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Nintendo Labo - prova

Smettetela d'investire in Bitcoin e comprate cartone!

"E poi c'è Nintendo", verrebbe da iniziare parafrasando il noto show di Alessandro Cattelan. Non per altro, ma perché esordire con "the Nintendo difference" avrebbe il sapore del déjà-vu. Il motivo di cotanto entusiamo, per chi se lo stesso domandando, è stata la prova di Nintendo Labo, la nuova diavoleria della casa di Kyoto, capace di sorprendere la critica (ora) e il pubblico (prossimamente) incrociando i videogame coi giochi di una volta. Quelli che ci si costruiva armati di cartone, forbici e colla. Quelli che persino il sottoscritto, che ormai ha spento le 47 candeline, relega in un lontano passato.

Nintendo però preferisce perifrasi più raffinate delle mie, definendo Labo "una nuova linea di esperienze interattive basate sul gioco e sulla scoperta". Aggiungendo, in un secondo momento, che sono "esperienze interattive ludiche e di costruzione progettate per accendere l'immaginazione e l'esplorazione sia nelle menti creative, che nei cuori che battono per il gioco".

Vi pare un po' fumoso? Poco chiaro? Molto da comunicato stampa? Avete ragione, ma crediamo che per i PR di Nintendo non sia stato facile sintetizzare in poche parole cosa sia Labo, visto che è difficile farlo anche per noi che pure ci abbiamo passato assieme un pomeriggio in quel dell'Istituto Europeo di Design di Milano.

La nostra prova di Nintendo Labo presso lo IED di Milano.Guarda su YouTube

Cerchiamo quindi di andare con ordine. Nintendo Labo non è altro che una serie di cartoni sagomati da staccare dai loro supporti, piegare secondo le istruzioni e quindi incastrare coi Joy-con dello Switch, o con la console stessa. I risultati offerti, almeno inizialmente, sono una specie di macchinina radiocomandata (ma senza ruote: magia!), un pianoforte in grado di condensare nei suoi 13 tasti più genialità di quella necessaria a mandare l'uomo sulla Luna, un casetta da riempire coi più disparati mini-game, una canna da pesca per andare... a pesca, e un manubrio per gareggiare in una specie di Mario Kart motociclistico.

Tutto questo in solo kit. In un altro invece, venduto separamente, si potrà trovare uno zaino e un visore in cartone, e degli agganci per braccia e gambe per pilotare un mech e radere al suolo una cittadina virtuale o combattere gli alieni. Ma dei semplici pezzi di cartone non potrebbero certo interfacciarsi con lo Switch, ed acco allora che ognuno di questi giocattoli godrà di una sua app dedicata. L'insieme dato dal gioco di cartone e dal software, forma quello che Nintendo chiama "Toy-Con".

È il trionfo della cosiddetta 'STEAM education', dove 'steam' non sta per 'vapore' ma è l'acronimo di Science, Technology, Engineering, Art e Mathematic, termine coniato dall'americana Lisa La Bonte. Ossia il punto d'incontro tra varie discipline che, in Nintendo Labo, prende l'inaspettata veste di un connubio ludico in cui convergono bit e cellulosa.

Il modo in cui si muove la Macchinina RC Toy-Con, senza ruote, all'inizio sembra pura magia.

La cosa affascinante di questa genialata è che è divertente, stimola la creatività, piace a tutti e lascia intuire un futuro in cui migliaia di 'creator', come va di moda chiamarli adesso, riverseranno su YouTube e magari anche Twitch i video delle loro intuizioni. Perché Nintendo Labo, superati i dubbi iniziali, funziona. E quindi diverte.

"Con Nintendo Labo e Nintendo Switch, i giocatori possono scoprire nuovi modi di giocare dando libero sfogo alla propria creatività", afferma Satoru Shibata, presidente di Nintendo of Europe. "Io personalmente spero che tanti utenti si divertiranno ad assemblare i kit insieme alle loro famiglie, con un grande sorriso sul volto".

E così è stato per il sottoscritto, che insieme a sua figlia ha montato e decorato due macchinine radiocomandate, facendole poi gareggiare a chi tagliava per primo il traguardo; o lottando in una rivisitazione del sumo, in cui vinceva chi sbatteva fuori dal ring il 'veicolo' (ammesso si possa definirlo tale) avversario o lo faceva cadere. E se nella pugna si ribaltavano entrambi, palla al centro (metaforicamente parlando) e via al round successivo.

"Ma Silvestri", mi domanderete, "perché t'imbellisci tanto per una sorta di macchinina radiocomandata di cartone?". Perché c'è del genio, e non c'è nulla nella vita che m'attragga più dell'intelligenza. Prima di tutto, ad esempio, non ci sono ruote ma due file da 3 'denti' di cartone, che fanno avanzare la Macchinina RC Toy-Con (questo il nome datole da Nintendo) grazie alle vibrazioni dei due rumble pack dei Joy-Con. Il tutto si controlla dal touch screen dello Switch con due soli tasti, coi quali attivare entrambi i motori per procedere in avanti, o uno solo dei due per cambiare direzione come fanno i carro armati.

Il numero di intuizioni presenti in Piano Toy-Con ha dello sbalorditivo. Notate sulla destra il cartone a forma d'onda e leggete qui sotto a che serve.

Ci possono però essere delle imperfezioni nel montaggio, o il piano su cui si corre può essere leggermente inclinato (come un tavolo o un pavimento in pendenza): ecco allora che il software permette d'impostare con due slider la frequenza delle vibrazioni di ognuno dei due Joy-Con. Non solo, ma qualora la macchinina uscisse dalla nostra visuale, la si potrà comandare a distanza, anche al buio. Come? Grazie al sensore a infrarossi del Joy-Con destro, finora un orpello poco più che inutile dello Switch, e ora importantissimo radar col quale schivare gambe dei tavoli e animali domestici.

Il 'Piano Toy-Con' non è meno sorprendente: dopo averlo montato si applicano sul retro dei suoi a 13 tasti degli adesivi catarinfrangenti che vengono illuminati dall'ormai imprescindibile sensore a infrarossi del Joy-Con, che fa così capire allo Switch, inserito nel pianoforte, quale melodia si stia suonando. Ma sono anche presenti un buco e una fessura. Nel primo si possono inserire tre diverse 'manopole' di cartone, da montare separatamente, capaci di fare emettere allo Switch le note di un organo e le voci di un coro di uomini o... di gattini!

Nella fessura è invece possibile inserire un cartone ritagliato seconda una forma d'onda. Questa viene letta dal sensore a infrarossi, aggiungendo nuove armoniche a quelle presenti di default. Non male, eh? Beh, sappiate che è presente anche una leva laterale, per alzare o abbassare le tonalità delle note riprodotte.

Volete depauperare (virtualmente) la fauna ittica di tutto il mondo? Costruite la Canna da pesca Toy-Con, e divertitevi!

C'è poi da aggiungere che il pianoforte cartonato di Labo dispone di una modalità Studio, con la quale salvare i brani che eseguiamo o suonare canzoni prepreregisteate per far pratica con lo strumento. In questa modalità, dopo aver applicato del nastro riflettente anche sulle manopole, si può regolare il reverbero delle note sempre grazie al sensore IR, che ne legge i movimenti rotatori. E se si vuole eseguire un vibrato, basta scuotere il pianoforte mentre si suona: il giroscopio del Joy-Con fa il resto.

Tutto questo ci riporta al discorso dei creator di cui sopra, perché è facile immaginare che YouTube si popolerà di video che spiegheranno come costruire le Macchinine RC Toy-Con più fantasiose e veloci, e altri che mostreranno come eseguire le melodie più belle usando i 13 tasti del Piano Toy-Con. O ancora, come ritagliare dei pezzi di cartone per far eseguire allo strumento i suoni più impensabili.

Di fronte a tali guizzi d'ingegno, quasi sfigurano gli altri Toy-Con. Come Canna da pesca Toy-Con, una vera e propria canna da pesca cartonata che include un mulinello attaccato a una cordicella con cui pescare i tanti pesci esotici visualizzati sullo schermo della console. In tal caso un Joy-Con va inserito nel manico della canna, rilevandone così i movimenti, mentre l'azione viene mostrata sulla parte centrale dello Switch, da appoggiare in verticale in un supporto apposito.

Casa Toy-Con permette di costruire una casetta di cartone, con delle aperture ai lati e sul fondo della stessa, in cui inserire altre manopole o manovelle di cartone, che ovviamente dovremo prima assemblare. A seconda di dove le si mette (vengono riconosciute dal sensore a infrarossi del Joy-Con destro, posizionato nel camino), appaiono a schermo giochi diversi. Che consentono d'interagire con una buffa creatura o di giocare a bowling.

Con Moto Toy-Con si può invece realizzare un manubrio cartonato, con tanto di ritorno della manopola dell'acceleratore gestito da un comune elastico, e giocare a una sorta di Mario Kart motociclistico. Nessuno s'aspetti la profondità del bestseller di Nintendo ma il risultato finale è divertente e quasi realistico, dato che per curvare bisognerà fare davvero le pieghe (e non girare il manubrio), che sono registrate dai giroscopi del Joy-con.

Un Joy-Con nel visore, l'altro nello zaino, e tiranti per mani e piedi: il Robot Toy-Con non si preannuncia facile da montare.

Tutto quanto abbiamo appena descritto è contenuto nel cosiddetto kit assortito di Nintendo Labo, ordinabile al prezzo di 69 euro su Amazon. Al costo di 79 euro è invece disponibile il Robot Toy-Con, contenente, recita il comunicato stampa, "una tuta da robot indossabile" che prevede degli alloggiamenti, nello zaino e nel visore, in cui inserire i Joy-Con destro e sinistro e "prendere il controllo di un robot, che viene mostrato sulla TV quando la console Nintendo Switch è inserita nella sua base". Il mech a nostra disposizione è una specie di Transformer: accucciandosi diventa un'automobile, mentre alzandosi in piedi si trasforma in un robot. L'obiettivo primario è distruggere gli edifici e gli UFO presenti entro un certo limite di tempo.

Se già così la vostra salivazione è analoga a quella di un Rottweiler, sappiate che è disponibile anche la modalità Garage, con la quale programmare i tasti e le funzionalità dei Toy-Con, e inventarsi modi del tutto inediti di utilizzare Nintendo Labo. Che può diventare uno strumento a corda applicando degli elastici sullo Switch, o una chitarra facendo dell'air-guitar con una scopa al cui manico si sia agganciato un Joy-Con. La fantasia è l'unico limite e, come capiranno i più attenti, ci si avventura pericolosamente nella zona dei LEGO Mindstorms o dei Meccanoid. Programmare è davvero semplice grazie a degli intuitivi diagrammi di flusso, e anche in questo caso siamo sicuri che su YouTube sarà un proliferare di video che illustreranno le invenzioni più folli.

Alla luce di quanto scritto è chiaro che Labo toccherebbe vette irraggiungibili qualora fosse un sistema open source, ma Nintendo su questo pare categorica, almeno al momento: il software utilizzabile sarà solamente il suo o quello programmabile dagli utenti tramite il Garage. Le applicazioni create non potranno essere salvate in un file ed esportate, e l'unico modo per trasmettere al mondo il proprio genio sarà fotografare i diagrammi di flusso, condividerli e lasciare che ognuno se li ricrei a casa propria, un po' come si faceva coi listati di software nelle riviste di videogiochi dei tempi che furono.

Ecco un'immagine di come si programma con Garage di Labo. Questo ovviamente è solo l'inizio di un progetto, il risultato finale è molto più complesso.

Prima di uscire dalla presentazione, desideroso forse ancor più di mia figlia di poter giocare quanto prima Nintendo Labo a casa mia, non m'è restato che indagare sui cartoni. Nintendo venderà i pezzi di ricambio, visto che il materiale in questione non è dei più resistenti? La risposta è stata interessante: no, Nintendo non venderà ricambi di sorta; ma sì, ognuno potrà ricostruire i pezzi che vuole usando del cartone qualsiasi. A tal proposito, vi do un consiglio che varrà oro: non buttate via le matrici dei cartoni originali, vi serviranno per ritagliare le parti di ricambio.

Intuitivo, intelligente e capace di unire padri e figli allacciando il passato al presente, Labo è una di quelle trovate che solo Nintendo poteva architettare e proporre sul mercato. Con tutta probabilità diverrà anche un fenomeno sui social, e saremmo sorpresi se il suo successo non creasse un mercato parallelo di terze parti che produrranno cartonati compatibili coi Toy-Con attuali. Nintendo Labo, il Kit Robot e il Kit Assortito verranno lanciati il 27 aprile, e se tanto mi dà tanto acoltate il mio consiglio: smettetela d'investire in Bitcoin e comprate cartone. Nel prossimo futuro ne avremo tutti bisogno.

Avatar di Stefano Silvestri
Stefano Silvestri: Il suo passato è costellato di tutto ciò che è stato giocabile negli ultimi 40 anni. Dal ’95 a oggi riesce a fare della sua passione un mestiere, non senza una grande ostinazione e un pizzico di incoscienza.
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