola a qualcuno di effettivamente comprensibile.
In un mondo globale in cui la conoscenza delle lingue è sempre più importante anche per il più semplice dei lavori, è paradossale che uomini che si affacciano a comunicare al mondo intero in streaming vadano ancora interpretati come una quartina di Nostradamus. "Ci sono i sottotitoli", direte giustamente voi, ma provate a capire cosa dicono questi signori alle varie conferenze "live"!
Veniamo però alla vera sostanza del Nintendo Direct datato 14 gennaio 2015, ossia le novità e gli annunci. La visione d'insieme ci suggerisce un'analisi di fondo: Nintendo è, chiaramente, sempre più sola a vogare dietro al 3DS e, specialmente, al Wii U. Di tutti i titoli trattati, solamente 3 provengono da publisher esterni: due da Namco e uno da Capcom, non a caso entrambe aziende giapponesi. I publisher occidentali hanno ormai totalmente abbandonato gli hardware di Iwata e soci, confermando un trend che ormai sembra storico e che, a questo punto, appare difficilmente reversibile.
Non si tratta di un dramma: anche da sola, Nintendo possiede una quantità tale di IP da poter garantire comunque il successo di una console, a patto di sfruttarle tutte, a dovere e con tempismo. Esattamente quello che, al momento, sembra non avvenire. I giochi presentati o approfonditi nello streaming di ieri, incluse le nuove IP, non sembrano avere quella forza necessaria per ribaltare le sorti di una console, specialmente il Wii U, in seria difficoltà di mercato.
Splatoon sembra senz'altro gradevole ma, a meno di grandi sorprese, non appare come un titolo in grado di vendere un hardware. Un domani, magari, queste mie parole saranno smentite e Splatoon si trasformerà nel nuovo fenomeno del multiplayer online ma al momento questa eventualità appare improbabile. I vari Fire Emblem, Puzzle & Dragons Mario Edition, Pokémon Shuffle, Mario vs. Donkey Kong Tipping Stars, Code Name S.T.E.A.M. e Mario Party 10 sono senz'altro un buon contorno, ad un piatto principale che però, almeno nello streaming di ieri, non sembrava esserci.
L'impressione, nel complesso, è che Nintendo stia cercando di "tappare i buchi" lasciati aperti dalla mancanza di supporto dei publisher third party, ampliando il ventaglio di titoli prodotti ma finendo al tempo stesso per disperdere i suoi team di sviluppo in una galassia di micro-progetti e "spalmare il burro su troppo pane", per rubare una metafora a Bilbo Baggins. Impressione fortificata anche dal fatto che venga dato così tanto tempo sul "palco" a titoli come l'anonimo indie Ironfall Invasion.
L'unica eccezione a questo discorso, e di certo non trascurabile, è il nuovo Xenoblade Chronicles X, che continua a sembrare davvero sontuoso e probabilmente, a questo punto, è il gioco a cui gli hardcore gamer in possesso di Wii U guardano con maggiore attenzione per quanto riguarda il prossimo futuro. Il trailer mostrato nella diretta di ieri è ancora una volta fantastico e lascia presagire grandi cose... anche se, di tanto in tanto, ci fa anche chiedere come avrebbe potuto essere un gioco del genere su un hardware di altra potenza (ad esempio, lo zoom finale sui volti dei personaggi rivela una dose di dettaglio e un'espressività decisamente... "old-gen").
Concludiamo il fronte giochi con quello che non c'è stato: nessun dettaglio sul nuovo Zelda per Wii U, di cui la console ha bisogno come dell'ossigeno, e nessuna speranza nemmeno per gli amanti di due delle serie Nintendo più popolari, F-Zero e Metroid, che sembrano destinate a rimanere nel congelatore per chissà quanto a lungo. Peccato: sarebbe bastato un teaser di un nuovo capitolo a caso tra i due titoli per dare a questo Nintendo Direct tutta un'altra importanza.
Tra le altre novità annunciate da Nintendo ci sono, però, anche alcune interessanti iniziative. La prima è l'arrivo su Wii U di titoli Wii in modo più "diretto" di quanto non avvenisse fino ad oggi: i primi tre sono Super Mario Galaxy 2, Metroid Prime Trilogy e Donkey Kong Country Returns. Scaricandoli dallo store, li vedremo comparire direttamente nella lista dei normali giochi e per lanciarli non dovremo avviare la scomoda e macchinosa "modalità Wii". Si tratta senz'altro di una buona iniziativa (con prezzi di lancio oltretutto, interessanti), ma non possiamo non dire che l'intero tema della retro-compatibilità avrebbe dovuto essere gestito con questa immediatezza sin dall'inizio.
Meglio tardi che mai, anche se ci sarebbe da aggiungere che la "nuova" versione ad esempio di Mario Galaxy 2, a quanto pare, non fa nemmeno lo sforzo di effettuare l'upscaling alla risoluzione HD o di rimappare i controlli per un utilizzo "nativo" con il GamePad del Wii U, risultando in sostanza una versione assolutamente nuda e cruda del vecchio gioco per Wii: considerando che viene richiesto un nuovo acquisto, si poteva fare qualcosa di più.
Molto interessante anche l'approccio al nuovo Mario vs. Donkey Kong, che uscirà su Wii U e su 3DS: comprando una delle due versioni riceveremo anche un codice per scaricare l'altra e quindi potremo giocare il titolo su entrambe le piattaforme con una spesa unica. Si tratta di un modo apprezzabilissimo per consentire la "continuità" tra il gioco a casa e quello in mobilità (l'ideale sarebbe poter condividere anche i salvataggi, feature che però non mi risulta annunciata, al momento).
È forse un primo segnale della nuova filosofia di Nintendo, da realizzarsi attraverso la futura console "ibrida" che al momento nelle voci di corridoio è denominata Nintendo Fusion, e che dovrebbe proprio puntare a riunire in un unico prodotto l'idea di console domestica e portatile? Saremo a vedere.
L'altra "star" dell'evento è stata, ovviamente, il New Nintendo 3DS, che ha finalmente una data d'uscita europea (13 febbraio). A breve ve ne offriremo una recensione completa, quindi al momento non mi dilungo sul tema ma sarà molto interessante scoprire quale sarà l'impatto sul mercato di un simile prodotto, che è molto di più di un semplice "redesign", in quanto introduce nuove funzionalità di controllo (lo stick aggiuntivo e i due nuovi tasti dorsali) e ritocca la potenza con una nuova CPU più performante.
Infine, gli Amiibo: credo che siano una delle iniziative più interessanti (almeno a livello commerciale) della "nuova" Nintendo, al punto da stupirmi che siano arrivati così tardi, anni dopo l'enorme successo commerciale di Skylanders. Presto uscirà una nuova "infornata" di Amiibo e avere nuovi oggetti Nintendo da collezionare, che interagiscono con i nostri videogiochi in forme semplici e divertenti ma assolutamente accessorie, sarà senz'altro un piacere per tutti gli amanti di Mario e soci.
Ho parlato di "nuova" Nintendo proprio perché sono convinto del fatto che Iwata stia avviando una trasformazione, da azienda che negli ultimi 20 anni almeno si è occupata essenzialmente di videogiochi, ad azienda che si occuperà, sempre di più in futuro, di "intrattenimento" e divertimento a tutto tondo, incluso lo sfruttamento intensivo, in tutto lo spettro delle categorie merceologiche adeguate, del suo infinito parco di personaggi, che oggi la rende seconda soltanto a sua maestà Disney.
Il progetto Amiibo potrebbe essere il primo passo in questa direzione, e non oso pensare (ma a Kyoto probabilmente lo stanno già facendo) a cosa potrebbe succedere nel momento in cui entrassero seriamente in gioco i Pokémon con il loro motto "acchiappali tutti"...