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Nintendo Labo VR - recensione

La Realtà Virtuale entra in casa Nintendo.

Finalmente anche Nintendo è entrata nel mondo della realtà virtuale. Come sempre ha deciso di farlo a modo suo, imboccando una direzione alternativa rispetto alla concorrenza.

Alcuni hanno già bollato questa iniziativa come una VR economica ma così non è. Da sempre il credo del colosso giapponese consiste nel divertire i suoi utenti in modi che si discostano dai canoni e Labo è l'espressione forse più radicale di questa filosofia. Anche il solo aprire la scatola e dare il via alle istruzioni di montaggio è parte dell'esperienza, qualcosa che va ben al di là del semplice 'aprire la confezione e installare il gioco'.

Ci siamo divertiti a costruire i numerosi accessori del Labo VR e, forse più che nelle precedenti versioni di questa saga cartonata, siamo rimasti stupiti dall'abilità di Nintendo nel realizzare kit di costruzioni incredibilmente fantasiosi e complessi nella forma, ma al tempo stesso facilmente assemblabili e personalizzabili.

Una serie di fogli di spesso cartone e una scatoletta contenente le lenti (l'unico pezzo non assemblabile): è questo il contenuto del pesante pacchetto completo che Nintendo ci ha inviato per il test, e che dal 12 Aprile potete trovare nei negozi al prezzo di 80 Euro. Include tutti gli accessori presentati durante gli scorsi Direct ma chi volesse avvicinarsi a questa nuova realtà Nintendo può optare per una versione Base, che comprende il Visore e il Blaster al costo di 40 Euro.

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Nonostante una discreta solidità dei componenti stiamo comunque parlando di oggetti di cartone, quindi una certa cura nell'assemblaggio è richiesta. I più piccoli possono tranquillamente divertirsi insieme ai genitori e in poco meno di mezz'ora avranno a disposizione il Visore VR per provare i primi giochi.

Costruire gli altri accessori richiede un bel po' di tempo in più ma la fretta non fa parte del pacchetto; meglio prendersela con tutta la calma dovuta, gustando coi giusti tempi le varie 'portate' servite da Nintendo. In qualsiasi momento potrete poi dedicarvi alla personalizzazione di ogni singolo Toy-Con, utilizzando gli adesivi dei precedenti Labo o sfruttando qualsiasi cosa abbiate a disposizione in casa: scotch colorato, pennarelli, evidenziatori, adesivi e così via.

Una volta pronti potrete iniziare a viaggiare e qui sorge la domanda: com'è questa VR di Nintendo? Tecnicamente parlando siamo chiaramente svariate lunghezze dietro all'ipotetica (ma non richiesta) concorrenza di HTC, Oculus e PlayStation VR. La risoluzione è quella standard del Nintendo Switch usato in modalità portatile, ovvero 720p, e la qualità costruttiva del visore e delle lenti non può certo garantire una resa visiva strabiliante.

I tutorial di montaggio sono estremamente dettagliati e potete farli scorrere alla velocità che preferite. Nintendo ha previsto anche le pause.

Nonostante ciò è impossibile non restare sorpresi dall'effetto finale: in fondo stiamo sempre e comunque parlando di un visore assemblato con quelle che di solito sono le scatole dei giochi. La tecnologia usata è quella basilare dello sdoppiamento dell'immagine, che abbinata alla forma delle lenti proietta nei nostri occhi l'illusione di trovarci dentro un ambiente avvolgente. Davvero niente male.

Quando si prende in esame una periferica del genere non si può prescindere dal valutare il fattore "comodità", che in questo caso presenta luci ed ombre. Il fatto che non si debbano collegare 5 o 6 cavi ad altrettanti connettori è sicuramente un vantaggio e garantisce la massima libertà di movimento, un po' come avviene nei visori per smartphone Android.

Al tempo stesso però Nintendo Labo VR non possiede alcun sistema di ancoraggio. Non può essere accomodato sul vostro testone e fissato con elastici o supporti di vario genere, va tenuto con le mani sempre e comunque, a prescindere dall'accessorio che userete. Questo alla lunga porta ad un certo affaticamento, specie durante le sessioni prolungate. A pensarci bene però Labo VR non è pensato per tempi di gioco troppo estesi. Gli stessi software inclusi nell'offerta sono, come si dice in gergo, "bite size", prodotti realizzati per essere gustati a piccoli bocconi, come una colorata scatola di cioccolatini.

Molti dei mini-giochi possono essere giocati in VR, in modalità portatile/dock o modificati nell'apposito editor.

E andiamoli a vedere, questi cioccolatini. In ambito software l'offerta è generosa per il kit base ma diventa quasi opulenta per quello deluxe, che aggiunge altri quattro accessori. Alcuni dei 64 mini-giochi inclusi nella Piazza VR sono infatti pensati appositamente per sfruttare fotocamera, pedale eolico, uccello e... ehm, l'elefante. In effetti il team creativo Nintendo si è dato un bel da fare stavolta, tirando fuori dal cilindro alcune idee davvero geniali, pensate appositamente per far sgranare gli occhi ai più piccoli, ma alle quali anche giocatori più grandi ed esperti non potranno non dedicare un'espressione di stupore.

Sono piccole demo tecniche, passatempi da 1-2 minuti che non mancheranno però di sorprendervi. Il motion sickness è un termine sconosciuto in questi lidi e volendo potrete anche intrattenervi con brevi ma suggestivi filmati che vi permetteranno di "subire" un trucco magico da Mario, dare da mangiare ad un cerbiatto o anche fare un tuffo nella barriera corallina.

Come accennavamo poco fa, a seconda del Toy-Con scelto avrete bisogno di un tempo variabile da 40/45 minuti a un paio d'ore. Sarà un po' come costruire dei LEGO di cartone, con la differenza che una volta finito sarete ansiosi di sperimentarne le diverse funzioni. Il Blaster è ovviamente la periferica più vistosa e anche quella che darà vita alle sfide più ritmate. Avendo la forma di un bazooka è facile intuirne l'utilizzo, ma anche in questo caso i segreti non mancano. Caricarlo come uno shotgun dà una sensazione tattile soddisfacente e vederne l'effetto dirompente in VR su schermo concede al giocatore quel plus "pseudo-aptico" che manca a gran parte delle altre esperienze di realtà virtuale in circolazione.

Lo schermo in VR si presenta così quando la console è fuori dal visore, ma basta un tocco sullo schermo per cambiare modalità di visualizzazione.

Non altrettanto sofisticati ma comunque divertenti sono gli altri Toy-Con, che di volta in volta vi chiederanno di effettuare azioni del tutto particolari. In alcune delle sfide dovrete soffiare su una piccola ruota eolica, che a seconda del gioco darà vita a buffe sfide a chi ha il fiato più lungo... e la mente vola subito ad un possibile Pilotwings VR. Allo stesso modo la "proboscide" del kit Elefante può essere usata per disegnare in 3D con un tool sorprendentemente semplice da usare. Le immagini create possono essere manipolate e modificate in vari modi ed è anche possibile sfidare un amico ad indovinare la figura che si è appena disegnata.

Parte dei contenuti può essere modificata e usata come spunto creativo nell'editor, che consentirà ai più intraprendenti di creare i propri giochi con relativa semplicità. Una volta approcciata questa sezione infatti tutto sembra complicato, ma ancora una volta Nintendo ha dato prova di saper fare le cose in modo trasversale, ideando un semplice sistema di causa-effetto. Per ogni comando scelto è possibile abbinare una specifica azione e in qualsiasi momento si può provare la propria creazione per poi modificarla. Ovviamente non tutti riusciranno a creare il platform perfetto al primo colpo, ma il solo fatto di averne la possibilità è assolutamente apprezzabile.

Ogni singolo elemento di Labo VR è stato progettato per essere goduto nella maniera più semplice e immediata possibile. Non è una fucina di chicche tecnologiche ma un concentrato di idee, che spesso hanno una forma tanto semplice quanto geniale, come il piccolo pulsantino posto sulla parte superiore del visore.

Nello sfaccettato menù software sono presenti anche alcuni filmati VR, brevi ma suggestivi. In questo Mario tirerà fuori delle bandierine da... voi.

Sarebbe totalmente invisibile se non fosse per il cerchietto nero che lo delinea e al tatto è praticamente impercettibile, eppure... basta cliccarlo per impartire semplici comandi all'unità VR. Questo e molti altri segreti del nuovo Labo sono descritti con dovizia di particolari nei tutorial, ma potete anche scoprirli da soli sperimentando le varie funzioni. Non potrete fare grossi danni, ve lo assicuriamo.

Il Kit Labo VR non è chiaramente pensato per concorrere con i vari Oculus, Vive e PSVR. Come spesso le accade, Nintendo ha scelto una strada parallela e sensibilmente distante da quella della concorrenza. Una strada dedicata ad un pubblico più giovane, che non è alla ricerca di esperienze estreme e qualità visiva senza compromessi. Questo primo passo nella Realtà Virtuale di Nintendo ci dice molte cose sull'approccio al futuro della compagnia. Parla di un'apertura maggiore alle nuove tecnologie e dice anche che il progetto Labo, nonostante una partenza non esattamente scoppiettante, fa ancora parte dei piani futuri.

Per il pubblico a cui è principalmente indirizzato si tratta di un prodotto pressoché perfetto, senza sbavature di alcun tipo. Al tempo stesso i fruitori più esperti e smaliziati non potranno liquidarlo come un altro accessorio cartonato, capace di solleticare la curiosità iniziale salvo poi essere riposto a prendere polvere.

L'accessorio rosso è una protezione aggiuntiva, impedendo al Nintendo Switch di “scivolare” fuori dal visore durante il gioco.

È un punto di partenza progettato con attenzione, capace di divertire sia in fase costruttiva che ludica. Il rischio che l'esperimento rimanga isolato in caso di scarse vendite ovviamente c'è, anche se l'imminente aggiornamento che renderà Zelda: Breath of the Wild e Super Mario Odyssey compatibili con la periferica, fa pensare ad un progetto a lungo termine e questo non può che renderci felici.