Nioh: Complete Edition - recensione PC
L'action perfetto in un guscio imperfetto.
Nel film "I Mercenari 2", Jason Statham affermava con virilità che "non si batte il classico" e Nioh n'è una prova lampante. Il gioco analizzato in questa recensione, infatti, è già un cult su PlayStation 4: al suo interno risiedono le anime di alcuni tra i titoli più classici e amati in assoluto, come la saga dei "Souls" e Ninja Gaiden.
Nonostante ciò, sembra che sia passato molto tempo dalla sua uscita. Nioh è invece apparso sugli scaffali dei negozi soltanto a febbraio, rientrando in pieno in quella categoria di titoli che elevano il 2017 come uno degli anni videoludici più prolifici e di qualità dell'ultimo periodo.
Abbiamo avuto occasione di confrontarci con l'inedito brand di casa Koei Tecmo nella nostra prima recensione, ma in questo caso ci concentreremo sull'analisi del porting per PC. Dopo un annuncio a sorpresa, avvenuto poco più di un mese fa, ecco arrivare in questi giorni anche su Steam il gioco hardcore che ha fatto sognare e sudare oltre un milione di giocatori sulla console ammiraglia di casa Sony.
Il pacchetto prevede, in definitiva, una tale quantità di ore di gameplay che probabilmente si perderà in fretta il conto, considerando che al gioco base sono stati aggiunti anche i tre DLC usciti in seguito al lancio del gioco originale, ovvero: Drago del nord, Onore sprezzante e Fine del massacro. Gli utenti PC troveranno anche un grazioso omaggio extra che porta il nome di "Kabuto della Dharmachakra": un elmo decorato a tema Valve, con una grossa valvola sulla fronte.
All'avvio del gioco ci si scontra subito con una strana anomalia per un gioco PC: non esiste il supporto al mouse, sia per la navigazione dei menù contestuali, sia durante il gameplay stesso. Non solo, anche la procedura per mappare i comandi da tastiera è quasi folle. Ovviamente in un gioco di questo tipo ha poco senso l'uso della combinazione mouse e tastiera, ma è comunque spiacevole che non sia supportata una funzionalità così basilare.
I requisiti di sistema consigliati richiedono un processore i7 4770K o superiore, almeno 8 GB di RAM e una scheda grafica pari ad una Geforce GTX 1060 (o GTX 970) o AMD Radeon R9 380X e il PC con sul quale abbiamo effettuato i nostri test era dotato di processore i7 4930K, 16 GB di RAM ed una GTX 970.
Abbiamo provato il titolo anche su PlayStation 4 Pro, ma la differenza tra questa versione e quella PC è palpabile. Le texture, in modo particolare, sono più definite e meglio contrastate, oltre ad offrire migliorie grafiche ed opzioni che si possono settare sia all'avvio del titolo, tramite un launcher apposito, sia nel menù del gioco stesso. Il supporto al 4K non può che far piacere a tutti coloro che sono dotati di un hardware adeguato, ma è con l'innalzamento della qualità delle ombre e del rendering che si può godere di una resa superiore rispetto a quella più sfumata e meno netta delle console.
Curiosa anche la scelta di prevedere unicamente i 30 o i 60 fotogrammi al secondo, senza dare la possibilità di lasciare il frame rate sbloccato o di attivare il v-sync. Quest'ultima soluzione si traduce nella perdita di una manciata di frame solamente negli ambienti chiusi, nulla di castrante, ma dovendo agire in modo fulmineo sgattaiolando tra i nemici una risposta ai comandi immediata è fondamentale. Con l'ultimo aggiornamento comunque le prestazioni sono state migliorate.
Il comparto online, ad ora, è una nota dolente. Abbiamo giocato diverse ore al titolo e provato il matchmaking in vari momenti del giorno: sia cercando di ospitare qualcuno nella nostra partita, sia cercando di entrare in quelle di altri e il risultato è che non siamo mai riusciti ad ottenere il risultato sperato. Non è chiaro se il problema sia tecnico o legato alla penuria di giocatori che l'hanno acquistato (o entrambi), ma è lampante che chi dovesse ritenere importante questa funzione, potrebbe incorrere in una cocente delusione.
Il gioco in sé resta quel mostro di bellezza e cruda difficoltà, nascosto sotto una "patina" di modellazione poligonale semplice, quasi figlia della generazione precedente. Abbiamo riscontrato, tra le altre cose, un fastidioso difetto tecnico che affligge le hitbox degli avversari: non di rado, laddove affondiamo le nostre lame nella carne del nemici, non viene inflitto alcun danno, esponendo così il fianco ad un contrattacco nemico.
Un'utilissima peculiarità di questa versione, assente ad esempio nei titoli From Software, è la possibilità di sincronizzare i propri salvataggi tramite "Steam Cloud", così da prevenire qualunque perdita di dati, che risulterebbe disastrosa considerando la mole di ore di gioco previste.
Ogni giocatore PC dovrebbe essere grato dell'esistenza di questo titolo, all'interno del quale è presente un'esperienza hardcore che fino ad ora è stata relegata solamente al mondo console. Siamo comunque rimasti, nel contempo, parzialmente delusi da un lavoro di conversione piuttosto affrettato e dozzinale, che sembra sia stato messo sul mercato senza un'attenta revisione revisione.
Anche se siamo lontani dallo spauracchio della versione Steam di Dark Souls: Prepare to Die Edition - corretta solamente da un utente tramite una mod esterna a From Software -, la scelta infelice di impedire l'uso del mouse, di supportare la tastiera in malo modo e di non riuscire a mantenere granitici i 60 fps (pur rientrando nei requisiti consigliati) rende questa versione un prodotto in qualche modo incompleto. Al netto di tutto ciò, quindi, il voto riassume la qualità di questa versione, fermo restando che chi sceglierà di adattarsi ai compromessi o semplicemente avrà la pazienza di attendere patch correttive, si troverà in mano uno degli action migliori di sempre.