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Nintendo Labo Toy-Con 03: Kit veicoli - recensione

The Crew 2 in versione Nintendo?

Quando lo scorso aprile abbiamo aperto per la prima volta la voluminosa confezione di un Kit Labo, il nostro battito cardiaco ha subito una violenta impennata per l'emozione. Alcuni potranno trovare quest'affermazione un filo esagerata, un'iperbole gettata in pasto ai lettori con intenti puramente retorici. In fondo, si tratta di semplici giocattoli di cartone, non stiamo mica parlando del nuovo sandbox open world as a service che deve rivoluzionare il mondo dell'intrattenimento elettronico!

Ma Nintendo, nel suo piccolo, ha proposto una rivoluzione inversa, quasi involutiva. Labo è un prodotto che tenta di ridare corpo e materia ad un'attività ludica che diventa più evanescente ogni giorno che passa. Uno strumento per richiamare i giocatori più giovani dai mondi virtuali che tanto spesso li trattengono prigionieri, per stimolare la loro creatività e allo stesso tempo riconnettere in parte quei legami familiari che, a causa di smartphone, social media e videogiochi, si vanno via via indebolendo.

Una rivoluzione che potrebbe facilmente fallire. In un'epoca in cui tutti vogliono giocare a Fortnite fin dalla più tenerà età, i Toy-Con appaiono decisamente anacronistici. Il futuro di questo esperimento è incerto, e i dati di vendita buoni ma non esaltanti rafforzano dubbi e scetticismi. Nonostante ciò, l'emozione provata davanti a quella confezione è genuina. Sapevamo di trovarci davanti a qualcosa di unico, di mai visto prima, e a prescindere da successi commerciali e da ipotetiche ripercussioni sociali, aprire la scatola è stato il primo passo di un avvincente percorso di scoperta.

Rimettere mano ad un Kit Labo a distanza di qualche mese, però, ci ha dato sensazioni differenti. La seconda volta sappiamo cosa aspettarci. Conosciamo già lo spessore e la qualità del cartone, sappiamo già come destreggiarci fra i menù e le varie schermate di istruzioni, perfino le musiche e gli effetti sonori contribuiscono a creare questo senso di déjà-vu. Procedendo con il montaggio dei Toy-Con non manchiamo mai di ammirare la genialità con cui sono studiati i diversi componenti, ma la sorpresa lascia comunque il posto alla familiarità.

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Avendo studiato nei minimi dettagli tutti i segreti alla base del Kit assortito, il cartone che prende vita non è più un miracolo ma la semplice declinazione di una tecnologia che già conosciamo e comprendiamo. Per questo, non appena abbiamo costruito tutto il costruibile, ci rendiamo conto di una triste ma al contempo elettrizzante verità: l'effetto wow di Nintendo Labo si è già esaurito.

Triste, sì, perché abbiamo sentito la mancanza di quel brivido che ha reso così speciale il primo contatto con l'originale trovata della Grande N. Ma guardiamo all'altra faccia della medaglia, quella appunto che abbiamo definito elettrizzante: Labo non sorprende perché, semplicemente, è una conferma. L'azienda giapponese ha dimostrato a tutto il mondo che le sue periferiche fai da te funzionano, e una volta assodato che il cartone non è un semplice espediente per vendere fumo, possiamo finalmente concentrarci sull'arrosto, ovvero il software incluso nel pacchetto.

Il Kit veicoli arriva quindi nei negozi con una pesante responsabilità, quella cioè di sdoganare questa linea di prodotti da tutti i discorsi che da sempre circolano attorno ad essa. Basta filosofeggiare sul concept e sulla scelta dei materiali, basta porre in questione la sua stessa ragion d'essere. Labo chiede solamente di essere giudicato come un qualsiasi altro videogioco, di essere valutato in base al divertimento che è in grado di offrire.

Come fa ben intuire il nome, le periferiche che possiamo costruire piegando e montando i fogli contenuti nella confezione ci mettono al comando di tre diversi mezzi di trasporto. Abbiamo il volante di un'automobile, la cloche di un aeroplano e il timone di un sottomarino. Tutti e tre i Toy-Con principali funzionano inserendo all'interno di essi il Joy-Con destro, proprio come fosse una chiave d'accensione.

Qualche elastico, una manciata di adesivi catarifrangenti e tanto tanto ingegno: questi sono gli ingredienti per inventare un volante di cartone.

La telecamera ad infrarossi posta all'estremità del controller è in grado di leggere i numerosi adesivi catarifrangenti applicati sul cartone, garantendo una precisione nella lettura di azioni e movimenti che ha dello sbalorditivo. Il Joy-Con sinistro, invece, viene inserito nel pedale dell'acceleratore, anch'esso costruito interamente da noi. In questo caso sarà il giroscopio a decifrare il grado di inclinazione e a regolare di conseguenza l'accelerazione dei veicoli.

A livello ingegneristico è soprattutto il volante ad incuriosire per la sua complessità, con tanto di leve per azionare la retromarcia, il turbo, i tergicristalli e altri accessori, il tutto gestito saldamente da un sistema di elastici. Le altre periferiche non sono da meno, e persino la cloche, nella sua semplicità, colpisce per la sua base flessibile composta da semplice cartone piegato su se stesso.

Le istruzioni su schermo, allegre e dinamiche, sono sempre comprensibili, e seguendole passo dopo passo è impossibile sbagliare o saltare uno step. Come per i LEGO e altri tipi di costruzioni, la fase di montaggio diventa parte integrante dell'esperienza, e le sei ore impiegate per assemblare i Toy-Con vanno ad allungare la longevità del prodotto. Consigliamo comunque ai genitori di dare una mano ai più piccini, nonostante la robustezza del prodotto finale tanti pezzi più piccoli possono danneggiarsi se non vengono maneggiati con le dovuta attenzione.

Il cuore del Kit veicoli è la modalità avventura. A bordo di un mezzo che può trasformarsi in qualsiasi momento da automobile ad aereo a sottomarino, semplicemente spostando la chiave di accensione da una periferica all'altra, possiamo esplorare in lungo e in largo un'isola piena zeppa di attività da portare a termine. E un po' ci viene da sorridere nel constatare che, sotto sotto, la piccola rivoluzione di Nintendo vuole essere un sandbox open world in miniatura.

Giocando alla modalità avventura dovremo fare numerose soste per il rabbocco di carburante. La pompa funziona solo se siamo dentro l'area contrassegnata, meglio quindi esercitarsi con le manovre.

Automobile e aeroplano, in particolare, si rivelano davvero appaganti da utilizzare. Dietro al volante o impugnando la cloche ci sentiamo sempre a nostro agio. Ogni leva, ogni pulsante di cartone risponde prontamente ai nostri input, sia quando saltiamo da un tetto all'altro della città tirando la cordicella del turbo posizionata al lato del cruscotto, sia quando viriamo in picchiata fra le profonde gole del canion.

Il sottomarino è forse il più debole fra i tre veicoli, non perché il relativo Toy-Con non funzioni a dovere, ma proprio per una questione di gameplay meno intuitivo. Muovendo le due manopole per ruotare i motori del mezzo subacqueo troppo spesso siamo stati costretti ad aggiustare in continuazione la nostra traiettoria. Se le sezioni a terra ed in aria le abbiamo giocate con piacere, ogni qual volta siamo stati costretti ad immergerci in acqua abbiamo provato un leggero moto di repulsione.

Il mondo di gioco è suddiviso in dieci aree ben connotate esteticamente, dal deserto con le piramidi e gli scorpioni alla vetta innevata che spicca al centro dell'isola, dalle coste ricche di tesori sottomarini della spiaggia ai palazzi e le strade sopraelevate della metropoli. Le dimensioni sono contenute, bastano un paio di minuti per sorvolare l'intera mappa da un'estremità all'altra, ma dato il target di riferimento la scelta di puntare sulla densità piuttosto che sulla vastità è di fatto apprezzabile. Basta una veloce occhiata ai punti di riferimento nei paraggi per capire dove siamo, agevolando in questo modo il senso di orientamento dei giocatori più giovani.

In ogni zona ci sono otto missioni da compiere. Per lo più si tratta di semplici fetch quest: oggetti da scovare, animali da rincorrere e catturare, personaggi che ci chiedono un passaggio. Completata la lista di missioni sblocchiamo ulteriori collezionabili che ci spingono a esplorare ancora più fondo una determinata porzione di mappa. L'avventura di questo Kit Labo ha quasi il sapore di un platform su veicoli, un collectathon piuttosto semplice e lineare.

Lo scontro aereo con l'ufo gigante è uno dei momenti più emozionanti.

Sono pochi infatti i momenti fuori dall'ordinario. Particolarmente intrigante, per esempio, lo scontro con un ufo gigante fra i cieli dell'isola, quasi un boss da far fuori armandosi di abilità e un pizzico d'ingegno, alternando combattimenti aerei all'utilizzo del sottomarino. Per la maggior parte del tempo, però, il giocatore dovrà girovagare da una parte all'altra tagliando alberi e scoppiando palloncini, assicurandosi che il suo veicolo abbia sempre il serbatoio pieno di carburante. E a otto ore dall'inizio della nostra avventura noi abbiamo abbattuto tutti gli ufo, tagliato tutti gli alberi e scoppiato tutti i palloncini.

Commetteremmo però un errore grossolano se giudicassimo Labo attraverso i parametri di un giocatore adulto, e per capire quale sia il vero punto di forza del Kit veicoli basta fare un salto nella sezione Scopri contenuta all'interno della cartuccia. Come già visto nelle uscite precedenti, Scopri è un'insieme di approfonditi tutorial interattivi che spiegano tutte le caratteristiche e i comandi dei diversi Toy-Con, rivelando nel contempo quale sia la magia che li fa funzionare. Chiunque abbia un minimo di curiosità sulla tecnologia che si nasconde all'interno di questi giocattoli di cartone troverà tutte le risposte che cerca, grazie ai dialoghi dei buffi personaggi che animano questa sezione.

In questo caso specifico la cosa interessante è che i tutorial non si limitano semplicemente a illustrare i vari comandi, tira questa leva per lanciare una bomba e così via. Il gioco intende piuttosto accompagnare i giocatori partendo proprio dalle basi, insegnando cioè ai più piccoli come muoversi con i veicoli all'interno di un mondo tridimensionale. Azioni che un adulto compie con naturalità, ad esempio una manovra in automobile per accostarsi alla pompa di benzina, viste attraverso gli occhi di un bambino diventano vere e proprie sfide, soprattutto in quell'età in cui la coordinazione motoria non è del tutto sviluppata.

Girare il volante, azionare la retromarcia, tirare la leva per aprire il bocchettone del serbatoio mentre il piede lavora sul pedale dell'acceleratore... Ecco quindi dove sta il divertimento del Kit vecoli. L'avventura è solo un pretesto. Anche in questo caso, il vero gameplay avviene al di fuori dello schermo, nel mondo reale, fra le mani dei nostri figli, nipoti e fratellini che stringono questi voluminosi veicoli di cartone.

I tutorial presenti nella sezione scopri partono dalle basi. In fondo, i bambini a cui è indirizzato il Kit veicoli non hanno ancora preso la patente.

Sotto questo punto di vista, Nintendo Labo Toy-Con 03 mantiene le promesse, offrendo sempre nuovi stimoli per nuove manovre e virate, spingendo i piccoli avventurieri alla scoperta di un mondo colorato e stimolante, caratterizzato con lo stile giocoso tipico delle produzioni della Grande N. Un mondo che per noi adulti può rivelarsi tutto sommato rilassante, trasmettendo in parte quel feeling che in passato abbiamo riscontrato in Pilotwings, o nell'isola Wuhu di Wii Sport Resort e Wii Fit.

A fare da corollario, nella cartuccia troviamo tutta una serie di modalità secondarie che arricchiscono l'esperienza in modo non indifferente. Ci sono le gare su circuito, che alla velocità massima possono mettere in difficoltà anche giocatori esperti. C'è la modalità miniauto, che richiede il semplice uso del pedale e che ricorda tanto le piste elettriche con cui giocavamo da piccoli. I rally sono invece gare contro il tempo ambientate nella stessa mappa della modalità avventura. Abbiamo la modalità battaglia per due giocatori, simpatico diversivo. E anche lo studio colore, che ci permette di personalizzare i veicoli a nostro piacimento con tanto di bomboletta di cartone da agitare, riesce ad intrattenere e ad appassionare.

Immancabile, poi, la modalità garage, che ha destato così tanta meraviglia nelle iterazioni precedenti. Il garage è un vero e proprio linguaggio di programmazione che ci permette di prendere il controllo di ogni singolo elemento della console: schermo, pulsanti, vibrazioni, sensori di movimento. Possiamo fare qualsiasi cosa, l'unico limite è la nostra fantasia.

Non basterebbe un intero articolo dedicato per approfondire questo potentissimo strumento creativo, adatto forse più ai programmatori che ai bimbi. Lasciamo che siano le innumerevoli creazioni apparse nei mesi scorsi fra social e YouTube a raccontarvi quali siano le potenzialità del garage. Più interessante, forse la sezione pensata specificatamente per il kit veicoli, che permette in pratica di rimappare tutti i controlli per trovare nuovi modi di giocare, sia da soli che in compagnia. Assegnare i controlli dell'automobile ad un singolo Joy-Con è l'unico modo, per esempio, per giocare in due alla modalità battaglia senza la necessità di possedere un secondo volante di cartone.

I circuiti e relativo editor sono identici a quanto visto nel Kit assortito. Semplicemente sostituite le moto con le automobili.

In definitiva, il terzo pacchetto della linea Labo è un prodotto completo. Un acquisto valido per chiunque abbia in casa Switch e uno o più bambini che cominciano a dimostrare un certo interesse verso i videogiochi, per quei genitori che vogliono spendere del tempo in compagnia dei propri figli e condividere con loro una passione.

Comprendiamo chi ancora non riesce a fidarsi completamente. Il cartone è pur sempre un materiale deperibile, soggetto ad usura, pure infiammabile se vogliamo essere pignoli, ma per quanto sottile sia ogni singolo foglio contenuto nella scatola, i Toy-Con assemblati sono sorprendentemente resistenti. Per farvi un'idea generale della qualità dei materiali e del software vi rimandiamo alla nostra prima prova con mano del Kit assortito.

Se siete interessati o incuriositi, però, il nostro consiglio è quello di partire proprio dal Kit numero 3. La modalità avventura avrebbe potuto forse essere più varia e avvincente, ed è un peccato che il sottomarino sia a tratti un po' frustrante da guidare. Nonostante ciò, è il pacchetto Labo che riesce a coniugare meglio il lato software con la sua controparte materiale. Senza dimenticare l'aspetto creativo dell'esperienza, ben presente nel garage, riesce ad imporsi come gioco vero e proprio, con tante cose da fare e un livello di sfida accattivante per i giocatori alle prime armi.

E ricordatevi, chi ha la casa ormai piena di giocattoli di cartone può anche aver perso quel senso di novità che ha provato al lancio. Ma se questo è il vostro primo Kit Labo, una volta montato il volante, non potrete che esclamare, a bocca aperta, "wow"!

Avatar di Ugo Ottolenghi
Ugo Ottolenghi: Ha trascorso metà della sua vita sui libri, l'altra metà davanti ad una macchina da espresso. La sua grande passione però rimangono i videogiochi, su cui vorrebbe scrivere libri sorseggiando caffè.

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