NiOh: la Fine del Massacro - recensione
Benvenuti nell'epoca Genna.
Il genere soulslike è ormai entrato di diritto nell'olimpo del mercato videoludico, ispirando decine di prodotti e alimentando la sete di sfida di milioni di giocatori. Ma la strada intrapresa da Team Ninja e Koei Tecmo ha radici molto più antiche della recente esplosione, visto che lo sviluppo del gioco ha avuto inizio nel lontanissimo 2004.
A circa nove mesi di distanza dall'uscita su PS4, il primo capitolo della probabile saga di William Adams si conclude con il DLC "La Fine del Massacro", e il bilancio che possiamo redigere è estremamente positivo. Il live team dietro NiOh è stato in grado di fornire un supporto indispensabile per allungare il ciclo vitale dell'opera, aggiungendo nuove modalità bilanciando il livello di difficoltà intorno al gameplay dei giocatori più hardcore.
Il risultato è un'esperienza completa, longeva e ri-giocabile, capace di stuzzicare il palato di chiunque sia interessato ad una complete edition che quasi certamente vedrà la luce in Giappone entro la fine dell'anno. Aggiungendo al piatto la prossima uscita per PC, otteniamo un ottimo esempio di come portare a termine al meglio la prima gestione annuale di una nuova IP.
La Fine del Massacro è un ottimo contenuto scaricabile ma soffre di alcune inevitabili mancanze. Tutti coloro che avrebbero voluto vederlo ricamato intorno alle principali domande rimaste senza risposta potrebbero infatti rimanere delusi. Si sente l'assenza di quella componente narrativa fondamentale che ha reso espansioni come Artiorias of the Abyss di Dark Souls epopee degne di un confronto col titolo originale. D'altro canto, è lecito presumere che NiOh sia solo l'inizio di un lungo viaggio e non c'è niente di meglio che concluderne la prima fase attraverso il massacro di ulteriori orde di demoni e nuovi spettacolari boss.
Considerando che i giocatori più hardcore di NiOh si troveranno intorno al livello 230, è stata una piacevole sorpresa scoprire come l'esperienza delle tre missioni principali fosse tarata su un livello 217 che ci ha costretti a potenziarci notevolmente prima di poter progredire. Nonostante il numero di attività possa sembrare esiguo, ci troviamo di fronte ad un'offerta piuttosto longeva e impegnativa, capace di mettere ancora una volta in risalto l'abilità del Team Ninja nel rendere i paesaggi dell'epoca Edo stupendi quadri demoniaci. Sembra ormai plausibile come la prossima istanza della serie potrebbe spostarci a occidente, dando modo agli sviluppatori di mettersi alla prova con una scenografia completamente nuova.
Il gameplay violento e punitivo mantiene lo standard della release originale, aggiungendo ad asset già visti qualche gradita novità a livello di nemici. I boss meritano un discorso a parte, essendo tra i più spettacolari dell'intera opera e il percorso di miglioramento svolto in fase di sviluppo è immediatamente tangibile: level design, arene e caratterizzazione visiva di queste battaglie hanno raggiunto un livello difficilmente paragonabile a quello osservato in precedenza, andando a realizzare i sogni di chiunque desiderasse creature titaniche, scenari soddisfacenti e quella giusta quantità di fan service che se ben realizzata non rischia di infastidire nessuno.
Le vere novità capaci di donare una marcia in più all'ultima fatica di Anjin risiedono in quei contenuti accessori che a nostro parere dovrebbero costituire parte integrante dell'esperienza di qualsiasi DLC. La Fine del Massacro ci mette di fronte ad un livello di difficoltà inedito, studiato per mettere alla prova i giocatori più ottimizzati e interessati al min-maxing piuttosto che alla semplice abilità in fase di combattimento. Nonostante una modalità del genere possa far storcere il naso a chi dovesse analizzare il titolo, è un bene per le community vedere un certo tipo di attenzione nei riguardi di una percentuale di giocatori che, per quanto esigua, contribuisce in modo indispensabile allo sviluppo del meta-game.
Ulteriore apprezzatissima novità è l'Abisso, una modalità survival che senza troppi complimenti ci butta in una prova di resistenza tanto impegnativa quanto spietata. Scendendo in profondità continueremo a misurarci con boss di difficoltà crescente schiacciati dal peso di vari debuff. Questi potranno essere rimossi sconfiggendo orde di nemici ma al tempo stesso mettendo a repentaglio le nostre risorse.
Inutile dire che in seguito alla morte perderemo tutto ciò che abbiamo ottenuto con (molta) fatica. Ci troviamo dunque di fronte ad un'offerta simile (più punitiva) a quella dei Chalice Dungeons di Bloodborne; non si tratta di artifici pensati per aumentare la longevità ma del massimo sfruttamento di un gameplay che ben si presta a sfide di questo genere.
Per concludere, ci troviamo di fronte alla chiusura del primo ciclo di NiOh. La nostra esperienza di gioco ha ormai raggiunto un numero di ore che supera tranquillamente il centinaio, durante la quale abbiamo visto una mole di contenuti capace di accontentare anche il videogiocatore più hardcore. Non c'è niente di meglio che presentarsi di fronte a un esordio PC con un curriculum di questo genere, e siamo certi che tutti coloro che non hanno provato la sete di sangue di Anjin a causa dei limiti dettati dalla piattaforma rimarranno estremamente soddisfatti. In conclusione, NiOh riesce a confermarsi ancora una volta uno dei migliori souls-like in 3D attualmente sul mercato.