Nintendo continua a giocare in un campionato tutto suo, ma...
Un 2022 esplosivo, Switch immortale, ma il futuro?
Nintendo continua a giocare in un campionato a sé, incurante dei meccanismi concorrenziali contemporanei, ricamati attorno a on-demand e cloud gaming, nonché del percorso di evoluzione perseguito dai principali produttori di console. Ed è evidente che faccia bene a proseguire dritta per la sua strada, dal momento che i risultati raggiunti nel corso degli ultimi anni parlano da soli.
Oggi Nintendo conta 107 milioni di console Switch distribuite e nel mese di maggio ha toccato quota 102 milioni di utenti attivi sulle piattaforme proprietarie (nell'intero anno). Il totale di console vendute, ancor prima della chiusura dell'anno fiscale, ha superato il tetto dei 20 milioni, confermando il trend che l'anno passato aveva portato la compagnia a piazzare 28 milioni di pezzi. Insomma, nonostante ci sia stato un piccolo calo, il pubblico di videogiocatori ha ancora tanta fame di Switch.
Mentre ormai sono anni che gli appassionati e gli addetti ai lavori discutono dell'eventuale nuova console, che dovrà raccogliere un'eredità pesantissima e – per la seconda volta dopo Wii – introdurre ragionevolmente una sorta di retro-compatibilità, la Grande N ha deciso di rispondere ai dubbi a colpi di esclusive, presentando quella che è senza ombra di dubbio la line-up più ricca dell'industria intera.
Nel corso del 2022 abbiamo visto e vedremo susseguirsi Leggende Pokémon Arceus, Kirby e la terra perduta, Mario Strikers Battle League Football, Fire Emblem Warriors Three Hopes, Monster Hunter Rise Sunbreak (esclusiva console), Xenoblade Chronicles 3, Live a Live, Splatoon 3, Pokémon Scarlatto e Violetto, Mario+Rabbids Sparks of Hope, Advanced Wars, forse Bayonetta 3 e, anche se è molto improbabile prima del 2023, il sequel di The Legend of Zelda Breath of the Wild.
Oltre ad essere una line-up quantitativamente impressionante, nel tempo è arrivata anche la certificazione di qualità da parte della critica e del pubblico, che hanno scelto di premiare l'operato di Nintendo sia nei voti che negli acquisti, proseguendo lungo l'onda inaugurata nel corso degli anni passati, con brand come Metroid e Animal Crossing che si sono dimostrati in grado di imporre nuovi record nella storia delle rispettive saghe.
L'unica critica che si potrebbe muovere agli ingranaggi di casa Nintendo è che, nonostante negli ultimi sei anni siano emerse diverse novità, la mole di sequel sta diventano nettamente preponderante rispetto all'introduzione di nuove IP. Ciò non toglie che il colosso giapponese resti ancora l'attore più attivo dell'industry sul fronte dell'innovazione, avendo introdotto in tempi recenti ARMS, Ring Fit, la scommessa di Labo e tante altre idee; ma è stato proprio il presidente Shuntaro Furukawa ad affermare il mese scorso che “Nintendo vuole creare altre nuove IP per ammorbidire la dipendenza da Mario e Zelda”.
Sì, i sequel stanno diventando tanti, ma il pubblico continua a chiamarli a gran voce, basti pensare per esempio a Mario Kart, un brand che a conti fatti deve ancora fare il suo esordio ufficiale tramite un capitolo originale nell'ottava generazione di console, ma anche a Bayonetta 3 e al grande ritorno di Metroid Prime, due serie che ormai da anni stanno calamitando l'attenzione del pubblico più affezionato.
Ad un certo punto diventa tuttavia inevitabile porsi una precisa domanda: quanto ancora potrà durare l'impennata di Switch? Ci sarà veramente bisogno di introdurre sul mercato una nuova console ibrida? Ci sarà spazio invece per un semplice upgrade tecnico?
Anche se le risposte a questi quesiti risuonano da mesi nei centri di discussione e sulle testate specializzate, dividendo gli analisti fra coloro che vedono il futuro di Nintendo dietro l'angolo e quelli che ripongono ancora fiducia nella cara vecchia Switch, si tratta senza dubbio del nodo più difficile da sciogliere per la compagnia: dopo aver raccolto oltre 100 milioni di utenti sotto lo stendardo della console ibrida, sarà molto complesso conservare una base installata tanto imponente.
Oggi, però, non siamo qui per fornire una risposta univoca, che sarebbe nient'altro che una congettura soggettiva, bensì per analizzare la posizione di Nintendo secondo un'ottica meno conservativa. Siamo abituati, infatti, a vedere nel balzo generazionale un grande passaggio di testimone – prevalentemente di tipo tecnologico – nelle mani del futuro dell'intrattenimento. Ma qual è, a conti fatti, il futuro dell'intrattenimento offerto dalla nona generazione?
Fino a questo momento abbiamo assistito a un passaggio generazionale estremamente tecnico, in certi casi fin troppo tecnico. L'esigenza di rilasciare produzioni cross-gen rema in senso contrario rispetto all'innovazione, e spesso e volentieri capita di trovarsi di fronte a titoli di forte stampo old-gen che ricevono sostanziali miglioramenti solamente nel contesto dell'estetica, della grafica e della performance. Basta solo questo per poter parlare di next-gen?
Se da una parte è vero che lo “spartiacque generazionale” non si manifesta mai nel corso dei primi anni di vita delle nuove console – e nel caso specifico è sufficiente pensare a Breath of the Wild, a Red Dead Redemption 2 oppure a The Last of Us Parte 2 – è ancor più vero che molto spesso il concetto di “next-gen” viene espresso dal singolo videogioco più che dall'interezza della produzione che caratterizza l'anno intero.
E forse è proprio qui che risiede la nuova Nintendo Difference: mentre la concorrenza si sta dando battaglia a colpi di risoluzione, di implementazione del ray-tracing, di velocità dei tempi di caricamento, la Grande N ha rivoluzionato il genere musou con Hyrule Warriors e Fire Emblem Warriors, ha creato il fighting-game più venduto di tutti i tempi con Super Smash Bros. Ultimate, ha conquistato un mondo in lockdown attraverso le isole di Animal Crossing.
È fuori discussione che non si tratta di produzioni next-gen in senso stretto, e anzi si possono tranquillamente considerare old-gen, eppure il pubblico della casa sta esprimendo una preferenza piuttosto netta verso l'innovazione del software, ignorando quasi completamente quella sul lato dell'hardware. Switch continua a vendere 20 milioni di unità l'anno perché continuano a uscire grandi videogiochi, in barba alla risoluzione e al framerate.
L'obiezione più concreta che si potrebbe muovere a questa analisi riguarda una caratteristica unica di Switch, ossia quell'apertura al mercato delle terze parti che non aveva mai trovato particolare spazio sul fronte di Nintendo. E sì, è inevitabile, presto o tardi la cara vecchia ibrida non potrà più supportare il The Witcher di domani. Allora cosa accadrà? Si sceglierà di spezzare in due la base installata con una transizione morbida, oppure si opterà per il classico passaggio di testimone “duro” cui Nintendo ci ha tradizionalmente abituato?
Ciò che Nintendo ha intenzione di fare nell'immediato è piuttosto ovvio: assolutamente niente. Con la line-up di videogiochi più ricca sul mercato, con almeno quattro grandi esclusive first-party ben delineate all'orizzonte, con una base installata che non accenna minimamente ad arrestare la sua crescita, l'era di Switch è ben lungi dall'essere conclusa, e c'è ancora tanto lavoro da fare per cementarla come una fra le migliori epoche nella storia della Grande N.
Ciò, di fatto, proietta tre possibili scenari nel futuro di Nintendo: la scelta di proseguire ancora a lungo cavalcando l'onda di Switch, lavorando per trasformarla nella punta di diamante della compagnia e spingendo sul software; la scelta di rilasciare una versione potenziata della macchina – la cosiddetta Pro – spezzando l'utenza in due fasce e sacrificando parte dell'innovazione per inseguire la creazione di un juggernaut nel mondo console; infine la scelta di optare per un tradizionale balzo generazionale rigido, capace di dar vita a un vero e proprio nuovo filone di produzioni originali. Ciascuna di queste scelte, d'altra parte, finirebbe indubbiamente per accontentare qualcuno e scontentare qualcun altro.
A questo punto non ci resta che girare a voi, e ai cento milioni di utenti Nintendo, la domanda: cosa dovrebbe fare Nintendo con l'immensa base installata di Switch? Qual è secondo voi il percorso migliore per proseguire nella straordinaria impennata? Dal canto nostro, mentre in questi giorni ci godevamo la straordinaria mole di contenuti offerta da Monster Hunter Rise: Sunbreak, la voglia di poter godere di tali opere con un framerate più elevato ha iniziato a farsi sentire, ma abbiamo potuto consolarci con la consapevolezza del fatto che nel solo mese di luglio ci troveremo catapultati in un altro mondo colossale, ovvero quello di Xenoblade Chronicles 3, che già si prospetta un'opera monumentale.
E forse è proprio questo il segreto e il più grande punto di forza della Grande N: c'è sempre un nuovo grande videogioco all'orizzonte.