Nintendo Switch Lite era l'unica mossa possibile - editoriale
Un annuncio che ha perfettamente senso. Anche senza lo “switch”.
Nintendo Switch Lite è stata accolta con pareri contrastanti. I più critici hanno fatto notare che un corpo unico come quello di Switch Lite fa perdere senso al nome: lo "switch" (ossia collegare la console alla TV) non si può fare. Lo stesso dicasi per la flessibilità garantita dai Joy-Con estraibili: se proprio si vuole, bisogna comprarne un paio separatamente per giochi come 1-2 Switch o alcuni minigiochi di Super Mario Party. Eppure, Switch Lite era l'unica mossa possibile per Nintendo, che doveva in qualche modo sostituire 3DS come opzione "di base" nel suo ecosistema hardware. Anzi, diciamo di più: molto meglio Switch Lite di un 3DS Plus.
Il motivo è presto detto: proprio come iPad e iPad Mini di Apple, per esempio, Nintendo ha di fatto la stessa piattaforma in due versioni differenti, che parlano a due tipi di pubblico diverso. Una situazione unica: Nintendo DS e Wii; PlayStation Vita e PlayStation 4; per la prima volta, console portatile e console casalinga (sebbene tale etichetta non calza a pennello con Switch) convergono. Diventano un'unica piattaforma, ma con due volti differenti e, dettaglio ancora più importante, due prezzi specifici.
Il principale motivo dell'esistenza di Switch Lite è infatti uno solo: offrire una console che sia più economica di Switch, il cui prezzo di listino, al di là di varie offerte, è di 329 euro. Aver ridimensionato anche il corpo (da 398 g, Joy-Con inclusi, a 275 g è un bel risultato) rientra in una strategia pensata per mantenere attivo il pubblico che con 3DS e 2DS aveva trovato una console adatta alle proprie esigenze. È indubbio che Switch già poteva essere una console unicamente portatile; anzi, potrebbe addirittura essere detto che Switch Lite ha poco senso di esistere. Ce l'ha, invece, eccome: costa di meno. Tanto basta a moltissimi consumatori per farci un pensiero, specialmente genitori che vogliono comprare una nuova console al proprio pargolo appassionato di intrattenimento elettronico.
Al 31 marzo 2019 (oggi saranno sicuramente di più), Nintendo aveva venduto 34 milioni di Switch, mentre 3DS arrivava, in tutte le sue versioni, a 75 milioni: quaranta milioni di unità di differenza. Tantissime. Confronti troppo precisi - tra nuove generazioni, giocatori smartphone, etc - rischiano di essere sbagliati, ma è indubbio che esiste una grossa fetta di pubblico Nintendo che semplicemente non ha ancora scelto Switch Lite, ma che è affezionata a certi personaggi. Persino i tre colori scelti dalla società (giallo e turchese in particolare) strizzano l'occhio ai giovanissimi: belli e sgargianti da sfoggiare. La croce direzionale, tra l'altro, potrebbe piacere anche ai giocatori "hardcore". Possiamo soltanto immaginare quali numeri farà Switch Lite nel momento in cui arriverà sul mercato a breve distanza di Pokémon Spada e Scudo, soprattutto per l'edizione speciale che debutterà nei negozi a novembre.
Va aggiunta un'altra considerazione. Molti utenti, dopo aver letto dell'annuncio di Switch Lite, hanno fatto giustamente notare che senza una base a cui possa essere collegata per giocare sulla TV, il nome stesso di Switch Lite non ha senso: non c'è lo "switch". Problema: nel mondo, tantissime persone non hanno idea di perché Nintendo abbia chiamato in questo modo la sua ultima console. Francamente, possiamo soltanto immaginare che nemmeno gli interessi e rappresentano un bacino molto vasto e trasversale. Ma nel frattempo Switch è diventato un marchio solido; ora questi potenziali consumatori sapranno che 3DS ha un successore: lì ci saranno i nuovi giochi di Pokémon, i nuovi Super Mario e ci possono giocare in portatilità; è più potente di 3DS e si gioca in alta definizione. Tutto ciò può sembrare strano detto a un pubblico, come quello che segue Eurogamer, che sa benissimo che tutto ciò vale anche per l'attuale Switch. Ma a un prezzo più aggressivo (i 199 dollari potrebbero essere tradotti in 199 euro o, come si va dicendo, in 239 euro) l'impatto di Switch Lite sulla base di persone che ancora Nintendo non ha potuto raccogliere può essere rilevante.
Nintendo aveva bisogno di un modello come Switch Lite. Per anni, il suo giro d'affari è stato basato (e in alcune generazioni salvato) dall'avere un'offerta casalinga e una portatile: Game Boy Advance e GameCube; Nintendo DS e Wii; 3DS e Wii U. Il Nintendo 3DS andava sostituito dopo otto anni di onorato servizio e Switch Lite era l'unica carta che l'azienda poteva giocare per non perdere la "doppia fonte" e sfruttare un marchio (Switch) che sta vivendo un momento commerciale ultra-positivo. Ora ci si chiede: ma Switch Pro, quella più potente? È un'altra storia.