NiOh - prova
Dark Souls e Onimusha: matrimonio perfetto?
Da qualche settimana siamo in pieno delirio da Dark Souls III. Il web si è riempito di filmati di gameplay, consigli su come trovare tutti i segreti o sconfiggere i boss più duri, e ovviamente record bizzarri di chi vuole dimostrare di saperci fare.
Con tempismo quasi perfetto Tecmo ha rilasciato un'inaspettata demo di NiOh, ultima fatica del Team Ninja, un gruppo di sviluppatori abituato a far sudare i suoi fan con titoli tutt'altro che facili. Avete presente Ninja Gaiden?
NiOh però non è ispirato a quella saga, rimasta ormai orfana da tempo del suo creatore, bensì al succitato franchise ideato da Hidetaka Miyazaki per From Software. Immaginate un gioco di quelli tosti, quelli che fanno fare gli straordinari alle vostre ghiandole sudoripare e mettono a dura prova il vostro animo angelico. Bene, ora permeate ogni singola cellula di quel gioco con le atmosfere di Onimusha che da tanto, troppo tempo avreste voglia di rivivere.
Ci siamo quasi. NiOh è ambientato su una non ben definita (per ora) isola dell'arcipelago giapponese durante l'epoca Sengoku e ha come protagonista un samurai di nome William che assomiglia non poco al Geralt di The Witcher. La demo inizia su una spiaggia. Non sappiamo perché ci troviamo lì e quale sarà il nostro destino, l'unica cosa che si scorge è un piccolo tempio illuminato a pochi passi dalla battigia e alcune strane tombe luminescenti sparse un po' ovunque.
La mia innata curiosità mi porta a cliccare proprio su una di quelle tombe e... zac, dal nulla spunta fuori una specie di fantasma che con un paio di fendenti mi fa fuori senza troppi complimenti. "Mi ha colto alla sprovvista, ma ora vediamo chi la vince", penso. Provo un'altra tomba ma stavolta sono pronto a parare i fendenti avversari. Resisto giusto 3 o 4 secondi in più ma finisce nello stesso identico modo.
Forse, mi dico, dovrei tentare un approccio più cauto. Saggia decisione perché NiOh è spudoratamente più vicino a Dark Souls di quanto lo sia ad Onimusha. Il sistema di combattimento prevede l'utilizzo di parate e schivate, la cui durata e resistenza è regolata da una barra della stamina chiamata Ki, che si consuma con una velocità disarmante.
Questo è sicuramente uno degli aspetti che il Team Ninja dovrà rivedere nel combat system, una delle caratteristiche del gioco che fin da ora fa intravvedere ottime prospettive ma anche ampi margini di miglioramento. La natura perfida, quasi masochistica del titolo la si capisce subito: è giusto dare al giocatore limitate chance di difesa, ma è fin troppo punitivo renderlo vulnerabile già dopo il secondo colpo parato.
Dopo le prime 10 morti si inizia però a capire la potenziale profondità dei combattimenti di NiOh e le cose migliorano. Si prende confidenza con i controlli e con le tre diverse "stance" selezionabili con i pulsanti frontali del controller (guardia alta/attacchi potenti ma più lenti, guardia media/attacchi bilanciati e guardia bassa/attacchi veloci ma meno potenti), che aprono anche diversi set di mosse personalizzabili più o meno a piacimento.
Si inizia anche ad intuire che gli attacchi consumano il Ki come le mosse difensive, ma premendo al momento opportuno il tasto R1 è anche possibile recuperare la porzione di barra consumata. Quasi come in un rhythm game, se si riesce ad attaccare premendo poi il tasto dorsale quando parte della barra si illumina di bianco, si possono ottenere interessanti combo senza però perdere la Stamina consumata... cosa che fa tutta la differenza del mondo e che se padroneggiata a dovere fa guadagnare un discreto vantaggio in combattimento. Non che questo sia facile, anzi. Riuscire a vedere il momento opportuno in cui premere R1 sembra inizialmente quasi impossibile ma con un po' di pratica si ottengono buoni risultati.
Nonostante ciò andare avanti con una strategia ben precisa è importante forse anche più che in Dark Souls. È opportuno, se non vitale, studiare il terreno su cui si combatte, il numero di nemici che si hanno di fronte e la loro posizione. Una volta appurati questi dettagli si è comunque ancora lontani dalla sicurezza di farcela: altrettanto importante è avere ben presente le potenzialità del nostro equipaggiamento, che in questa demo del gioco era ovviamente limitato rispetto a quello di cui potremo disporre nella versione finale.
Com'è facile intuire ogni arma garantisce una diversa tipologia e velocità di attacco. La katana iniziale è un ottimo compromesso per prendere confidenza con gli scontri, ma più avanti è anche possibile armarsi con asce di vario tipo, lance, martelli e via dicendo.
Altrettanto importanti sono le armature che andranno a sostituire già dopo pochi minuti le fragili spoglie con cui il protagonista inizia la sua quest. Anche un'ottima corazza, tuttavia, non consente di tirare il fiato più di tanto perché bastano due o tre avversari insieme per andare in crisi e dover ricominciare tutto da capo. In linea generale la personalizzazione del personaggio è sembrata più che abbondante in NiOh, anche grazie ad un loot che fin da subito sembra abbondante.
Si possono modificare velocità e potenza, consumo del Ki, utilizzo dei vari tipi di armi e anche delle magie, che nel gioco rivestono più che altro un ruolo difensivo. Grazie ad esse ci si può curare ma è anche possibile infondere poteri elementali alle armi e renderle ancora più letali.
Ogni uccisione (così come la distruzione di oggetti) garantisce una certa quantità di Amrita, praticamente l'equivalente delle Anime di Dark Souls, che può essere utilizzata per potenziare il protagonista una volta raggiunto uno dei tanti santuari sparsi nelle mappe di gioco. Pregare in uno di questi santuari attiva anche il respawn dei nemici, proprio come avviene nella serie From Software.
In caso di morte, come potete facilmente intuire, si perde tutta la Amrita accumulata, che può tuttavia essere recuperata tornando nel luogo dell'ultimo trapasso. Anche lo spirito protettore che avremo scelto abbandonerà il vostro corpo ogni volta che morirete, ma anch'esso potrà essere nuovamente assorbito.
L'utilizzo di questi spiriti nella demo era forse volutamente limitato ma la sensazione è che nella versione finale la loro scelta e utilizzo rivestiranno un ruolo molto importante nell'economia del gioco. Importante è anche l'utilizzo delle benedizioni, che a seconda del tempio in cui si prega offrono bonus praticamente in qualsiasi reparto del gameplay di NiOh.
È ancora prematuro intavolare una disquisizione tecnica su Nioh: la demo provata è ben lontana da quello che vedremo nel gioco finale, ma le opzioni offerte da Tecmo in questa alpha fanno già intuire l'intenzione da parte dei programmatori di fornire un'esperienza di gioco convincente sotto tutti i punti di vista.
All'inizio di questa versione di prova è possibile scegliere se visualizzare il gioco a 720p/60fps o 1080p/30fps. Questa seconda opzione è consigliabile per avere un comparto grafico di qualità superiore, a scapito però della velocità di gioco. Discorso ovviamente opposto per la prima. In entrambi i casi, tuttavia, NiOh ha messo in mostra buone texture ma pure alcuni modelli poligonali tutt'altro che convincenti. Anche le animazioni richiedono lavoro supplementare e il sistema di telecamere va raffinato per eliminare alcune "crisi" palesate durante le fasi di gioco più concitate.
Artisticamente il lavoro fatto finora dal team di sviluppo è piuttosto convincente, d'altronde la base di partenza (il Giappone feudale) è una delle preferite dal pubblico, sebbene i livelli toccati da Bloodborne sembrino piuttosto lontani.
Tante luci, quindi, ma anche alcune ombre che speriamo vengano cancellate dal lavoro che attende gli sviluppatori nei mesi che ci separano dall'uscita. Una cosa è certa: se tutto andrà come ci auguriamo, NiOh potrebbe rappresentare una validissima e affascinante alternativa all'ormai leggendaria serie Souls.